Dagoreport
messina bazoli
Quattro giorni per vivere o morire. Entro domenica, Carlo Messina e Giovanni Bazoli dovranno decidere se andare avanti nell’operazione Generali o tornare indietro. Un’operazione che parte a settembre.
E’ dalla fine dell’estate che il duo incarica lo Studio Pedersoli di studiare da un punto di vista legale e societario un’eventuale aggregazione fra Banca Intesa e Generali. L’obbiettivo non è tanto conquistare Trieste “manu militari”, quanto togliere un boccone a Mediobanca pronta a far confluire Generali nell’orbita di Axa. Così, l’idea è orchestrare una mossa uguale e contraria e spingere il Leone verso le braccia di Allianz.
Banca Intesa
A fine novembre, Messina ingaggia Mckinsey con un mandato ben preciso: elaborare un piano industriale tenendo conto di una possibile aggregazione fra Intesa, Generali ed Allianz.
donnet prima e dopo
A dicembre, le interviste di Mustier (con Unicredit principale azionista di Mediobanca che, a sua volta, lo è di Generali) fanno capire a Alberto Nagel l’aria che tira; e per lui non è affatto buona a Piazzetta Cuccia. Così, anche per conservare la poltrona, accelera i colloqui per un’aggregazione contraria a quella che ha in mente Messina. Vale a dire, con Axa: compagnia assicurativa da cui proviene Phippe Donnet.
Una contromossa che a Nagel sarebbe stata consigliata da Vincent Bollorè che di Mediobanca controlla pur sempre l’8%. Il bretone è cresciuto alla corte di Antoine Bernheim che del Leone di Trieste è stato presidente: quindi, ha la compagnia nel cuore. E la coppia Nagel-Bollorè è la principale responsabile della defenestrazione di Alberto Minali. Il direttore generale delle Generali era profondamente contrario ad un’alleanza con Axa.
alberto nagel bollore
Così Nagel, in combutta coi francesi, ha preso la regia della difesa di Trieste contro l’offensiva di Intesa; e s’è inventato l’acquisto del 3% della banca di Messina.
9 vincent bollore antoine bernheim lap MARIO GRECO ZURICH
Ieri o l’altro ieri, l’amministratore delegato di Intesa è rimasto un’ora al telefono con Oliver Bäte, omologo dell’Allianz per mettere a punto le strategie di seguire. Una cosa è certa: Mario Greco non vuole restare fuori dall’operazione che porterà ad un riassetto del sistema assicurativo in Italia. Così il numero uno di Zurich, con un passato in Generali, si sta consultando con Goldman Sachs e con Andrea Orcel (italianissimo), presidente dell’investment banking di Ubs.
alberto nagel carlo messina
L’aggressività di Messina contro Nagel è determinata dall’accusa all’ad di Mediobanca di svendere il sistema finanziario nazionale ai francesi, al solo fine di difendere la poltrona in Piazzetta Cuccia. In tal modo, il numero uno di Intesa punta ad avere al suo fianco il governo; o, quantomeno, l’establishment tricolore che conta.
jean pierre mustier
Chi è rimasto spiazzato dal blitz di Messina è stato Jean Pierre Mustier. Impegnato com’è nel road show sull’aumento di capitale, l’ad di Unicredit sta incontrando qualche problema di comunicazione agli investitori. Soprattutto perché sta presentando una banca con importanti partecipazioni azionarie (Mediobanca ed, a cascata, Generali) che potrebbe essere precarie nel brevissimo periodo.
FRANCESCO PROFUMO
Chi è davvero incazzato con Messina è Francesco Profumo, presidente della Compagnia San Paolo: nessuno lo aveva informato dell’operazione. Insomma, Messina e Bazoli avevano ingegnato tutto senza dire nulla al principale azionista.
caltagirone
Chi, infine, non ha dubbi da quale parte stare è Del Vecchio. L’altro giorno riceve una telefonata da Francesco Gaetano Caltagirone, entrambi azionisti “privati” di Generali. “Leonardo con chi stai?”, gli chiede l’editore del Messaggero. “Non ho dubbi: con Nagel”, risponde secco. Perché tanta certezza? Semplice: Nagel ha curato personalmente la cessione di Luxottica ai francesi di Essilor.
leonardo del vecchio