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    DAGO GAMES BY FEDERICO ERCOLE - “SUPER SMASH BROS ULTIMATE” È VIDEOGIOCO PURO, QUINDI FORZA PROPELLENTE DI DIVERTIMENTO SPENSIERATO E ORIGINE DI SFIDE TALVOLTA COMPLESSE E SEMPRE APPAGANTI, NON SOLTANTO UN GIOCO DI LOTTA MA UN PLATFORM, UNO STRATEGICO, UN’AVVENTURA PER L’OCCHIO E PER LA MENTE LE CUI INVENZIONI CI TRAVOLGONO E SI RIVELANO INCESSANTI - VIDEO


     
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    Federico Ercole per Dagospia

     

    “Ultimate”, ovvero definitivo, addirittura supremo, è un aggettivo che si accorda senza iperboli all’ultima opera di Masahiro Sakurai per Nintendo Switch, la versione somma del più giocoso dei “picchiaduro” che assume una dimensione monumentale dove la storia del videogame è celebrata, mischiata in un  caos di mondi, esaltata nel suo significato ludico più vero.

    SUPER SMASH BROS ULTIMATE SUPER SMASH BROS ULTIMATE

     

    Super Smash Bros Ultimate è videogioco puro, quindi forza propellente di divertimeto spensierato e origine di sfide talvolta complesse e sempre appaganti, non soltanto un gioco di lotta ma un platform, uno strategico, un’avventura per l’occhio e per la mente le cui invenzioni ci travolgono e si rivelano incessanti.

     

    Nei territori favolosi di Super Smash Bros Ultimate convive e lotta tutto il popolo stellare nintendiano, da Mario ai vegetali Pikmin, dalla cacciatrice di taglie cosmica Samus Aran allo sferico e rosa Kirby, da Link delle leggende di Zelda al primate Donkey Kong, dalla volpe spaziale di Star Fox ai Pokèmon, dai cavalieri di Fire Emblem ai magici bimbi di Earthbound. Ci sono più di 70 personaggi giocabili e ogni star di Nintendo si porta dietro i propri mondi e i suoi abitanti, le sue musiche e i suoi colori.

    SUPER SMASH BROS ULTIMATE SUPER SMASH BROS ULTIMATE

     

    Inoltre Super Smash Bros Ultimate non celebra solo la storia di Nintendo ma quella di videogame “alieni” provenienti da altrove, quindi ecco il giallo Pac-man, Snake di Metal Gear Solid, il porcospino Sonic, Ryu e Ken di Street Fighter, Cloud di Final Fantasy VII; arriverà adirittura Joker del notturno e psicanalitico Persona 5, la cui futura presenza ci fa sognare che questo demoniaco, giovanilistico gioco di ruolo arrivi un giorno anche su Switch, trovandovi una sede ideale.

     

    LA CONCRETEZZA DELL’UTOPIA

    Sembrerebbe impossibile che in un solo luogo elettronico possano coesistere tanti personaggi e immaginari diversi, con il rischio che il risultato ludico finale abbia la sgraziata forma di una brutta, dissonante chimera. Eppure Sakurai e il suo team sono riusciti a conciliare ciò che in superficie sembra inconciliabile, orchestrando forme, storie e suoni con una sbalorditiva abilità sinfonica, creando uno stupefacente “mostrum” che ci ricorda alcuni spericolati esperimenti timbrici di Gustav Mahler. 

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    Questa coesione si rivela efficace non solo per la qualità estetica dell’opera di Sakurai ma per esaltare la sua giocabilità, rinnovandola in maniera incessante e variandola, ponendo il giocatore in una continua tensione all’adattamento. Super Smash Bros Ultimate può essere, e talvolta lo è, anche un gioco difficile ma nello stesso tempo è per tutti, poichè l’esperienza può essere plasmata e personalizzata da un adulto o da un bambino, da un giocatore hardcore e da uno casuale.

     

    La quantità enciclopedica dei contenuti -oltre ai personaggi ci sono inoltre centinaia di “spiriti” celeberrimi con cui personalizzare i lottatori- favorisce un’attività ludica soggettiva, che si adatta ai gusti e li solletica con le sue innumerevoli possibilità.

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    Godibile da soli, in compagnia locale e con quella virtuale della rete, Super Smash Bros Ultimate stupisce con le sue mirabolanti invenzioni anche dopo decine di ore di gioco, deliziandoci con un nuovo panorama che ci riporta ai nostri ricordi di giocatori, introducendo personaggi dal carisma travolgente (ecco la bellissima e sensuale strega Bayonetta!), facendoci ascoltare musiche riarrangiate ad arte le cui melodie, toni e ritmi formano un panorama sonoro vario e monumentale quanto quello visivo.

     

    Il primo e più importante round di questo apparentemente impossibile picchiaduro l’ha vinto proprio Masahiro Sakurai, sconfiggendo la fumosa e pericolosa bestia dell’utopia che avrebbe potuto sbranare il suo gioco, domadola infine per trasformarla in un organismo concreto e favolosamente credibile.

     

    L’AMORE PER IL VIDEOGIOCO

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    Ciò che ha reso possibile l’esistenza di Super Smash Bros Ultimate -il cui limite per i giocatori potrebbe essere solo quello del suo genere di appartenenza, il picchiaduro, sebbene sia declinato verso altre direzioni, e quindi allontanare chi non ama i giochi di combattimento- è soprattutto la passione per il videogioco inteso come arte dell’intrattenimento che emana da ogni immagine, modalità e suono. 

     

    C’è amore per la storia di un “medium” che rischia di naufragare e precipitare nell paludi del profitto, c’è il rispetto per i personaggi e i loro inventori, c’èla volontà di ribadire che il videogioco è opera e non prodotto. Inoltre, quando affrontato in modalità competitiva, Super Smash Bros Ultimate dimostra che quello che conta è l’abilità del giocatore, non la sua carta di credito per acquistare costosi potenziamenti, una tendenza ahimè sempre più comune e purtroppo redditizia, che potrebbe trasformare il videogame da un oggetto meraviglioso a qualcosa di troppo simile al gioco d’azzardo oppure alla realtà, nella sua dimensione più consumistica e elitaria.

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    Le vendite milionarie di Super Smash Bros Ultimate hanno tuttavia premiato il lavoro di Sakurai e la politica ludica di Nintendo, in parte condivisa anche da Sony con le sue preziose esclusive, per fare in modo che chi considera ancora il videogame una fonte di meraviglia non la trovi un giorno disseccata, inaridita dal cattivo gusto e prosciugata della sua fantasia.

     

     

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