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    DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - “ANIMAL WELL” È UN'OPERA CONCEPITA NELLA SUA INTEREZZA DA UNA SOLA PERSONA, CHE CI SPROFONDA NELLA FORMA DI UNA STRANA PALLINA NEL FONDO DI UN POZZO DOVE SI MUOVONO BESTIE, FANTASMI E COSE TRA UNA SOTTERRANEA E BUIA NATURA ONIRICA. UN CAPOLAVORO DELL’ALLUSIONE E DELL’ILLUSIONE SOSPESO TRA CIÒ CHE È RICONOSCIBILE E QUELLO CHE NON LO È E UN ESEMPIO POSITIVO SOPRATTUTTO PER I GIOVANI E PER UN’IDEA DI VIDEOGIOCO INTESO COME ARTE... - VIDEO


     
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    Federico Ercole per Dagospia

     

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    Che cosa è questo pozzo degli animali? Sorge spontaneo chiedersi, anche dopo avere finito questo videogame così ermetico e surreale da risultare, in una maniera paradossale, realista di una realtà a chi gioca aliena e inesplicabile. Inoltre Animal Well ci illude solo di essere terminato, perché dopo quelle poche ore necessarie per questo miraggio di fine si intuisce che il gioco continua, in una lunga ricerca dei segreti celati nel suo spazio complicato e astruso; non si tratta di mera oggettistica numerica nascosta qua e là nel fondo di inimmaginabili pertugi, ma di qualcosa che può aiutare a capire, a rivelare una possibile verità in questo strano sogno sotterraneo di fauna, flora, cose e fantasmi.

     

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    E chi sono io? Ci si si chiede pure, muovendo la pallina balzellante e senza dubbio senziente non solo della mia intelligenza che è il mio corpo dentro il pozzo.  Animal Well, nuovo “metroidvania” bidimensionale e non convenzionale dopo l’acido, tecno-biologico Ultros, è un motore di domande che non cessa mai di mormorare le sue questioni, o meglio di accennarle, per smuovere chi lo esperisce verso una riflessione che è dapprima ludica per diventare dopo filosofica. 

     

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    Non ci sono spiegazioni, obiettivi, indicazioni se non quella non detta di muoversi e ambientarsi nella sua sofisticata mappatura a 8 bit che risulta, malgrado la qualità grafica ancestrale, più lussureggiante e palpitante di esistenze (non propriamente vite, o si?) di tanti videogiochi dal disegno iper realista. Il mistero del pozzo, che non è più un mistero dal momento che ci io sono dentro e che di questo enigma faccio parte. Disponibile per Nintendo Switch, PC e Playstation, Animal Well è un’esperienza che astrae con la sua astrazione e che come i migliori giochi si prolunga oltre il suo stesso tempo elettronico.

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    L’OPERA DI UNO SOLO

    Animal Well è stato composto, mi viene da scrivere perché suona più giusto che “sviluppato”, da una sola persona, ovvero Billy Basso, che ha creato e assemblato tutto il materiale ludico, visionario e sonoro che costruisce l’insieme dell’opera, interpretando persino i versi delle bestie che abitano le profondità. Non c’è musica nell’accezione più rigorosa del termine, ma suoni della natura e dell’innaturale, sgocciolii, correnti aeree, lamenti, crepitii, frusciare vegetale di erbe smosse che edificano tuttavia una partitura “sinfonica” che non racconta ma allude.

     

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    Ecco Animal Well è un capolavoro dell’allusione, sospeso tra ciò che è riconoscibile e quello che non lo è. Si trovano ad esempio lungo il viaggio alcuni oggetti utili alla progressione, ma tocca a chi gioca intuire i loro molteplici scopi, sperimentando: un frisbee o uno yo-yo, che ci faccio?

     

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    Eppure poi tutto diventa chiaro, esaltando il desiderio di scoperta e il proprio intelletto. Sarebbe quindi non corretto spiegare qui le funzioni talvolta lampanti e altre meno degli accessori reperibili. Così come raccontare qualcosa della mai cervellotica ma solo logica enigmistica ambientale. Nell’anima di Animal Well sembra di cogliere, talvolta, di intravedere, quello stesso incomprensibile bagliore animale che scintilla negli occhi della bestia Trico di The Last Guardian, qualcosa di ferino che sfugge al nostro controllo o alla nostra comprensione fin quando tentiamo di ricondurla ad un pensiero umano, troppo umano e solo umano.

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    Non si sa mai, se non tramite un approccio prudente di osservazione e meditazione, se la fauna del fondo di questo pozzo sarà ostile o d’aiuto. O se è viva o non morta come i numerosi (questi sempre pericolosi) spettri che attendono nel buio.

     

    SOPRAVVIVERE SOTTO

    Animal Well è enigmatico anche nell’azione, persino quando combattiamo contro creature che possiamo definire “boss” o dobbiamo solo sfuggire dalla loro presenza di cani fantasmatici o traslucidi camaleonti. Talvolta le bestie ci aiutano, pesci che sputano bolle verticali valide per saltarci sopra o uccelli che afferrano per portare altrove. L’attività di “platform” necessaria per navigare gli spazi è solo raramente complessa, o meglio lo sarebbe se i movimenti della palletta non fossero programmati in maniera così efficace e precisa, non risultando mai frustranti o peggio fallaci.

     

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    Giochi come Animal Well, che sta vendendo assai bene e promuove una grande comunità di appassionati ispirati a condividere tra di essi scoperte ed esperienze in un vociferare sano e non tossico, indicano un futuro positivo, una speranza oltre la crisi che sta affliggendo l’industria soprattutto occidentale (controtendenza, tra tanti licenziamenti, Nintendo ha appena assunto quattrocento persone).

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    Inoltre è un esempio positivo soprattutto per i giovani e per un’idea di videogioco inteso come arte, che una solo essere umano, un unico autore come nel caso di Animal Well, di Chained Echoes l’anno scorso e di innumerevoli altri lodevoli esempi, o magari la fatica di anche solo pochissime persone, riescano a produrre meraviglie che superano in valore, significato e ricavi economici molte opere miliardarie. 

     

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