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    DAGOREPORT – GIÀ USTIONATO DALLA CORSA PER IL QUIRINALE, QUANDO MARIO DRAGHI HA LETTO LA PAGINA DI “REPUBBLICA” CHE LO INNALZAVA A  PROSSIMO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, HA SENTITO SUBITO GRAN PUZZA DI BRUCIATO – MACRON LO CORTEGGIA DA UN BEL PEZZO PERCHÉ NON HA I VOTI PER IMPORRE ALLA GERMANIA UN PROPRIO PRESIDENTE QUINDI BUTTA SUL TAVOLO L’UNICO ASSO DI ASSOLUTO PRESTIGIO INTERNAZIONALE – MA IL GRANDE GESUITA SA BENISSIMO QUANTO  LA GERMANIA NON HA NESSUNA INTENZIONE DI MOLLARE LA PRESIDENZA E …


     
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    mario draghi foto di bacco (8) mario draghi foto di bacco (8)

    Già ustionato dalla corsa per il Quirinale, quando Mario Draghi ha letto la pagina di “Repubblica” che lo innalzava a prossimo presidente della Commissione europea al posto di Ursula, ha sentito subito gran puzza di bruciato e, dopo aver portato a termine qualche salvificante gesto apotropaico, ha seccamente negato.

     

    Del resto, se vogliamo essere precisi, è da un bel pezzo - e precisamente dal 26 novembre 2021, giorno della firma del trattato del Quirinale Italia-Francia, che Macron corteggia Draghi (gli diceva: “che vai a fare al Quirinale, il notaio?”). Il motivo di tanta seduzione politica è brutalmente matematico: il toyboy di Brigitte non ha i voti per imporre alla Germania un proprio Presidente della commissione e quindi butta sul tavolo l’unico asso di assoluto prestigio internazionale, colui che angela Merkel portò a capo della Bce, a lui carissimo e ascoltato (vedi il viaggio treno a Kiev con Schulz), cioè SuperMario Draghi. 

    mario draghi abbraccia emmanuel macron mario draghi abbraccia emmanuel macron

     

    Il grande gesuita sa benissimo quanto la Germania non abbia nessuna intenzione di mollare la presidenza. Inoltre, la santa indolenza romana, sa quanto sia logorante essere presidente della Commissione che raggruppa 27 Stati, uno più rissoso e stronzo dell’altro.

     

    mario draghi emmanuel macron mario draghi emmanuel macron

    Magari è più probabile che l’ex premier finisca a poggiare le chiappe sulla poltrona del francese Charles Michel alla presidenza del consiglio europeo, lavoro molto meno stressante del pollaio della Commissione.

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