Alessia Marani per www.ilmattino.it
COMMISSARIATO DI via Orazio Raimondo
«Dai che voglio andare in galera». Questa volta il ventunenne Raffaele Casamonica, non nuovo a certi episodi, si è presentato in piena notte davanti al commissariato della Romanina e ha cominciato a lanciare sassi contro il portone. L’ha fatto una prima volta intorno all’una. Ha scagliato un paio di pietre poi si è messo seduto nei pressi dell’ingresso e quando gli agenti sono usciti fuori attirati dai rumori per verificare che cosa stesse accadendo, ha semplicemente detto di avere buttato dei sassi in strada per «attirare l’attenzione». In tutta risposta i poliziotti lo hanno sanzionato amministrativamente per avere violato il coprifuoco invitandolo a fare rientro al più presto nella sua abitazione.
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Ma non contento dopo circa due ore, alle 3, Casamonica è tornato davanti alla palazzina di via Orazio Raimondo e ha scaraventato l’ennesimo sasso centrando in pieno, e danneggiandolo, il portone di ingresso del commissariato. Bloccato dai poliziotti, il giovane ha ammesso di avere compiuto il gesto. Non solo. Fuori di sé, probabilmente ubriaco, ha gridato di volere andare in carcere: «Portateme dentro».
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Il ventunenne è stato, dunque, fermato con l’accusa di danneggiamento aggravato. Eppure, nonostante ciò, non è riuscito nel suo intento di finire dietro le sbarre: il magistrato ha convalidato sì l’arresto, ma lasciandolo in attesa del processo con rito abbreviato.
Raffaele Casamonica, con precedenti di polizia, giovane rampollo del grande clan il cui nome è balzato più volte alle cronache per reati contro il patrimonio e la persona, non è nuovo a incursioni del genere. Gli investigatori della Romanina hanno avuto a che fare con lui anche nell’estate dello scorso anno.
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Alle 4 di mattina del 17 agosto si era presentato al box d’accesso del commissariato chiedendo di essere portato in prigione. L’agente di guardia rispose che gli istituti carcerari non sono un albergo e non è che si finisce in galera su richiesta. Allora Raffaele Casamonica, per nulla scoraggiato, ha lasciato gli uffici, si è diretto al vicino “T Amo bistrot” e ha cominciato a lanciare pietre e a prendere a calci gli ombrelloni e le sedie del dehor.
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Una scena che gli agenti hanno seguito attraverso le telecamere di sicurezza. Usciti fuori, lo hanno bloccato, portato dentro e denunciato a piede libero. Ma il ventunenne non si è dato per vinto. Appena rimesso piede in via Raimondo ha preso a sassate una Opel Astra parcheggiata lungo la strada, distruggendola.
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All’epoca il giovane Casamonica fu effettivamente portato a Rebibbia ma ci rimase poco: giusto il tempo di ricomparire la mattina successiva davanti al giudice di piazzale Clodio per la convalida dell’arresto. Il ragazzo chiese scusa, disse di «avere avuto un momento di black-out», forse a mandarlo fuori di testa c’era stata anche una delusione d’amore, e tornò subito libero su richiesta del pm in virtù della sua fedina penale pulita.
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L’altra notte il nuovo raid contro la polizia. Dalla Romanina sono convinti: se continua così prima o poi in galera ci andrà sul serio.
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