DAGO in the Sky: da martedì 7 novembre su Sky Arte HD (21:15)
1. LA NOTTE DI DAGO
Gualtiero Gualtieri per Il “Domenicale” - “Sole 24 Ore”
Renzo Arbore
Fino al 16 gennaio, in quel coso che finché dura resta nelle case - il televisore - c'è Dago in the Sky che non è un semplice programma di Sky Arte HD piuttosto un libro. Anzi, no, un monumento. Ma anche un film, un disco - se ancora ci fossero gli Lp - e perfino un museo con quel caleidoscopio di scritture, segni, ingegni e promesse. Tutte di bellezza, le lusinghe, risolte in magma contemporaneo.
Dago
È Roberto D' Agostino - lo sciamano d' Italia - a padroneggiare il funambolismo della rivoluzione digitale. E se nelle passate edizioni c' era il racconto squadrato alla Mondrian, adesso - poiché tecne è il destino dell' Essere - l' imago si scioglie come per gocciare, spumeggiare ed evaporare a uso del pop.
Finché dura c'è, appunto, lo schermo domestico ma gli autori - con D' Agostino c' è la sofistica Anna Cerofolini - la sanno lunga.
Claudio Coccoluto
Puntano al gusto affinato del cecchino, ovvero lo sguardo di chi - scorrendo sullo smartphone - nell' occhiata individua il segnapasso più sfacciato: come nel riavvolgere i nastri del rock e scoprirlo definitivamente orbo, povero rock, della propria ragione sociale.
Non più, infatti, canone della cultura giovanile bensì già bello che esodato. E fuori canone.
L' arte forgia davvero i popoli, ne sveglia le più recondite energie, collauda l' istinto ctonio e così pure l' ansia tutta angelica del melodramma, tornato a essere il sentimento diffuso nell' epoca dello shock tecnologico compiuto.
Renzo Arbore
Sandali alati, dunque, per D' Agostino e Cerofolini, affinché col passo leggero del dio dei ladri - com' è atteso in una prossima puntata dedicata alla «notte», il 2 gennaio - ogni spettatore possa rubare al buio il suo segreto.
Ci provò Vincent Van Gogh, ma forse riuscì con più destrezza Adamo, il cantante operaio, quando, giusto sotto al balcone della Regina di Belgio, cantò: «La notte tu mi fai impazzire».
Claudio Coccoluto
LA PUNTATA IN ONDA STASERA ALLE 21.15 SU SKY ARTE (OSPITI: RENZO ARBORE, ALDO NOVE, CLAUDIO COCCOLUTO)
‘’La notte è la cosa migliore che possa accadere al giorno. La notte è più colorata”, scrive Vincent van Gogh in un’epoca priva di neon e lontanissima dai led. Di notte si hanno piaceri e amori, rivelazioni e tribolazioni che il giorno ignora. E’ di notte, chiusi gli occhi, che si percepisce meglio il brontolio dell’anima, il frastuono del mondo. Era l’estate del 1965 e la voce struggente di Adamo strizzava l’anima cantando disperato l’amore perduto e la solitudine: “La notte mi fa impazzir”.
ALDO NOVE
Di solito si accosta la frivolezza della vita notturna alla stupidità - ma la vera frivolezza è un'arma dell'intelligenza. Di notte, la timidezza scompare. Di notte, si superano incertezze e dubbi. Di notte, ci si abbandona ai sentimenti. Di notte, si ricuce i pezzi della propria vita e tutte le idee sono lì per essere tue perché tutti gli altri dormono. E’ la notte che racconta al meglio quello che sta succedendo alla nostra vita, più di qualsiasi saggio sociologico. Così, è al calar delle tenebre che il cambiamento dei costumi sociali s’impone.
Era una notte buia e tempestosa ed Erri De Luca scrisse nel libro "Il giorno prima della felicità" queste righe: “È bella di notte la città. C'è pericolo ma pure libertà. Ci girano quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si riconosce, tra quelli che campano di notte.
pugliese, rho e cerofolini
Le persone si perdonano i vizi. La luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l'assoluzione... Di notte la città è un paese civile”.