DAGONEWS
GIORGIA MELONI
L’obiettivo delle grandi manovre europee di Giorgia Meloni è chiaro da tempo: vuole conquistare la Commissione Ue.
Per riuscirci, visto che ha scelto una foga brigadiera e non la sottile arte della diplomazia, dovrà superare molti ostacoli e sperare, innanzitutto, in una grande affermazione alle elezioni del 2024, e poi muovere con oculatezza i pezzi sulla scacchiera politica di Bruxelles: sono in molti, infatti, a opporsi alle sue ambizioni.
MANFRED WEBER ABBRACCIA URSULA VON DER LEYEN
I più scettici sono i Cristiano-democratici tedeschi: gli eredi della Merkel non vogliono un’italiana “queen-maker” dell’euro-assetto dei prossimi 5 anni, né sopportano il ruolo di cicisbeo scodinzolante che si è ritagliato Manfred Weber, leader del partito “gemello” bavarese Csu (unito da un’alleanza strutturale con la Cdu).
L’ex presidente dell’Europarlamento, che ambisce a prendere il posto di Ursula Von der Leyen, sta corteggiando da mesi la Ducetta (giovedì atterra a Roma), con l’obiettivo di essere il candidato dell’alleanza Ppe-Ecr. I suoi connazionali, però, mal sopportano la faida tra tedeschi: se c’è già Von der Leyen in campo, perché creare confusione e rischiare, di sabotaggio in sabotaggio, di restare con un pugno di mosche in mano?
friedrich merz 2
Tra i più critici rispetto al piano di Weber c’è il suo principale rivale politico interno, Friedrich Merz, che, in quanto segretario della Cdu, è azionista di maggioranza (controlla il 35%) dell’Unione tra i democristiani tedeschi.
Un altro fattore di destabilizzazione è il super-falco dei conti, il liberale Christian Lindner, leader dell’Fdp e austero ministro delle Finanze nel governo Scholz. Lindner, che in casa è in maggioranza con i socialdemocratici, in Europa sostiene l’asse PPE-Socialisti, che ha portato all’elezione di Ursula von der Leyen, insieme agli altri “liberali” radunati in “Renew europe”.
Lindner ha fatto capire ai popolari tedeschi, Weber in primis, che non intende ritrovarsi a braccetto in Ue con la destra di Ecr, presieduta da Meloni.
christian lindner.
Ci sono però anche altre questioni aperte, che rischiano di rendere evanescenti i sogni della Meloni: prima fra tutte quella polacca.
Il Pis del premier Mateusz Morawiecki è il partito di maggioranza da 8 anni, e in Ue è alleato di Fratelli d’Italia, all’interno di Ecr. A politiche di ottobre, si scontrerà con la Piattaforma civica di Donald Tusk, ex premier, ex presidente del Consiglio europeo, cocco di Angela Merkel e nome molto pesante all’interno dei Popolari europei, di cui è stato presidente.
giorgia meloni mateusz morawiecki 2
Prima del voto di Varsavia, però, si andrà alle urne il 23 luglio in Spagna, dove sono in corsa gli storici alleati di Giorgia Meloni, i neo-franchisti di Vox. Come scrive il “Corriere della Sera”, “un sondaggio di El Mundo fotografa i Popolari in crescita: potrebbero ottenere il 34.2% e 144 deputati, arrivando così a quota 177 deputati con Vox (12,1%), mentre i socialisti si potrebbero fermare al 25.7%”.
donald tusk
Un’eventuale affermazione dell’alleanza PP-Vox in Spagna non può essere automaticamente tradotta in chiave europea, finché il partito di Santiago Abascal, come auspicato dalla stessa Meloni, non abbandonerà le posizioni più estreme, “inclinandosi” verso il centro del Partito Popolare. Problema che agli occhi di Bruxelles riguarda anche Fratelli d’Italia, e prova ne è la richiesta di Weber di togliere la fiamma di memoria missina dal simbolo di Fratelli d’Italia.
GIORGIA MELONI SANTIAGO ABASCAL
Sulla sponda francese, la Regina della Garbatella non ha grandi alleati: Macron la detesta, e ancor peggio Marine Le Pen. L’eterna candidata all’Eliseo, che non ha mai mancato di marcare la sua distanza dalla Meloni, è una storica alleata di Salvini, con cui ha costruito il gruppo “Identità e Democrazia” al parlamento Ue, da cui il leader della Lega vuole fuggire - ci sono dentro anche i neo-nazi tedeschi di AFD.
Infine, la questione interna: Berlusconi, che nel Ppe è di casa, sognava di condurre per mano Giorgia e Matteo nel partito popolare europeo ma Forza Italia sempre più irrilevante elettoralmente, non ha più i voti dei bei tempi, e dunque europarlamentari, per far valere le sue ragioni. Salvini, che i popolari del PPE non vogliono vedere neanche in foto, fa come la volpe e l’uva: dice di non volere l’ingresso della Lega nel PPE, pur sapendo che non sarebbe mai accolto. L'unico rifugio, per non restare col cerino in mano, è nel gruppo dei conservatori, ma lì c'è la Ducetta.
giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi al compleanno di salvini
In questo pataracchio fatto di veti, manovre, alleanze e tradimenti, la terza rata del Pnrr ancora non si vede: l’aspettavamo a febbraio e a giugno ancora nisba. E se da un lato, Fratelli d’Italia inquadra questo ritardo come una ritorsione di Bruxelles alle manovre espansioniste di Giorgia Meloni, dall’altro la Commissione ha espresso tutto il suo malcontento verso il commissario all’economia, Paolo Gentiloni, che sta dando una grossa mano al governo italiano.
Non è solo amor patrio, “Er moviola” è inferocito con Elly Schlein (che nel frattempo ha ricevuto il bacio della morte da Carlo De Benedetti, che a Dogliani ha detto: “non è ancora il momento per giudicarla, diamole tempo. Il centrosinistra deve ripartire da un forte nucleo di sinistra”).
giorgia meloni con paolo gentiloni
La segretaria multigender vuole infatti candidare solo donne come capilista alle prossime europee. E Gentiloni, che in Europa è conosciuto, ha credito da spendere e un consenso personale, se la prende in saccoccia, e il suo desiderio di fare il capolista nella circoscrizione Centro-Sud potrebbe andare alle ortiche.
Ps. Guardano con attenzione alle prossime europee anche i Cinque stelle. I molti delusi dall’attendismo di Giuseppe Conte sperano con trepidazione che l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, venga assolta al processo d’appello sui fatti di Piazza San Carlo.
giuseppe conte chiara appendino
BERLUSCONI: ORA CENTRODESTRA EUROPEO MA SALVINI: NOI RESTIAMO FUORI DAL PPE
Estratto dell’articolo di Giuseppe Alberto Falci per il “Corriere della Sera”
Centrodestra in Europa, ci credono (quasi) tutti. Anche se ciascuno mette il proprio segnaposto e sottolinea, come fa Matteo Salvini: «La Lega farà pesare il suo consenso». E anzi il leader leghista sembra proprio chiudere all’ingresso del suo partito nel Ppe: «Non è all’ordine del giorno». Chi guarda avanti è certamente Silvio Berlusconi, già proiettato sulle elezioni europee 2024.
ELLY SCHLEIN PAOLO GENTILONI
Il leader di Forza Italia è convinto che sia arrivato il momento per riproporre a Bruxelles la stessa maggioranza che governa l’Italia, un’alleanza tra popolari e conservatori.
L’ex premier lo dice al Giornale […] Il contesto è mutato: «La maggioranza tra popolari, liberali e socialisti ha fatto il suo tempo. Aveva un senso quando l’Europa era soprattutto un accordo tra gli Stati […] Man mano che l’Europa ha acquisito una soggettività politica autonoma […] è diventato sempre più importante che la guida assuma una connotazione politica chiara».
silvio berlusconi giorgia meloni
In sintesi, teorizza Berlusconi, il «modello Ursula» non è più funzionale perché porterebbe «alla paralisi o a soluzioni pasticciate». E così parola agli elettori, dopo le Europee ci dovrà essere o una maggioranza di centrodestra o di centrosinistra. Il primo test sono le Politiche in Spagna del 23 luglio. Un sondaggio pubblicato ieri da El Mundo fotografa i Popolari in crescita: potrebbero ottenere il 34.2% e 144 deputati, arrivando così a quota 177 deputati con Vox (12,1%), mentre i socialisti si potrebbero fermare al 25.7%.
[…] Eppure, la strada non è del tutto in discesa. Per esempio, Giorgia Meloni con ogni probabilità non incontrerà il presidente del Ppe Manfred Weber, che giovedì sarà a Roma per un convegno dei Popolari. […] Carlo Fidanza, il capo delegazione a Strasburgo di Fratelli d’Italia spiega che sì, «l’alleanza tra conservatori e popolari è l’auspicio per cui stiamo lavorando». […]
MANFRED WEBER INCONTRA GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI - 11 NOVEMBRE 2022
Tra l’altro, tra i FdI c’è chi preferisce evitare la pubblicità. Non perché non sia d’accordo con il Cavaliere, ma perché «meno se ne parla meglio è... Se vai in Europa a dire: a breve vi sostituiremo, di sicuro non ci facilitiamo il percorso sul Pnrr, sulla finanziaria, sui balneari...». E la Lega? Anche Matteo Salvini lavora «per un accordo tra tutti i partiti di centrodestra a Bruxelles con l’obiettivo di rendere più incisive alcune battaglie». […]
MANFRED WEBER SILVIO BERLUSCONI ANTONIO TAJANI
giorgia meloni e ursula von der leyen sorvolano l emilia romagna alluvionata