Marco Molendini per Il Messaggero
roberto d agostino e roberto pisoni
La questione non è semplice. E la risposta ancora di meno: che televisione fa al tempo dello smartphone? E, soprattutto, che vita fa dopo internet? Il doppio dilemma è tutt' altro che vago, visto che ci troviamo ad affrontarlo ogni sera quando, il televisore si trasforma in terminale inerte del computer.
Roberto D'Agostino prova a rispondere facendo appello insieme alla sua curiosità, al suo trovarsi da anni al centro di un gioco pazzesco, quello nato per divertimento con Dagospia, il sito che racconta gli angoli nascosti dell' attualità, a una buona dose di ambizione, all' esercizio continuato del porsi domande, al gusto dell' eccesso culturale e del paradosso.
dago intervistato
Lo fa e, in parte lo ha già fatto, con un programma che si presenta come una sberla alla tv quotidiana che ha anche incassato il plauso di un battutista iconoclasta come Fiorello: Dago in the sky, dieci puntate, di cui tre andate in onda prima dell' estate, e le altre in queste settimane al venerdì, sempre su Sky Arte. Ognuna, racconta Roberto, affronta un aspetto della nostra vita rivoluzionato dalla tecnologia.
anna cerofolini vittorio sgarbi
LE ORIGINI «Sono partito a maggio dal selfie, strumento che permette a ognuno di fare una autofiction per rappresentarsi non come è ma come vuole essere - racconta - e chiuderò con una puntata che si chiama da Dio a d' io e affronta il tema della spiritualità, con la sorprendente scoperta che in giro c' è un gran bisogno di fede, come dimostra il seguito che hanno i siti legati appunto allo spirito e alla meditazione».
pugliese, rho e cerofolini cerolini, gresele e daniela bonvino
Un passato fatto di svolte e mestieri, da bancario a giornalista della carta stampata, a lookologo con Arbore nell' indimenticabile Quelli della notte, a regista di cinema («Quando nel 90 Cecchi Gori mi fece fare un film: Mutande pazze»), a inventore e animatore di Dagospia, ora Roberto ha indossato i panni del Caronte post-televisivo che affronta una domanda semplice e finora inevasa: che tv fare nell' epoca della rivoluzione tecnologica, in cui vediamo tutto ma non guardiamo niente?
anna federici dago e anna cerofolini
«Ho fatto un po' di autoanalisi e la prima considerazione è stata: quello che c' è in tv è irrilevante, più che brutto». E rincara: «La televisione appartiene al 900, è analogica nell' era della rivoluzione digitale. Le ultime generazioni non conoscono Rete4, Rai 3 o Rai 2. La tv è diventata un monitor utile per i giochi, magari per vedere qualche film preso dal web o una partita di calcio».
TALK IN SOFFITTA Non basta: «In epoca pre-internet poteva succedere che un ex comico come Grillo prendesse il 30 per cento dei voti, o che uno che frequentava i pub come Farage vincesse la Brexit? O che Trump diventasse presidente degli Stati Uniti?».
anteprima di dago in the sky (4)
Che fare, allora? «Ho scartato l' idea di trasferire Dagospia in tv. Non sarebbe possibile. Non si può tornare da internet alla tv, sarebbe come bere del vino dopo un Negroni. Fa malissimo». No, Dago in the sky nasce dall' idea di «un programma contemporaneo per illuminare la realtà, sapendo che del talk alla Fazio non frega più niente a nessuno e che l' attenzione di uno spettatore dura oggi al massimo 20 minuti».
Scritto in duplex con l’autrice Anna Cerofolini, il risultato di “Dago in the Sky” è un puzzle multiskating, con il video scomposto come fosse il display di un telefonino, mentre il conduttore, che non è più un conduttore, resta incorniciato in un angolino alle prese con testi brevissimi, sul modello dei 140 caratteri di twitter. «Molte cose - confessa Roberto - le ho prese da Instagram con filmati di 59 secondi».
anteprima di dago in the sky (2)
Gran montaggio («Sono nelle mani di un vero maestro, Arcangelo Pugliese»), ospiti (da Sgarbi a Eva Cantarella, Ilvo Diamanti, Carlo Cracco, Achille Bonito Oliva, Vito Mancuso, Pietrangelo Buttafuoco) e velocità. L' obiettivo era semplice: «Riuscire per mezz' ora a non far venir la voglia allo spettatore di afferrare il telefonino».
KITSCH Le puntate già trasmesse si sono occupate di arte, omosessualità, politica («Con internet sono praticamente scomparsi i partiti. E le manifestazioni di piazza: bastano due foto su Facebook»), cibo («Oggi a tavola è una guerra.
anteprima di dago in the sky (3)
Basta invitare cinque persone: c' è la crudista, la vegana, quello che non mangia il glutine...»). Nel prossimo appuntamento si parlerà di ricchezza («Chiudo con una frase di Alberto Moravia, quando gli chiesero: maestro, a che serve la cultura? Solo a una cosa: a saper spendere bene i soldi»).
Poi il kitsch («Il cattivo gusto oggi svolazza vispissimo e duraturo, ha diritto di parola, concede interviste»), il corpo («Che non basta più a nessuno: è modificato, decorato, illustrato. Oggi i corpi sono mutanti. Le figlie non hanno più nulla a che fare con le madri che si sono mutilate con la chirurgia estetica»), la spiritualità («Dio è ciò che manca quando non manca nulla»). Sky le trasformerà anche in un cofanetto di dvd.
anteprima di dago in the sky (1) dago in the sky selfie