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    MAGLIA GIALLA ALLA TECNOLOGIA 'APPLE' – DA TIM COOK GLI APPLAUSI PER IL TEAM OLANDESE JUMBO-VISMA, CHE DOMINA IL TOUR CON L'AIUTO DEI PRODOTTI DI CUPERTINO - I SEGRETI DEL SOFTWARE CHE ANALIZZA DATI DEI CORRIDORI E PERCORSO METRO PER METRO: “ILLEGALE? LO FANNO IN F1 E NELLA MOTO GP” - LA FEDERAZIONE VUOLE VIETARLO... - VOLATA FOLLE: BONIFAZIO CENTRA UN TELEFONINO CON IL CASCO-VIDEO!


     
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    Marco Bonarrigo per il Corriere della Sera

     

    «Guardate che non facciamo nulla di illegale e nulla di più di quanto si faccia nel MotoGp o in F1. Quando e se la federazione dirà esplicitamente che non si possono trasmettere e analizzare i dati dei ciclisti durante una corsa, noi ci adegueremo. Per ora, avanti così». L' Analista si giustifica ma non si scopre: dimentichiamoci nome e cognome.

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    Lavora a 500 metri dall' arrivo di tappa dentro un van bollente che ha il pass giallo «team» del Tour ma non i loghi della squadra. Attrezzatura: due «saponette» 4G, due radio trasmittenti, due MacBook dove gira VeloViewer, il potente software di monitoraggio e analisi della prestazione sportiva. Su uno schermo la mappa delle strade attorno a Tolosa, dove l' 11ª tappa della Grande Boucle sta per arrivare, sull' altro una visualizzazione 3D delle curve che i corridori hanno davanti.

     

    Tutto in tempo reale, come avevamo anticipato sul Corriere ieri. «I pallini numerati da 1 a 8 - spiega l' Analista, ex ciclista laureato in ingegneria - sono i nostri corridori. Se ci fai click sopra leggi a che velocità vanno, che potenza pestano sui pedali, quanto forte batte il cuore di ciascuno di loro. Oggi che il segnale è ottimo è come vedere un film in streaming. In montagna a volte è un incubo. Quest' anno invece di ricevere in seconda battuta i segnali trasmessi dai ragazzi alle ammiraglie, li catturiamo direttamente con «sim» inserite nei loro computerini. Il regolamento lo permette? Boh».

     

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    A 9 chilometri dall' arrivo, il cuore di 7 degli 8 atleti seguiti dall' Analista batte a 170 battiti al minuto, uno 20 colpi di meno. «Quello è "Sei" e non sta bene - spiega - e forse per quello le pulsazioni non staccano». In cosa consiste il lavoro qui? «Primo, tenere d' occhio la posizione dei nostri, cosa impossibile dall' ammiraglia. Se qualcuno si stacca o ha un incidente, il messaggio che strillo alla radio 1 arriva a tutti in tempo reale: il meccanico si prepara, i compagni possono fermarsi ad aspettarlo. Poi le prestazioni: cuore e potenza indicano il rischio di eventuali crisi. In questo caso chiamo il direttore sportivo su un canale radio diverso: è lui che decide cosa fare, cosa comunicare ai ragazzi».

     

    E se qualcuno volesse giocare sporco e farsi i fatti degli altri? «Tecnicamente possibile - continua l' Analista - ma solo con le password personali di Strava, il social network del ciclisti. Cambiando squadra ogni corridore le cambia, almeno credo. Certo, sarebbe un' arma formidabile per prevedere crisi e pianificare attacchi».

     

    Chi utilizza il sistema in corsa? La software house che produce il programma dichiara di averlo concesso a 12 delle 22 squadre in corsa al Tour (tra queste Jumbo-Visma, Ineos, Movistar, Fdj, Deceuninck, Bahrain ed Emirates) ma non ha idea di chi lo usi nelle analisi post corsa e chi anche in versione live.

     

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    Non utilizza il sistema, pare, la Lotto-Soudal di Caleb Ewan, lo sprinter più aerodinamico del mondo: ieri gli sono bastate le gambe per bruciare in volata Groenewegen e Viviani e vincere la sua prima tappa al Tour. In classifica Alaphilippe resta in giallo mentre l' ex giallo Giulio Ciccone soffre per una botta al ginocchio dopo una caduta. Oggi primo assaggio di Pirenei.

     

     

    2. TOUR DOMINATO DALLA TECNOLOGIA

    Marco Bonarrigo per il “Corriere della sera”

     

    Il tweet partito da Cupertino, California, in direzione della Francia è atterrato all' alba di ieri sui cellulari di 11,2 milioni di follower: «Congratulazioni @WoutvanAert e @JumboVismaRoad per l' incredibile vittoria! Godetevi il meritato riposo! #TDF2019».

    Mittente Tim Cook, guru di Apple, uno che cinguetta col contagocce e solo su temi altissimi. Cosa ha stimolato l' erede di Steve Jobs a occuparsi di ciclismo?

     

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    Un articolo del quotidiano The Indipendent che ha rivelato i segreti del team olandese Jumbo-Visma, stupefacente dominatore di quattro delle prime dieci tappe del Tour e di 39 gare da gennaio con tutti i corridori e su ogni terreno. Che gareggino, si allenino, mangino, dormano, i jumbini sono monitorati 24 ore su 24 da coach, mental trainer, dietologi con software ad hoc installati - ecco il trucco - su iPad e iPhone.

     

    Durante le tappe, una triangolazione tra un pool che precede la gara (rilevando meteo, condizioni strade, criticità), uno al seguito che riceve in tempo reale i dati fisiologici dei corridori e un' unità decisionale nell' ammiraglia, permetterebbe di dare i consigli giusti nel momento giusto.

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    Com' è successo lunedì ad Albi, quando i tulipani volanti hanno infilato i due uomini perfetti (il vincitore Wout Van Aert e Kruijswijk) nella fuga che ha rivoluzionato il Tour.

    Svelato il segreto di pulcinella: nel ciclismo è (teoricamente a questo punto) vietato ogni contatto atleta/tecnico che non avvenga via radio o dal finestrino dell' auto. Qui si trasmetterebbero addirittura dati. Il corridore X perde potenza? Mandiamolo in coda a riposare. Y ha le pulsazioni «giuste»? Che scateni l' inferno. Lo fa Jumbo, lo fanno altri.

    E Tim Cook applaude.

     

     

    E pensare che proprio la settimana scorsa il presidente del ciclismo mondiale, Lappartient, e il boss del Tour Prudhomme hanno spiegato che nel 2020 vorrebbero proibire i computerini sul manubrio dei corridori per impedire che questi «diventino pedine telecomandate facendo perdere alle corse quell' imprevedibilità che le rende magnifiche».

     

    Nobile intento ma meglio che si diano una mossa, perché il ciclismo vola su altri binari.

    Ieri ad Albi - nel primo dei due giorni di riposo della Grande Boucle - la Deceuninck della maglia gialla Alaphilippe ha pedalato su bici elettriche da 10 mila euro, molto più adatte di quelle classiche per «sciogliere i muscoli indolenziti». La Jumbo di cui sopra ha invece ammesso di somministrare ai corridori abbondanti dosi di ketoni, acetoni sintetici che avrebbero fenomenali effetti sui meccanismi di produzione dell' energia. «Li usa anche la Ineos - si è giustificato il team manager Richard Plugge - e poi a noi risulta che non siano proibiti». Non lo sono, per adesso.

     

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    Per tutti gli altri - e soprattutto per i grandi battuti della prima settimana: Pinot, Nibali, Uran e Bardet - razioni ridotte di pasta e allenamento leggero su bici a motore umano. «Non sto male - spiega Nibali - ma mi manca il cambio di velocità. Puntare a un tappa? Vediamo». Oggi spazio agli sprinter: Elia Viviani ha fame di rivincita.

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