fabrizio roncone
Fabrizio Roncone per il “Corriere della sera”
«Succedono cose inattese e belle», dice Roberto D' Agostino, il geniale inventore del sito Dagospia , che domani arriva a Oxford, all' università di Oxford, su invito della Italian Society, che lo reputa «pioniere dell'informazione online»: e proprio di questo parlerà in cattedra, con traduzione simultanea, diretta sul suo sito, un racconto che quindi finirà nel rullo quotidiano di notizie e di curiosità, di sacro e di profano, di sesso e di preghiere.
Dago ph Porcarelli
Dove il potere, anche economico, è descritto con tutto il suo carico di ricatti e retroscena e la politica è svelata invece come un grande spettacolo, perciò completa di gossip, veleni e perversioni. D'Agostino è partito da zero 19 anni fa, dopo essere stato manifestante nei cortei del '77, impiegato di banca con il sogno di diventare Keith Richards, dj, vagabondo nella Roma di Mario Schifano e Achille Bonito Oliva, lanciato in tv da Renzo Arbore nel leggendario Quelli della notte, regista cinematografico e infine amico prediletto di Francesco Cossiga, l'ex presidente della Repubblica che lo introduce nei labirinti del potere vero, «diventando la mia guida spirituale».
Dago ph Porcarelli
Così Dago s'inventa questa inedita narrazione quotidiana della società italiana, scoprendo il web quando il web era un mistero glorioso e i politici non immaginavano di finire nel mitico Cafonal, mentre s'ingozzano di mozzarella e ballano sfrenati in feste immonde. Adesso è odiato, invidiato, temuto e si aggira nella redazione che è il proseguimento di casa con magnifica vista sul Lungotevere, le stanze trasformate in museo psichedelico, opere preziosissime e scheletri, falli e manifesti del realismo sovietico, le immagini del suo programma su Sky Arte, una parete di cristi, due labrador e cinque giornalisti al lavoro - per una volta tutti con il trolley, perché ad Oxford, in viaggio premio, ci sono anche loro.
Dago ph Porcarelli
«Il 26 maggio non voterò. Come sempre, il giorno del voto, sarò a Porta Portese». Ha 70 anni, la barba e le borchie, i tatuaggi e il pizzo luciferino. Ma si commuove quando parla della moglie Anna e del figlio Rocco. Poi si volta: «La verità è che per essere Dago, bisogna essere vecchi: e sapere chi erano Andreotti o Scelba».
dago e anna