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C'erano una volta i selfie, le feste e gli abbracci. Ora tra Paola Ferrari e Daniela Santanchè volano gli stracci. Le due signore della pubblicità, socie in Visibilia, sarebbero infatti arrivate ai ferri corti. A quanto risulta a Lettera43.it pare addirittura che la partnership possa finire in tribunale. Anche se, a onor del vero, aria di maretta si respirava già da un po'.
FERRARI LASCIA LA PRESIDENZA
Il primo strappo alla luce del sole risale infatti al 12 febbraio scorso, quando Ferrari aveva lasciato la presidenza di Visibilia Editore (società quotata che pubblica Ciak, Villegiardini, Pc Professionale acquistate da Mondadori e che ha acquisito di recente Novella2000 e Visto) di cui è azionista al 5,6%, rimanendo però, secondo quanto riportava Italia Oggi, alla presidenza di Visibilia Editore Holding, con una quota del 33,33%. (Mentre Visibilia Pubblicità è concessionaria anche de Il Giornale, Il Giornale tablet, l'allegato Stile, del sito L'Intraprendente e del canale tivù Planet Kids). Alla base dell'addio di Ferrari alla presidenza si dice ci siano ragioni professionali e riguardanti la governance del gruppo. Un dissidio professionale che avrebbe portato l'amicizia tra le due al capolinea.
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L'ALLEANZA IN POLITICA
Amicizia spesso sbandierata e che sembrava inscalfibile. Ferrari, moglie di Marco De Benedetti, giornalista sportiva Rai che si è sempre definita «donna di destra», alle Politiche del 2008 non riuscì a ottenere un posto in parlamento, sorpassata nella lista de La Destra in Lazio proprio dall'amica Daniela.
DANIELA SANTANCHE E PAOLA FERRARI
L'esperienza de La Destra durò comunque pochissimo. La Pitonessa infatti tornò sui suoi passi con il Movimento per l'Italia federato con il Pdl. Fino, nel 2013, ad approdare in Forza Italia. L'amicizia con Ferrari resistette però ai cambi di bandiera. Visto che la giornalista, dopo la stretta sul finanziamento pubblico ai partiti, donò 20 mila euro ai berluscones proprio per la campagna elettorale di Daniela.
I DISSIDI IN AZIENDA
Più dura, invece, l'avventura imprenditoriale. Fin dalla sua fondazione nel 2007 non è che i conti di Visibilia fossero robusti. E neppure lo sbarco in Borsa del 2014 - dopo la fusione con la società di comunicazione Pms - aveva portato i risultati sperati.
Il primo bilancio semestrale del 2015, come raccontato da Il Fatto Quotidiano, parlava chiaro: perdite per 570 mila euro. Mentre nel 2014 il rosso era stato di oltre 2 milioni.
PARAGRAFO DEBITO
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Anche sul versante debito, la società non può dirsi in salute. Sempre al 30 giugno, Visibilia Editore risultava esposta per 3,16 milioni con le banche. A cui vanno aggiunti, scriveva sempre il quotidiano diretto da Marco Travaglio, i 2,18 milioni di debito verso i fornitori e i 412 mila euro verso gli istituti di previdenza, in primis l'Inpgi. Troppo da sopportare, forse. Anche per una amicizia.