Fabio Sindici per la Stampa
malibu
«Prima regola del beach club: non parlate mai del beach club». Con gli estranei, ovviamente.
La raccomandazione - che echeggia la famosa battuta del film di David Fincher, Fight Club - si ritrova in forme più o meno esplicite nei codici di comportamento per i soci dei circoli balneari più esclusivi della costa a Nord di Los Angeles, da Santa Monica a Malibù. Allo storico Jonathan (sede principale a Downtown, beach club a Santa Monica) la prassi è almeno un anno di anticamera.
luca del bono
Barbecue e cocktail È uno dei meno difficili. Al BC (per Beach Club, sempre a Santa Monica), gli anni diventano due e si devono subire questionari pignoli su gusti e frequentazioni. Al Bel-Air Bay Club, a Pacific Palisades, il segno di prestigio è nelle cabanas, quasi cottage sulla spiaggia dove si organizzano barbecue e cocktail. La Little Beach House di Malibù, aperta lo scorso anno, è l' unica della catena inglese di club e hotel Soho House dove anche chi è socio delle altre «case» deve fare domanda per bere un drink nella famosa terrazza sulla risacca. Tra i soci, Sharon Stone, Lionel Richie e Miley Cyrus. L' unica eccezione (forse maligna) al riserbo è la doccia in piena vista dei tavoli del vicino ristorante Nobu.
I privilegiati delle spiagge «members only» versano quote fino a 85 mila dollari, più fee mensili da 500 a mille.
Ma perché pagare e accapigliarsi per poche centinaia di metri quando ci sono quasi 60 chilometri di arenile pubblico?
«È una questione di status e di comodità. Si incontrano le persone giuste e puoi lasciare la tavola da surf nei capanni» spiega un socio del BC che, per non rischiare di essere bandito, mantiene l' anonimato.
capalbio 9
Se a Los Angeles regna l' omertà di circolo, a Capalbio si sussurra tra le dune. L' oggetto dei bisbigli è la fresca apertura (con feste) della Macchia, ritrovo per soli soci in un fortino spagnolo del XVII secolo a ridosso del litorale. Una joint venture tra Londra e Macchiatonda, per un members club in stile britannico: gli ideatori sono il top manager Carlo Puri Negri e l' italo-inglese Luca Del Bono.
L' architettura d' interni country-boho è dello studio Quincoces-Drago; la scena sociale è quella della lobby politico-mondano-economica di Capalbio.
Qui le quote vanno dai 25 mila euro per i soci fondatori ai 10 mila per quelli ordinari. Ancora non ci sono ombrelloni, ma spuntano cuscini e tavoli fra le dune un tempo selvagge.
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Numero chiuso A proposito di wilderness mediterranea, il numero chiuso e le tessere magnetizzate sono approdate anche sulle isole greche. Sulla piccola cala di Psarrou, a Mykonos, all' entrata di Nammos ti accolgono hostess smaglianti in divisa sexy. Il beach club nell' Egeo ha inaugurato lo scorso giugno il Riva Private Deck per proprietari di motoscafi e superyacht che ormeggiano nella baia riparata dal meltemi. Le cabanas costano quanto una suite in un hotel a cinque stelle. Office space, bar e lounge sono a pochi passi dai lettini. Dal molo parte la paranza privata che porta in tavola pesce fresco a caro prezzo.
carlo e giulia puri negri
Cosa è successo al vecchio stabilimento balneare, luogo di chiacchiere oziose e di battute che bruciano più della sabbia?
È sempre stato, soprattutto in Italia, un microcosmo sociale ma anche uno spazio d' ombra per turbamenti letterari e cinematografici, da Agostino di Alberto Moravia alla lotta di Tazio sulla rena in Morte a Venezia , romanzo di Thomas Mann e film di Luchino Visconti. Terreno semi-privato, dopotutto, familiare alla fine: Jodie Foster si è trovata a cambiarsi in un capanno sul litorale tirrenico a inizio carriera (nel Casotto di Sergio Citti) e Vittorio Gassman, nel Sorpasso di Dino Risi, a passare la notte di Ferragosto sulla sdraio di un lido di Castiglioncello. Oggi, nella fascia del lusso, il classico lido è stato spodestato da resort balneari dotati di spa, amache, tende da rajah indiani, dj che variano la musica con lo scorrere del giorno. Sempre più privati.
Foto sui social e privacy In Versilia, il contraltare del Balena di Viareggio, con il suo deco d' antan è il piacione Twiga di Marina di Pietrasanta. O il Nikki beach, inaugurato la scorsa estate. Il gossip sotto l' ombrellone è stato sostituito dalla foto pubblicata sui social.
Insieme ai commenti vocali registrati su whatsapp ad amici e conoscenti. La privacy è invece un fatto naturale per L' Eco del Mare di Lerici: il club è in una cala privata del Golfo dei Poeti che si raggiunge con una scalinata o in ascensore. Per chi vuole fermarsi la notte c' è una locanda di sei stanze con arredi shabby hip a tema marino. Al Blue Marlin di Ibiza gli «assistenti di ombrellone» sono professionali, cortesi e patinati. Quasi irreali. Il beach club ha creato un franchising: oltre a due location nell' Isla Blanca, il marchio è presente a Cabo San Lucas, in Messico, ad Abu Dhabi, e a Bodrum, in Turchia. Il Nikki beach invece ha aperto gli ombrelloni da Saint Tropez (dove però non riesce ad eclissare l' eco-chic Club 55) a Saint Bart.
mykonos
Dove non c' è spiaggia, i club sul mare conquistano nuovi spazi, come il Macakizi, uno dei più ambiti sulla costa turca, allestito su pontoni galleggianti.
A Bali, El Kabron è sistemato sulle scogliere di Uluwatu: il tramonto dalla piscina è spettacolare, ma il ristorante a tema messicano sembra fuori posto nell' isola degli dei.
L' icona del bagnino è stata sostituita dal dj, come al Maya beach di Ko Tao, Tailandia, dove si beve e si balla sui lettini a tre posti. La mitica figura in canottiera rossa è un po' appannata. Gli sopravvivono bene le strutture, con cambio della destinazione d' uso. Come la torretta delle life guard della Frishman beach di Tel Aviv, noleggiata dal Brown Hotel group e trasformata in una pop up suite decorata con graffiti urbani sulle onde del Mediterraneo.
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