Domenico Basso per www.corriere.it
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Modella, pornoattrice e poi anche deejay. Nel suo articolato viaggio nella vita ha anche conosciuto il carcere che è di suo una esperienza terribile, ma lo è ancor di più se ci finisci per un errore, o meglio per colpe che non sono tue.
E così Brigitta Bulgari, al secolo, Brigitta Kocsis, ungherese di 39 anni, nel 2010 era diventata anche un «Pericolo pubblico». Oggi vive in Veneto dove coltiva le sue nuove passioni e sogna di avere un’altra occasione.
BRIGITTA BULGARI
Brigitta, partiamo dall’inizio. Come era arrivata in Italia?
«Avevo iniziato a studiare Legge in Ungheria e ad un certo punto ho deciso di provare a fare la modella. A Milano i primi provini e vari casting con una agenzia».
E come andarono?
«Lavoravo, ma mi sentivo omologata. Tutte le modelle dovevano essere uguali, non c’era spazio per la personalità. Mi dicevano anche come tenere i capelli. Io invece volevo essere considerata per quello che ero e non essere manipolata».
Quindi un’esperienza che durò poco.
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«In quegli anni le modelle dovevano anche frequentare molti locali, star fuori la sera fino a tardi ed io, che tra l’altro non fumo e non bevo, mi sentivo proprio fuori posto».
Dai set fotografici a quelli dei film porno. Come avvenne la metamorfosi?
«Ero a Riccione e stavo facendo delle foto e qui mi avvicinò un regista del settore, Andrea Nobili, che mi propose di fare dei film».
E ha accettato subito?
«Ci ho pensato un po’, sono andata a vedere qualche set e poi ho accettato».
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Il primo film come fu?
«Era il 2003, si intitolava “Fashion” ed era la storia di una modella».
Com’è stata questa esperienza?
«Diciamo che tornassi indietro non lo farei più».
Brigitta Bulgari nell’immaginario resta, però, per tutti l’ attrice porno.
«Questo purtroppo è un marchio che mi resta cucito addosso e che mi ha poi chiuso altre strade. In quegli anni vivevo un periodo difficile. Me ne ero andata dall’Ungheria dopo che mio padre si era risposato con una donna con la quale non andavo d’accordo.
Mia madre se ne era andata quando avevo un anno. A Milano non riuscivo però a socializzare, stavo spesso sola, ero arrabbiata e soffrivo. Alla fine a fare quei film da un punto di vista lavorativo mi gratificava di più, nell’ambiente mi apprezzavano mentre dai casting per modelle uscivo sempre con le lacrime perché non andava mai bene nulla. Così ho smesso di combattere con un mondo che non mi apparteneva».
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Ha fatto molti film hard?
«Non molti, ho girato scene che poi sono state utilizzate in vari film, ma non ho passato la mia vita a girare scene hard».
Ha detto che tornasse indietro non farebbe più la pornostar. Quindi rinnega il suo passato?
«Affatto. Ho vissuto bene, ho viaggiato, ho conosciuto tanta gente. Però è indubbio che sarà un marchio che mi resterà appiccicato per sempre».
Ha smesso di fare la pornostar ma ha poi proseguito con gli spettacoli nei lap dance e nei locali notturni. E una di queste esperienze le è costata cara.
«Sì, ero in un locale di Montebelluna e sono arrivate tre auto con sei carabinieri. Mi hanno fatto scendere dal palco, mi hanno portato in caserma, mi hanno arrestata e portata nel carcere di Belluno».
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Era stata accusata di atti osceni e pornografia minorile. Cosa aveva fatto?
«Niente. Ma era stata presentata una denuncia perché mi sarei esibita in un locale a Fossato di Vico, in Umbria, davanti ad un pubblico composto anche da minorenni e da loro mi sarei fatta toccare nelle parti intime».
In quell’occasione si guadagnò anche la copertina del settimanale Panorama che sopra ad una sua foto, titolò ironicamente «Pericolo pubblico». Come finì la storia?
«Un anno dopo fui prosciolta da quelle accuse».
Lei però si fece anche 11 giorni di carcere.
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«Sì e in quei giorni avevo pensato anche di togliermi la vita. Provavo rabbia, avevo paura, piangevo ma altre detenute mi hanno aiutato e ho resistito».
Quindi è stata in carcere ingiustamente. È stata risarcita?
«Una cifra ridicola, 3500 euro. Per me il danno è stato enorme e lo è ancora. Quando si scrive il mio nome sui motori di ricerca esce ancora quella storia e questo non mi aiuta nel lavoro».
Ma adesso cosa fa Brigitta?
«I due anni di Covid per me sono stati un modo per guardarmi dentro e riflettere. Ho anche rimodulato la mia vita tornando ad orari per così dire umani. Ho fatto dei corsi. Io amo i cani e la musica.
Ho 4 “bulli” (Bulldog francesi) e ho fatto, in Veneto dove ora abito, un corso con un famoso esperto di tolettatura. Presto spero di aprire un negozio per la cura dei cani. L’altro corso che sto facendo mi sta insegnando a creare musica, una mia musica, e avendo una certa conoscenza di questo mondo penso che metterò a frutto la nuova esperienza».
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Lei tra l’altro aveva iniziato l’attività di deejay. Continuerà a farlo?
«Sì avevo iniziato a suonare nei locali. Alla gente piaceva la mia musica. Insomma qualcosa di buono avevo fatto in quel settore ma in molte occasioni il passato di pornostar mi ha chiuso le porte dei locali. Poi è arrivata la pandemia e si è fermato tutto. Adesso spero di ripartire e alcune discoteche mi hanno già cercato».
Le piacerebbe fare tivù?
«Qualche esperienza negli anni l’ho fatta come ospite a “Ciao Darwin” o a “Cronache Marxiane” o al “Chiambretti night”. Mi piacerebbe però provare l’esperienza del Grande Fratello o di un reality. Vorrei poter avere una occasione per dimostrare chi sono veramente, per mostrarmi come persona che pensa, che ha delle qualità e che ama».
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Ecco, cos’è l’amore per Brigitta?
«Credo molto nell’amore ma per me incontrare la persona giusta è molto difficile. Nelle mie storie non sapevo mai se chi stava con me cercava me o cercava la Brigitta sexy star. Ogni rapporto, comunque, mi ha insegnato qualcosa. Adesso penso a me stessa e al futuro. Voglio trovare un lavoro, dedicarmi alla musica e ai miei cani. E se l’amore busserà alla porta andrò ad aprirgli, proverò ad ascoltare il mio cuore».
Un figlio potrebbe essere l’amore che cerca?
«Prima di tutto devo trovare il mio equilibrio. Sono felice di aver ripreso a dialogare con mio padre che è stato la persona che mi ha fatto crescere e quindi conto di recuperare il tempo perduto. Sì, la famiglia mi è mancata. Poi chissà…».
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E se oggi Brigitta incontrasse se stessa a 18 anni più o meno nel periodo in cui era arrivata in Italia per fare la modella cosa le direbbe?
«Di studiare. Di provare a fare l’avvocato. Oppure di dedicarsi alla psicologia per aiutare gli altri più che me stessa».
Alla fine il Veneto è diventato la sua seconda patria.
«Ho molti amici qui e poi adoro il Lago di Garda, mi ricorda il Balaton della mia Ungheria ed ogni volta che ci vado è un po’ come tornare a casa».
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