Flavio Pompetti per ''Il Messaggero''
Tre milioni e ottocentomila persone contagiate e più di centoquarantamila decessi; nuovi casi in aumento in quaranta dei cinquanta stati dell'Unione, e morti in ascesa del 63% nelle ultime due settimane. I numeri dell'epidemia schiacciano Donald Trump con le spalle al muro, sempre più solo a difendersi dall'accusa di aver sottovalutato la gravità della crisi sanitaria, preoccupato solo dei riflessi che questa avrebbe avuto sulle elezioni.
Gli appelli che il presidente ha lanciato ad aprile per una riapertura rapida e non coordinata, hanno generato i numeri funesti di luglio, e anche le rare eccezioni a questa tendenza non giocano a suo favore. Gli stati del Nordest che sono riusciti ad appiattire la curva dei contagi e a tenerla bassa, sono gli stessi che hanno rigettato le pressioni per la riapertura, e oggi stanno tornando alla normalità parziale concessa dal Covid-19, mentre il resto del Paese si trova sull'orlo del precipizio.
TRUMP AL TELEFONO
I NUMERI
Un sondaggio Abc/Washington Post mostra che Joe Biden è ora 15 punti avanti nella corsa verso la presidenza; un deficit pari solo a quello accusato da George Bush padre nell'estate del 1988 nei confronti del democratico Michael Dukakis, il quale fu poi sconfitto, vittima degli spot televisivi vincenti di Bush, oltre che del sudore e della barba malfatta che esibì nei dibattiti televisivi.
Trump avrebbe bisogno di un simile miracolo per essere rieletto, ma le dimensioni e lo stato attuale del contagio gli lasciano poche speranze da qui a novembre. Così il presidente si è piegato: basta megaraduni elettorali in stile Make America Great Again', stop agli amati bagni di folla circondato dall'entusiasmo dei suoi tifosi. D'ora in avanti, finché la morsa della pandemia non darà tregua agli Stati Uniti, i comizi del tycoon saranno per telefono. I tele rallies, come li ha ribattezzati lo stesso presidente parlando ai sostenitori del Wisconsin, seduto alla scrivania dello Studio Ovale con la cornetta in mano per il suo primo comizio telefonico. Una svolta clamorosa.
L'ECONOMIA
DONALD TRUMP JOE BIDEN
Trump ha brandito ancora una volta il vessillo della borsa come simbolo del successo della sua amministrazione, con il Dow Jons non troppo distante dal record storico dello scorso febbraio, e il Nasdaq sopra quella soglia del 10%. I due listini sono stati sostenuti con il peso determinante dei sussidi di stato. Le manovre finanziarie erano imprescindibili dato i tempi, ma hanno gonfiato il rapporto debito/pil al 108% attuale, che diventeranno il 160% alla fine del decennio nei calcoli del Fondo Monetario. Alle spalle di Wall Street l'economia del Paese è in evidente difficoltà, con 31 milioni di lavoratori in cassa integrazione, e un pil che nella lettura del Fmi è crollato del 36,7% nel secondo trimestre di quest' anno.
L'agenzia Moody' s ha calcolato che la politica dei dazi perseguita da Trump ha contribuito a creare 300.000 disoccupati, e ha sottratto lo 0,3% al pil, tanto da azzerare i risparmi concessi con il taglio delle tasse. Una tempesta perfetta sta per abbattersi sul presidente. Molte delle aziende che avevano iniziato a riaprire le fabbriche si trovano negli stati con il contagio in aumento, e gli amministratori tremano ora in attesa un ritorno ad un lockdown che avrebbe effetti disastrosi sui loro libri contabili.
donald trump e anthony fauci 2
Attaccare l'epidemiologo Athony Fauci come Trump e i suoi collaboratori hanno fatto nelle ultime settimane non aiuta a risolvere il problema, anzi ha già provocato un ulteriore perdita di confidenza degli elettori nei confronti del presidente, come mostrano i sondaggi. La fine dell'estate è tempo di bilanci conclusivi per capire quanti lavoratori sono ancora impiegati, e una resa dei conti amara potrebbe cadere a settembre, in coincidenza della stretta finale della campagna elettorale. I democratici alla camera fiutano il clima che si sta creando, e daranno battaglia per evitare che l'ennesimo pacchetto di sussidi in via di definizione la prossima settimana al congresso, sia un altro assegno con la firma Trump da inviare agli elettori.