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ZELENSKY - GIORGIA MELONI
Si sono incontrati a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio, un bilaterale di mezz’ora a porte chiuse per fare il punto sull’andamento della guerra in Ucraina. Ma cosa si saranno mai detti Giorgia Meloni e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky?
La Ducetta avrà dovuto sicuramente spiegare perché l’Italia, insieme all’Ungheria del filo-Putin Orban, contrariamente al voto di tutti gli altri paesi dell’Unione Europea, si è opposta nel concedere all’Ucraina l’uso in territorio russo delle armi ricevute dall’Italia impedendo il via libera collettivo chiesto dall’alto rappresentante Ue, Josep Borrell.
GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO
Immaginiamo che la premier, che il 23 settembre riceverà un premio dalle manine del filo-trumpiano Elon Musk, abbia infinocchiato il povero Zelensky con il suo proverbiale camaleontismo.
Alle rimostranze del presidente ucraino, magari la Sora Giorgia potrebbe essersi giustificata, di aver votato con il filo-putiniano Viktor Orban, perché pressata dalla minaccia di Salvini di uscire dal governo, essendo Lega contraria all’uso delle armi italiane in Russia.
GIORGIA MELONI - ZELENSKY
Chissà se, con un misto di ipocrisia e paraculismo all’italiana, avrà poi rigirato la frittata: ma poi, caro Zelensky, ma de che stamo a parla’? se anche usi le armi italiane in territorio russo, chi se ne accorge? Mica c’hanno mica il geolocalizzatore! Chi controlla se sparate con i nostri pistoloni? Sarebbe la più nobile delle supercazzole.
Di sicuro la Ducetta ha rifilato pubblicamente, parlando al Forum Ambrosetti, un calcetto al suo alleato Salvini: “A chi dice che non dobbiamo inviare armi in Ucraina, voglio fare notare che se c’è stata una invasione non si può fare un tavolo di trattative. Lo si può fare prima creando uno stallo e noi lo abbiamo creato. Non c’è alcuna imminente vittoria della Russia. A febbraio 2023 la Russia controllava il 17,3% del territorio ucraino, a distanza di un anno di guerra controlla il 17,5: questo stallo abbiamo contribuito a crearlo noi. Questo è l’unico modo per arrivare ad una tregua che porti ad una pace giusta”.
viktor orban e volodymyr zelensky
Dal canto suo, Zelensky è convinto di “avere un piano”. Ne ha anche discusso con alcuni delegati del Congresso americano: “Parliamo di un pacchetto concreto di difesa. E se lo avremo sarà un forte deterrente per la Russia e per poter terminare la guerra alle condizioni diplomatiche". Zelensky ha anche chiesto “garanzie”: con una tregua ora, il Donbass occupato dai russi resterebbe nelle mani di Putin, che a sua volta sta inviando uomini e mezzi senza sosta per cristallizzare la situazione sul campo.
incontro tra giorgia meloni e volodymyr zelensky a cernobbio
Ps: le posizioni turbo-atlantiste non sono bastate a Giorgia Meloni per essere considerata rilevante nello scacchiere mondiale visto che l’Italia è stata esclusa dal vertice sulla situazione in Ucraina convocato alla Casa Bianca dal Consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan. C’erano i partner considerati “affidabili”: Francia, Germania e Regno Unito.
La diffidenza di Washington è comprensibile. Come scrive Paolo Mieli: “È stata l’Italia — ripetiamo: unico Paese in Europa — ad avvicinarsi alle posizioni ungheresi e non viceversa. [...] Curioso che l’altro ospite d’eccezione invitato a Cernobbio sia stato proprio l’ungherese Viktor Orbán, quasi a controbilanciare la presenza di Zelensky. E a dichiarare, implicitamente, una sorta di equidistanza da parte degli organizzatori del consesso. Piccoli dettagli che indicano il mutare dei tempi”.
orban zelensky
Ps 2: quando ha accettato l’invito a Cernobbio, Zelensky era consapevole che il giorno prima del suo arrivo avrebbe parlato anche Viktor Orban, alfiere di Putin in Europa? Il premier ungherese non solo ha chiesto il cessate il fuoco, a cui Zelensky per ora si oppone visto che consegnerebbe il Donbass alla Russia, ma di Giorgia Meloni ha detto: “non solo una collega, è mia sorella cristiana”.
VIKTOR ORBAN - VOLODYMYR ZELENSKY viktor orban e giorgia meloni 1