DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Federico Ercole per Dagospia
“Like a lonely seabird you’ve been away from home too long. Oh, too long”, sentiamo quest’agrodolce canzone del 1976 eseguita dagli Alessi Brothers, una band composta da due gemelli di New York, mentre volteggiando con eleganza appesi alle ragnatele di Spider-Man/Miles Morales conduciamo verso nuovi e sicuri nidi un piccolo stormo di piccioni allevati da un malinconico senzatetto ed affidatici perché egli sta per partire per un viaggio che, scopriremo a missione compiuta, è quello definitivo della morte.
Ci sono tante avventure piccole e bellissime come questa, attorcigliate attorno alla trama principale o a questa secondarie, in Spider-Man 2 di Insomniac Games, nuovo colossal in esclusiva per Playstation 5; altri momenti in cui l’epica e la retorica super eroica si inteneriscono fino a dissolversi in un quieto, umanissimo lirismo.
Nostalgiche corse in bicicletta, la visita di una mostra ad un museo di Harlem dove sono esposti cimeli appartenuti a Charlie Parker e Josephine Baker, il disegno silenzioso di floreali murales controllando il corpo non udente di Hailey, la camminata notturna tra la folla e le attrazioni del Luna Park di Coney Island... Lunghi attimi che rallentano l’azione sfrenata e l’urgenza, alleviano quel senso di magnifica vertigine alimentata dagli spostamenti metropolitani di Peter Parker e Miles Morales nei loro panni di aracnidi e ci riconducono ad una quotidianità, ad un verismo sentimentale che annulla per qualche tempo lo straordinario aumentando al contempo, tramite la poetica dell’ ordinario, l’empatia e la vicinanza, di chi gioca con i due protagonisti del videogame.
Non è detto che questi segmenti di toccante realismo siano i migliori di un gioco la cui azione avventurosa è comunque esaltante non solo come attività ludica ma estetica, tuttavia la loro presenza promuove il successo di un’opera che avrebbe potuto essere solo spettacolare e divertente ma risulta invece profonda in una maniera addirittura inaspettata, una profondità per lo più latitante nel comunque pregevole primo Spiderman di Insomniac e intravista nel conciso capitolo dedicato a Miles Morales uscito al lancio di Playstation 5.
CONTRO IL CACCIATORE
Antagonista principale di Spiderman 2 è il cacciatore mistico, miliardario e spietato detto Kraven (comparso per la prima volta in un fumetto del 1964), una figura dapprima percepibile solo nella sua crudeltà, poi rivelata anche nella sua sofferente umanità. Ci sono anche altri nemici, come il disperato Sandman o lo spaventoso rettile Lizard anche egli dannato dalla sua involontaria mostruosità, ma Kraven domina la scena con l’ossessione di affermare la sua arte venatoria sui super-criminali di New York, al punto di liberare Volture, Scorpion e Mister Negative dalla loro prigione per eliminarli.
Si controllano i due Spider-Man a fasi alterne in avventure dalla spettacolarità assai spinta e varie nelle opzioni ludiche, vissute comunque all’ombra di una realtà personale che i due protagonisti trascurano per dovere, fino a nuocere alla propria esistenza non super eroica. E poi c’è Venom, l’alieno simbionte del quale inevitabilmente sfrutteremo i sensuali e disgustosi poteri, instaurando al contempo un rapporto contorto e strano di dipendenza e rifiuto.
Navigare per i quartieri di New York alla luce programmata ma sempre cangiante di questa metropoli “ricostruita” con estrema cura artistica e architettonica, pulsante di vite numeriche ma concrete, è un’esperienza gratificante che produce straordinarie visioni da capogiro. Talvolta, astratti dalla terra per l’abitudine di viaggiare ad altezze iperboliche sfrecciando tra i grattacieli, conviene invece scendere giù e concedersi passeggiate panoramiche, per ammirare la “vita” e gli spazi da una una prospettiva umana.
I combattimenti risultano vari e avvincenti, mai confusionari anche quando più frenetici, validi anche quando riflessivi e lenti fondandosi talvolta sull’attesa dell’occasione giusta per attaccare (ma mai uccidere) i nemici da una posizione di invisibilità. Ci sono innumerevoli opzioni per rendere il gioco accessibile alle esigenze di un pubblico diverso.
SINFONIA EROICA
Sebbene le missioni secondarie siano interessanti e varie, come quella legata a Mysterio o al nuovo laboratorio etico di Harry Osborne, tornano le richieste troppo casuali e invadenti dei cittadini che talvolta turbano con la loro casualità e ripetitività l’evoluzione naturale del gioco; se queste fossero state meno intrusive Spider-Man 2 ne avrebbe giovato, perché è vero che è possibile trascurarle ma capita spesso che si frappongano a momenti di quiete, mentre cerchiamo di scattare una fotografia a qualche peculiarità di New York o viaggiamo verso altri, più peculiari e interessanti obiettivi. Non è facile ignorare una richiesta di soccorso, ma con la loro insistenza, quasi da subito, vengono a noia.
Spider-Man 2, già definito da tanta critica come il migliore e più riuscito gioco dedicato ai super eroi, è un grande videogame oltre l’insieme al quale appartiene, l’ennesima dimostrazione della qualità raggiunta (e guai a dissiparla...) dagli studi di Sony, una sinfonia di immagini, storie e azioni che non è “super eroica” ma soprattutto “umanamente” eroica, talvolta in maniera dolorosa, un’esperienza che lascia percepire l’essere dentro il costume e l’etica prima del super potere.
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