Federico Ercole per Dagospia
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Nell’oceano stellare dei videogiochi di Nintendo passati, presenti e futuri per la prodigiosa, longeva e non ancora obsoleta Switch, tra Super Mario Odissey e Xenoblade Chronicles, Triangle Strategy e Bayonetta 3, le leggende di Zelda e Metroid, sguazza con la giuliva sciocchezza di un pesce brutto quanto simpatico l’inverosimile, surreale, bizzarro, giocondo, a tratti faticoso soprattutto quando fa caldo e sorprendentemente economico Everybody 1-2-Switch.
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Si tratta del secondo “episodio” del party game intitolato 1-2-Switch che uscì poco dopo il lancio della console nel 2017, quasi in contemporanea con The Legend of Zelda Breath of the Wild, così come questo Everybody arriva poco dopo Tears of the Kingdom, un’opera immensa e una piccolissima e transitoria che sfrutta i sensori di movimento dei controller “toy-con” della console per ripristinare, ma in una maniera decisamente più comoda considerate le dimensioni assai ridotte di questi, i fasti ludici del gioco casuale e condiviso che contribuirono al successo globale dell’estinta e rivoluzionaria Wii.
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Questa volta inoltre è possibile utilizzare il proprio smart-phone al posto de toy-con per partecipare a sfide che possono coinvolgere decine di persone online, sebbene Everybody 1-2-Switch risulti esilarante soprattutto se giocato in una compagnia non virtuale, vicini. Bisogna tuttavia possedere quell’attitudine festosa e competitiva che latita in chi scrive, limitatosi quindi a guardare/studiare le sessioni di gioco di un ottetto di ragazzini, figli compresi, in quella che con il distacco dell’osservatore appare un’attività buffa quanto scervellata, una curiosa messa in scena di squisito non senso orchestrata da un’inquietante creatura antropomorfa con la testa equina chiamata Horace.
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PALLONCINI, CULATE E STELLE NINJA
Everybody 1-2-Switch si gioca suddivisi in due squadre durante tornei dalla lunghezza variabile e selezionabili: 20, 40 o 60 minuti. Ci vuole uno spazio non troppo ridotto se si compete in più di quattro persone. Armati di toy-con o di smart-phone (non ho osservato il videogame in questa modalità) si intraprendono giochini brevi e spesso sciocchi quanto spassosi, introdotti da spiegazioni prolisse che spezzerebbero il ritmo del gioco se durante queste non si alimentasse tra i partecipanti una dialettica comica e agonistica nell’attesa dell’inizio della competizione.
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Ci sono parecchi, ma nemmeno così tanti, mini-giochi che variano dall’assurdo totale alla ginnastica, alcuni davvero divertenti altri meno perché sembrano regolati da movimenti del corpo totalmente fortuiti, come quando si devono parare le stelle ninja virtuali lanciateci dall’avversario: per avere successo sembra sufficiente muovere il toy-con a casaccio invece di concentrarsi sul suono del proiettile come suggerisce il tutorial. Assai più interessante è la tenzone del palloncino da gonfiare mimando con il toy-con l’attività di pressione di una pompa ad aria verticale. Per vincere è necessario riempire il palloncino più di quello degli avversari, ma c’è il rischio di esagerare e quindi farlo scoppiare, perdendo.
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Ci sono attività fisiche pseudo sportive, come fare “squat” o simulare una corsa olimpionica, altre più celebrali come dei quiz forse troppo elementari e c’è persino il bingo. Tuttavia i mini-giochi più riusciti sono l’adattamento virtuale di 1, 2, 3 Stella, dove bisogna procedere alle spalle di un bambino poggiato ad un albero e quando questo si gira restare immobili; “hide and seek” nel quale un giocatore nasconde il toy-con e un altro lo deve trovare ascoltando le vibrazioni che questo emette; la classica sedia musicale dove quando cessa il motivetto bisogna precipitarsi a sedere. Il più coinvolgente nella sua ridicola scempiaggine, quindi il mini-gioco più riuscito, è “Bib-Hump”: si piazza il toy-con ad altezza natiche e si combatte a “culate” per buttare giù l’avversario da un ring.
UN BEL GIOCO (QUESTA VOLTA DAVVERO) DURA POCO
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Everybody 1-2-Switch risulta fonte di divertimento solo quando giocato in maniera occasionale, per sessioni che durano al massimo un’ora, in caso contrario rischia di alimentare noia, stanchezza e un senso di monotonia invece di un desiderio ludico condiviso da tutti i giocatori. Se utilizzato sporadicamente e dunque trasformato in un evento, Everybody 1-2-Switch si può trasformare in un passatempo più che pregevole, uno scacciapensieri che non nega l’ attività fisica e può essere persino corroborante.
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Le musiche, contrappuntate da felici effetti sonori, sono comiche e spesso deliziose; talvolta illudono di essere state davvero pensate per interagire con il chiasso prodotto dai giocatori. Si tratta di una cosa stramba, dal fascino diverso e surreale, forse nemmeno un videogioco ma un “gioco” e basta che può tornare utile per sorprendere gli invitati ad una festa delle elementari o delle medie che si sono stancati di “obbligo o verità” o del gioco della bottiglia.
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