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    S'I FOSSE FOSCO - DACIA MARAINI RACCONTA IL SESSO LIBERO E SCOPERECCIO DI SUO PADRE FOSCO – “LE DONNE IMPAZZIVANO PER LUI, LO ASSEDIAVANO. NON ERA FEDELE A MIA MADRE, TOPAZIA ALLIATA, MA NON LO NASCONDEVA. C'ERA UN PATTO TRA LORO, DI TOTALE SINCERITÀ E LIBERTÀ RECIPROCA” - "NEL CAMPO DI PRIGIONIA SI TAGLIÒ IL MIGNOLO E LO GETTÒ IN FACCIA AL CARCERIERE CHE GLI DAVA DELL'ITALIANO VILE E TRADITORE. UN GESTO DA SAMURAI…” - IL LIBRO


     
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    dacia fosco maraini dacia fosco maraini

    Mario Baudino per la Stampa

     

    Fosco Maraini aveva 25 anni quando si imbarcò nell'aprile del 1937 al seguito di un celebrato orientalista, l'accademico d'Italia Giuseppe Tucci, per il lungo viaggio nel Tibet che decise della sua vita.

     

    topazia alliata con le figlie yuki, dacia e toni tra le rovine della guerra a nagoya foto di toni maraini topazia alliata con le figlie yuki, dacia e toni tra le rovine della guerra a nagoya foto di toni maraini

    Da allora la scelta dell'Oriente, per il giovane, avventuroso fiorentino figlio dello scultore Antonio e della scrittrice inglese Yoi Crosse, laureato in scienze naturali e amante della montagna, divenne la vocazione di un'intera vita, che ne ha fatto uno dei grandi iamatologi e antropologi a livello mondiale, oltre che un raffinato scrittore; e un uomo che sapeva conciliare in sé un'irrequietezza e uno spirito d'avventura tutto occidentale con una sorridente saggezza zen.

    fosco maraini fosco maraini

     

    Nato nel 1912 a Firenze, morto nel giugno 2004, lasciò un lavoro interrotto, il riordino del suo grande archivio, e dei taccuini relativi soprattutto alle prime esperienze in Tibet e nel Giappone dove visse a lungo e fu anche internato con la famiglia tra il '43 e il '45 per aver rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò. Si erano messi all'opera, lui e la figlia Dacia, per ricavarne un libro, che uscì postumo nel 2008, completato dalla scrittrice, a firma di entrambi. Ora Il gioco dell'Universo.

     

    fosco maraini fosco maraini fosco maraini foto fosco maraini foto

    Un padre e una figlia alla prova della scrittura viene riproposto dalla Nave di Teseo (pp. 240, 18), che ne sta ristampando le opere. Anche al di là dei temi affrontati come studioso e saggista (il Tibet appunto, il Giappone soprattutto, ma anche le nuvole) emerge dal loro complesso il ritratto di una grande personalità novecentesca, intellettuale, studioso, scrittore (con l'autobiografia appena mascherata Case, amori, universi, uscita nel '99, fu a un passo dal vincere lo Strega) e persino di poeta, coi deliziosi versi sperimentali in un gramelot toscaneggiante, di puro gioco linguistico, pubblicati col titolo La gnosi della fànfole.

    dacia maraini dacia maraini fosco maraini fosco maraini

    Fosco Maraini resta una di quelle figure «inimitabili» del '900, personaggi colti e avventurosi, dotati di coraggio e resistenza fisica straordinari, esploratori, sportivi, seducenti, irriducibili a un solo interesse, a una sola storia. E dalla vita anarchica e liberissima, che Dacia Maraini ricorda con amore. «Mi ha dato quei quadernetti quando già era malato; erano, per così dire, cose "piccole", particolari che erano stati sacrificati nella stesura delle opere».

     

    DACIA MARAINI ROBERTO BENIGNI FRANCESCO PROFUMO GIORGIO NAPOLITANO DACIA MARAINI ROBERTO BENIGNI FRANCESCO PROFUMO GIORGIO NAPOLITANO

    E invece ci rivelano molto del suo privato, il suo passare attraverso la vita con una leggerezza sapiente. Quasi taccuini «segreti». «Privati, non segreti. Non aveva nulla da nascondere. Ci sono piccoli racconti molto belli, benché magari consistenti solo in qualche appunto. Quando in Tibet gli sherpa lo videro scendere sugli sci, che non conoscevano, pensarono fosse un dio. Notazioni minime, ma da scrittore. Al Tibet ha dedicato un libro importante (Segreto Tibet, uscito nel '98 per Corbaccio) oltre a quello per Skira con le sue fotografie (Tibet perduto, nel 2002). Ma questi quaderni sono rimasti cosa a sé».

     

    Rivelano aspetti ovviamente poco conosciuti: gli amori per esempio. «Le donne impazzivano per lui, lo assediavano. Non era fedele a mia madre, Topazia Alliata, ma non lo nascondeva.

     

    dacia fosco maraini cover dacia fosco maraini cover

    C'era un patto tra loro, di totale sincerità e libertà reciproca. Funzionò bene per i primi anni avventurosi, naufragò quando i problemi del lavoro, dei figli, gli impegni economici presero il sopravvento. Per quel tipo di patto ci vogliono entusiasmo, amore, libertà». E forse un clima particolare, un senso dell'utopia. «Un sogno. Del resto nel '68 è ricominciato tutto da capo, e poi le grandi ambizioni sono finite di nuovo male».

     

    Per non parlare di oggi

    «Sembra di vivere un ripiegamento assoluto. Il male di questo momento storico è la mancanza di entusiasmo».

     

    Si è appena celebrata la giornata contro la violenza sulle donne. Lei esce intanto per il Mulino con un libro-intervista in dialogo con Chiara Valentini, Il coraggio delle donne. Quanto coraggio ci vuole?

    «Molto. Non credo però che questa violenza sia in rapporto stretto con il periodo che stiamo attraversando. Esiste, se ne parla ormai da vent' anni, è il problema di quei maschi che identificano famiglia - o sesso - con possesso. È un fatto culturale».

    fosco maraini fosco maraini

     

    L'opera di Fosco può insegnarci qualcosa oggi, in questo e altri campi?

    «C'è in lui la forte convinzione che sesso e amore devono essere liberi e reciproci. Quei suoi amori di un tempo sono basati sul consenso. E resta come un grande esempio di multiculturalità. Si è confrontato con culture lontane, il Giappone è stato la sua seconda patria, ha studiato le religioni orientali, ha cercato di capirle nel profondo; aveva una visione direi globale».

     

    A proposito del Giappone, si cita spesso il suo gesto estremo, quando nel campo di prigionia si tagliò il mignolo e lo gettò in faccia al carceriere che gli dava dell'italiano vile e traditore.

    Topazia Alliata Topazia Alliata

    «Fu un segno di grande coraggio. Non era un uomo violento. Aveva chiesto del cibo per noi ed era stato deriso. Ha voluto dare una dimostrazione di fierezza». Spiegò - e scrisse - che fu un segnale «antropologico». «E il giapponese lo capì benissimo. Era un gesto da samurai. Così, benché subito abbia reagito male, insultandolo ancora e picchiandolo, arrivò poi con una capretta e ce la lasciò. Il suo latte risolse il problema quantomeno della denutrizione di noi bambine».

    Moravia, Dacia Maraini e Elsa Morante Moravia, Dacia Maraini e Elsa Morante dacia maraini dacia maraini pasolini dacia maraini moravia pasolini dacia maraini moravia dacia maraini foto di bacco (2) dacia maraini foto di bacco (2) dacia maraini dacia maraini MARAINI PASOLINI MARAINI PASOLINI MARAINI MARAINI pasolini con moravia e dacia maraini in africa pasolini con moravia e dacia maraini in africa MARAINI 1 MARAINI 1 letizia battaglia dacia maraini letizia battaglia dacia maraini dacia maraini foto di bacco dacia maraini foto di bacco dacia maraini dacia maraini

     

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