Federico Ercole per Dagospia
KINGDOM HEARTS 3
Mentre nubi sempre più grevi di inquietanti piogge nere si addensano sul mondo, molte sarebbero le cose da desiderare per il nuovo anno, mentre il vecchio si spegne tra il risorgere del mai veramente sopito spettro nucleare, le sguaiate risa di un’egoistica diffusa follia e il vanto trionfale di chi per qualsiasi motivo si ritiene superiore agli altri, vampirizzando i diritti degli afflitti.
Tuttavia qui si parla di videogiochi, altro spazio che di questo è inevitabilmente uno specchio, luogo elettronico dove trovare sollievo o una lieta, persino feconda, alienazione dal presente. E chissà, magari anche nel videogame più oscuro e spaventoso, trovare qualche idea, trarre un’ispirazione, per tentare di mutare il corso di un futuro imminente che si profila assai cupo.
KINGDOM HEARTS 3
KINGDOM HEARTS 3
Tetsuya Nomura ha infine realizzato il terzo episodio della sua personale, improbabile ma fino ad ora riuscita per epica, arte e poesia, reinvenzione dei classici e non di Walt Disney, riletti attraverso il filtro di una lente sci-fi spinta, quasi dickiana nella sua confusione di immaginari e realtà favolose, ma rigorosamente punk e nipponica. Kingdom Hearts 3 uscirà in contemporanea mondiale il 25 gennaio, dopo anni di sviluppo tormentato e persino avversato, soprattutto da chi, per motivi discutibili, ha in antipatia Tetsuya Nomura, la cui statura di autore mal si concilia con le esigenze dell’industria e le bizze dei fan.
Tornano dunque l’ormai adolescente Sora e la sua spada-chiave, Pippo e Paperino, oltre al Re Topolino e altre stelle disneyane, nel tentativo di salvare e redimere gli universi dall’ombra onnivora dei senza-cuore in un gioco di ruolo d’azione che ci teletrasporta attraverso diverse pellicole di Walt Disney, per rileggerle e alterarle in una nuova visione. Questa volta sono certi i mondi di Frozen, Big Hero Six, Rapunzel e Toy Story sebbene qualcosa di non annunciato e sorprendente possa essere rivelato al giocatore quando il gioco sarà in svolgimento dentro la sua console.
KINGDOM HEARTS 3
L’ultimo trailer del videogame prodotto da Square-Enix, dopo un compendio di immagini e personaggi più o meno noti, si è rivelato drammatico, quasi tragico nel mostrare momenti disperati di sconfitta, meraviglioso nei colori e per la fusione di stili, tanto che i combattimenti sono apparsi quasi astratti nella loro informale, policromatica illustrazione.
La storia di Kingdom Hearts, resa ancora più complessa dagli spin-off usciti in questi anni, potrebbe dunque trovare una sua conclusione, risolvendo la sua contorta enigmistica narrativa, dimostrando che la luce schiarirà definitivamente le tenebre. Forse, perché “più ci avviciniamo alla luce, più grande è l’ombra”. Per Playstation 4 e XBox One.
RESIDENT EVIL 2 REMAKE
RESIDENT EVIL 2 REMAKE
Ancora una volta, ma questa è quasi una prima, contro gli orrori partoriti da una multinazionale farmaceutica con il vezzo delle mutazioni a fini militari. Il classico dello spavento e della sopravvivenza di Capcom, uscito originariamente nel 1998, è stato rifatto completamente, variato e ampliato con il duplice proposito di rendere attuale per il nuovo pubblico il suo imperituro carisma dell’orrore e per ripristinare le dinamiche ludiche del “survival horror” estintesi un sequel dopo l’altro, escludendo il settimo episodio, e solo nella sua versione per la Realtà Virtuale di Sony: una pietra miliare dell’horror oltre i confini del medium, importante per il genere quanto un racconto di Lovecraft, La Notte dei Morti Viventi, uno dei primi romanzi di Stephen King o Blair Witch Project.
RESIDENT EVIL 2 REMAKE
Quindi prepariamoci a contare le pallottole che ci rimangono mentre ascoltiamo avvicinarsi passi stentati di zombi affamati o altre creature peggiori, a temere quello che può rivelarsi dietro una porta, a morire elettronicamente dilaniati in una dimensione post-romeriana di horror apocalittico e urbano. Solo per adulti, da giocare al buio, in solitudine. Per giocare con un antico terrore virtuale, fuggendo dal terrore reale. Per Playstation 4 e Xbox One dal 27 gennaio.
SEKIRO SHADOW DIE TWICE
SEKIRO SHADOW DIE TWICE
Il 22 marzo arriverà per Playstation 4 e Xbox One l’opera novella di From Software e Hidetaka Miyazaki, il severo maestro del dolore e del piacere di Dark Souls e Bloodborne. Questa volta viaggeremo in un demoniaco e mostruoso Giappone feudale, quindi demoni e samurai, ma le regole del gioco mutano e questa volta potremmo agire in maniera invisibile, da assassini silenziosi, arrampicarci, sfruttare le potenzialità di un rampino.
Non mancheranno tuttavia micidiali e ostici scontri diretti con colossi spaventosi o letali antagonisti antropomorfi. Affascinante il presupposto narrativo, meno ermetico degli altri incubi videoludici di Miyazaki e vagamente ispirato a Dororo di Osamu Tezuka, il “dio del manga” al quale l’immaginario fantastico nipponico deve ancora moltissimo: uno shinobi ritenuto morto sopravvive segretamente malgrado privato di un braccio, al quale viene sostituita una protesi sulla quale possono essere innestatediverse armi e utensili.
SEKIRO SHADOW DIE TWICE
Storia di sangue e vendetta, che già sappiamo, sarà costellata di innumerevoli, apparentemente insormontabili difficoltà. Il gioco è coprodotto e distribuito da Activision, quelli di Call of Duty, bizzarro. Non c’è online, sempre soli, sempre sconnessi.
BAYONETTA 3
La dolce, bellissima strega di Hideki Kamiya e Platinum Games, un po’ Audrey Hepburn un po’ la Bia super-sensualizzata ma corvina dei cartoni animati disegnata da Shingo Araki, tornerà in data ancora indefinita su Nintendo Switch per il suo terzo e definitivo canto erotico e macabro.
BAYONETTA 3
E’ quasi impossibile non innamorarsi di Bayonetta, con i suoi tacchi sputa-proiettili, il suo lunghissimo e elegante corpo soggetto a improvvise mutazioni che non escludono mai una grazia iperbolica, la sua lotta contro il divino, il suo desiderio di quiete che tuttavia non è mai soggetto alla pace della stasi. Ipercinetici giochi d’azione dall’ipnotica bellezza, i primi due episodi sono capolavori del gioco, della visione e della narrazione, delirante quanto esemplare.
Controllare Bayonetta nel tornado della sua azione è come dirigere una coreografia folle e liberatoria, guidare (ed essere guidati) in una danza sfrenata e sfrontata, quanto mai liberatoria, talvolta teneramente dionisiaca.
DEATH STRANDING
DEATH STRANDING
Per ultimo il gioco più desiderabile, ma chi lo sa se uscirà davvero per Playstaion 4 nel corso del 2019. Forse. Si dice. Si tratta dell’ultima opera di Hideo Kojima dopo l’abbandono (forzato) del suo Metal Gear Solid e di Konami. Kojima è l’autore più estremo e teorico della storia dei videogiochi e regista di un “cinema” numerico che ha l’intensità di Kurosawa, Fuller e De Palma, mantenendo tuttavia una sua unicità artistica travolgente. E a giudicare dai trailer, micro-film eccezionali, Death Stranding potrebbe diventare il manifesto di un nuovo pensiero poetico elettronico, la consacrazione di un artista che qui ci appare liberato dalle catene dell’industria e scatenato, indipendente come sempre dalla passione volubile dei fan.
DEATH STRANDING
Inutile speculare sul possibile, solo intuibile ma senza dubbio ingannevole, intreccio post-apocalittico che ci vedrà nei panni virtuali di un Norman Reedus “fattorino” camminare per sublimi e algidi panorami islandesi tra presenze inquietanti e aliene, poiché solo Kojima sa dove ci porterà davvero. Ma l’attesa è altissima, quasi insostenibile come fu quella per Il Ritorno dello Jedi dopo L’Impero Colpisce Ancora quando, ancora bambini, uscimmo dal cinema nel 1980.