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    COVID, LA SFIDA PIÙ DIFFICILE – DAGO: “MENTRE CI PREPARIAMO PER UNA PIENA RIAPERTURA, DOBBIAMO AFFRONTARE UN OSTACOLO EMOTIVO PER IL QUALE NON ESISTE NESSUN VACCINO: LA NOSTRA VOLONTÀ DI FIDARCI DEGLI ALTRI. PER TORNARE AL LAVORO DI PERSONA, MANDARE I NOSTRI FIGLI A SCUOLA E ABBANDONARE LE NOSTRE MASCHERINE, DOBBIAMO FARE AFFIDAMENTO SULLA VOLONTÀ DI RENDERCI VULNERABILI IN SITUAZIONI DI RISCHIO. E DATO CHE NON SI PUÒ RESTITUIRE FIDUCIA CON LA FORZA O PER DECRETO LEGGE, CONVINCERE LE PERSONE A FIDARSI DI NUOVO L'UNA DELL'ALTRA SARÀ UNA PROVA DURISSIMA”


     
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    Roberto D’Agostino per VanityFair.it

    Dago Dago

     

    Da quando il coronavirus ha invaso le nostre vite 15 mesi fa, abbiamo intrapreso un viaggio emotivo che ci ha portato, attraverso l'isolamento e la disperazione, la rabbia e il dolore. Ora, mentre ci prepariamo per una piena riapertura, dobbiamo affrontare un altro ostacolo emotivo: la nostra volontà di fidarci degli altri. La fiducia è probabilmente l'ingrediente più importante in una società.  È ciò che ci permette di impegnarci in ogni tipo di interazione sociale, economica e culturale che abbiamo nel mondo.

     

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    Le possibilità di contrarre il Covid-19 non saranno presto pari a zero, anche per le persone vaccinate. Quindi, per tornare al lavoro di persona, mandare i nostri figli a scuola e abbandonare le nostre mascherine, dobbiamo fare affidamento sulla volontà di renderci vulnerabili in situazioni di rischio.

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    Avere fiducia che i vaccini siano sicuri e funzionino. Fiducia che le persone con cui interagiamo siano vaccinate o che si proteggano in altri modi. Fiducia nel fatto che quando i leader del governo affermano che è sicuro rimuovere le nostre mascherine o fare acquisti in negozi affollati, siano motivati dalla scienza, non dalla politica. “La fiducia influenzerà sicuramente l'efficacia con cui gestiremo il processo di recupero post-Covid”, ha fatto presente Mario Draghi.

     

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    Sfortunatamente, la volontà degli italiani di fidarsi l'uno dell'altro era già in declino prima dell'inizio della pandemia. Ora, sta sprofondando: è successo che, malgrado sia caduto l’obbligo di indossare mascherine all’aperto, non sono poche le persone che continuano a indossarle, anche se sono state completamente vaccinate, anche solo per portare a spasso il cane.

     

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    "Non è del tutto sicuro che il vaccino durerà per sempre, circolano troppe varianti, non voglio infettare nessun altro. La indosserò fino a quando non sarò sicuro che la pandemia sia stata vinta", affermano gli irriducibili “mascherinati”. Forse i contrastanti messaggi dei tele-virologi, forse le dichiarazioni dei politici basate sulla paura, hanno ulteriormente eroso la fiducia che gli italiani hanno l'uno nell'altro.

    no vax in piazza no vax in piazza

     

    C’è da capirli. Dopo un anno in cui gli è stato detto che qualsiasi esposizione ad altre persone rappresenta un serio rischio di finire all’altro mondo, è arrivato il bordello di comunicazione sui vaccini e, oplà!, sono sbucati “no-vax” da ogni tombino: ‘’Con i vaccini ti impiantano un chip”, “Il Covid è stato provocato dalla tecnologia 5G della telefonia cellulare e il vaccino lo rinforza”, “Il vaccino rende gay”, “Il vaccino trasforma in licantropi che poi attaccano altri esseri umani per sbranarli”, fino alla più comica: “Astrazeneca trasforma in scimpanzé”.

     

    NO VAX NO VAX

    Dato che non si può restituire fiducia con la forza o per decreto legge, convincere le persone a fidarsi di nuovo l'una dell'altra sarà una sfida difficile e potrebbe richiedere molto tempo.

    FIDUCIA FIDUCIA

     

     

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