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    DAI CINQUESTELLE ALLE STALLE – “GIUSEPPI”, ANCORA INCAZZATO PER ESSERE STATO IGNORATO DA DRAGHI, PROVA A RICUCIRE CON DI MAIO, PATUANELLI E GLI ALTRI MINISTRI PENTASTELLATI MENTRE PARE CHE LO STESSO GRILLO SI SIA RESO CONTO CHE NON SI PUÒ ANDARE AVANTI CON UN MOVIMENTO ACEFALO E SAREBBE DISPOSTO A SUPERARE LA “DIARCHIA” TEMUTA DA CONTE E A CONCEDERGLI AUTONOMIA SU NOMINE, COMUNICAZIONE, POLITICA ESTERA E SULLA SCELTA DELLA LINEA POLITICA, MA CON... – NONOSTANTE GLI SCHIAFFI, IL CONTE CACADUBBI NON MOLLA IL GOVERNO


     
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    Alberto Gentili per "Il Messaggero"

     

    VIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO VIGNETTA KRANCIC - ROBERTO FICO - ROCCO CASALINO - GIUSEPPE CONTE - BEPPE GRILLO

    La furiosa tempesta di venerdì, con il MoVimento letteralmente esploso sul fronte della giustizia, spinge Giuseppe Conte e Beppe Grillo a correre ai ripari. Dopo giorni di gelo e lo «sgarbo» dell'intervento del Garante che giovedì ha scavalcato l'ex premier spingendo i ministri 5Stelle a dire di sì alla riforma del processo penale (prescrizione inclusa), Conte e Grillo sono tornati a trattare. C'è chi parla addirittura di una telefonata. Di certo, «la trattativa è ripresa, il caos sulla prescrizione ha convinto tutti che serva al più presto una leadership chiara», esulta uno dei Sette Saggi che quotidianamente si riuniscono su Zoom per mediare sullo statuto grillino. L'ex premier, raccontano, avrebbe messo da parte «la grande arrabbiatura».

    grillo conte grillo conte

     

    E l'avrebbe fatto in quanto Grillo «sta finalmente andando verso l'accettazione del superamento della diarchia, riconoscendo un ruolo pieno e autonomo al capo politico», dice una fonte che partecipa alla trattativa. Dunque «si va verso un accordo, lo scontro sta rientrando. La scissione non ci sarà». Questo perché, a meno di nuovi colpi di scena, anche il Garante avrebbe «compreso che non può più accadere ciò che è successo giovedì, quando Draghi l'ha chiamato chiedendo di intervenire sconfessando il capo politico in pectore del MoVimento», spiega un esponente parlamentare.

     

    Grillo, insomma, sarebbe disposto a superare la «diarchia» temuta da Conte e a concedergli autonomia su nomine, comunicazione, politica estera e sulla scelta della linea politica del M5S. L'intesa su cui stanno lavorando i Sette Saggi prevede inoltre la possibilità che il presidente (Conte) possa promuovere una consultazione tra gli iscritti per sfiduciare il Garante. E viceversa. Resta aperto il nodo sull'eventuale consultazione sul web promossa da Grillo, nel caso in cui il presidente prendesse decisioni contrarie ai valori e ai principi del MoVimento. Su questo punto si tratta ancora.

    GIUSEPPE CONTE BY OSHO GIUSEPPE CONTE BY OSHO

     

    «CONTE SODDISFATTO» In ogni caso, dopo la tempesta di venerdì Conte viene descritto «soddisfatto» per la ripresa della trattativa. Determinato a dare battaglia in Parlamento contro la riforma della prescrizione: «Se diventerà presidente M5S scatenerà la terza guerra mondiale, per lui il nuovo processo penale della Cartabia è un vero disastro», riferisce un esponente di peso vicino all'ex premier. E per ora resta nel governo: «Giuseppe non vuole abbandonare la maggioranza, ma se Draghi continuerà a schiaffeggiare il MoVimento, i suoi valori e le sue istanze, sarà lui a spingerci fuori...».

     

    giuseppe conte vs beppe grillo meme giuseppe conte vs beppe grillo meme

    Seguendo una tecnica consolidata dei grillini, Conte ha riallacciato i rapporti con Luigi Di Maio, Stefano Patuanelli e gli altri ministri pentastellati - che oggi pomeriggio incontreranno su Zoom i gruppi parlamentari - scegliendo un nemico esterno. Mario Draghi, appunto. Il presidente del Consiglio è accusato di «grave scorrettezza» per aver by-passato Conte chiamando Grillo: «Una cosa che non doveva assolutamente fare, ben sapendo che il MoVimento proprio in questi giorni sta discutendo sul ruolo del capo politico», dice una fonte parlamentare vicina all'avvocato, «Draghi si è approfittato delle nostre difficoltà».

     

    Ma soprattutto al presidente del Consiglio viene addebitata la colpa di aver spinto i ministri grillini a dire di sì, minacciando le dimissioni. Minaccia, però, smentita da palazzo Chigi. Ma ecco lo spin contiano: «Quando i nostri ministri si sono sentiti dire da Draghi che se non dicevano di sì alla riforma della prescrizione lui si sarebbe dimesso, Di Maio, Patuanelli, Dadone e D'Incà si sono spaventati e si sono piegati».

     

    LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI

    In poche parole «si sono fatti intimidire e fregare». Il passo successivo è recuperare il rapporto con Patuanelli e Di Maio che l'avvocato non può permettersi di stracciare: «Senza un capo politico pienamente operativo e forte, i ministri si sono trovati in una posizione di debolezza e fragilità umana di fronte alla minaccia della crisi di governo». In questa ricucitura, le minacce dell'Isis al ministro degli Esteri sono state l'occasione per Conte di esprimere «massima vicinanza» a Di Maio.

     

    GRILLO CASALEGGIO CONTE BY OSHO GRILLO CASALEGGIO CONTE BY OSHO

    E per Grillo di stigmatizzare la rivolta di venerdì: «Luigi non ti preoccupare», quelli dell'Isis «sono meno pericolosi dei grillini più agguerriti!». Si vedrà oggi, nell'arena dei gruppi parlamentari, se la ricucitura ha gambe per camminare. In molti vorrebbero cambiare la squadra dei ministri, ma è difficile che questa ipotesi passi.

     

    2. LO SCONTRO SULLA GIUSTIZIA TERREMOTA I 5 STELLE GRILLO INCORAGGIA DI MAIO MA CONTE NON ARRETRA

    Monica Guerzoni ed Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

     

    grillo conte grillo conte

    Quel post sparato a sera da Beppe Grillo in difesa del ministro degli Esteri minacciato di morte dall'Isis, per qualche lungo minuto ha scatenato il panico nel Movimento. «Luigi Di Maio non ti preoccupare - lo ha abbracciato a distanza il fondatore -. Sono meno pericolosi dei grillini più agguerriti!». Visto il clima incandescente per lo scontro sulla giustizia, i contiani hanno temuto un altro siluro contro l'ex premier. Ma dall'entourage del comico è arrivata la rassicurazione che no, era solo «una battuta nello stile di Grillo». La tensione resta altissima, i 5 Stelle sono al tutti contro tutti. Lo scontro tempestoso sulla prescrizione - ministri da una parte e Conte dall'altra e poi la telefonata risolutiva di Draghi a Grillo - ha complicato il lavoro dei sette «saggi», che da giorni si confrontano in videocall per conciliare i «punti fermi» dell'aspirante leader con il ruolo un po' ingombrante del fondatore e garante.

     

    conte grillo conte grillo

    La scissione sembrava a un passo. Finché ieri sera dal tavolo dei mediatori è arrivato un refolo di ottimismo: «C'è stata un'accelerazione e l'accordo è vicino». Il caos che si è scatenato attorno alla riforma Cartabia della prescrizione avrebbe convinto i vertici del Movimento che non si può andare avanti senza un capo politico, con i gruppi parlamentari sbandati e attraversati dalla tentazione di uscire dalla maggioranza. L'incontro tra i notai delle due parti, in lotta sui punti più controversi del nuovo statuto, avrebbe avuto esito positivo. Di conseguenza Grillo sarebbe pronto a dare il via libera a Conte come capo politico vero e forte, purché l'ex premier accetti di essere affiancato da una segreteria di peso. Ma lo scontro sulla giustizia ha sollevato un'onda di sospetti, scatenato la base contro i vertici e infiammato gli animi dei parlamentari.

     

    conte grillo conte grillo

    Oggi l'assemblea straordinaria chiesta dai contiani e convocata dai capigruppo Crippa e Licheri con l'avallo di Crimi, si aprirà in un'aria da resa dei conti. L'idea di riunire su Zoom deputati e senatori (a poche ore dalla finalissima degli Europei di calcio) ha fatto saltare i nervi a tanti. C'è rabbia, voglia di ribaltare il tavolo. I ministri Di Maio, Patuanelli e D'Incà faticheranno a placare i bollenti spiriti di un'assemblea delusa e spaccata tra grillini e contiani, che registra le reazioni furiose della base. La ministra Dadone ha scritto su Facebook un post sul reddito di cittadinanza ed è stata assalita dalle voci di dissenso. «Uscite dal governo!».

     

    «Incoerenti e senza dignità umana, vergognatevi». La deputata Giulia Sarti è netta: «Io non voterò mai la schifezza incostituzionale sulla prescrizione». E adesso l'enigma è se il M5S andrà avanti in Aula sulla linea governativa di Draghi e Di Maio, o se prevarranno le spinte di Conte, che denuncia l'«anomalia italiana» e vuole tornare alla prescrizione modello Bonafede. A quanto trapela dal suo entourage, il giurista pugliese è ancora irato perché il capo del governo ha telefonato a Grillo. «Una scorrettezza in un momento così delicato», lamentano i fedelissimi dell'avvocato, che spiegano così il via libera dei ministri pentastellati al ritorno della prescrizione: «Draghi ha minacciato di salire al Quirinale e rimettere il mandato, cosa che ha intimidito i ministri».

     

    il post di beppe grillo contro conte il post di beppe grillo contro conte

    Questa narrazione dei fatti è stata smentita da fonti di governo eppure dice molto dello stato d'animo con cui i contiani proveranno a cambiare la riforma in Aula: «Sarà battaglia». Ma intanto l'ex premier ieri ha sentito Di Maio e Patuanelli e avrebbe ricucito con i ministri. E c'è anche chi accredita una telefonata con Grillo. Nel Movimento 5 Stelle un'area parlamentare trasversale spinge per uscire dalla maggioranza, o almeno cambiare l'intera squadra dei ministri che hanno dato il via libera alla riforma Cartabia.

     

    GIUSEPPE CONTE INCONTRA BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE INCONTRA BEPPE GRILLO

    Molti si chiedono se incollare i cocci sia davvero possibile e chi ha parlato con Conte assicura che il primo a domandarselo sia lui, lasciato fuori dai contatti tra Draghi e Grillo e, a margine del Consiglio dei ministri di venerdì, criticato sottovoce anche dai ministri. «Giuseppe sta riflettendo - conferma un senatore -. È normale che si interroghi. Chi può giurare che Grillo non continuerà a dettare la linea ai ministri, anche se il leader sarà lui?». Al Pd sono preoccupati, il segretario Enrico Letta tifa per un chiarimento: «Senza le riforme, innanzitutto quella della giustizia, non ci saranno i soldi del piano europeo».

    VIGNETTA ELLEKAPPA - CONTE GRILLO E CASALEGGIO VIGNETTA ELLEKAPPA - CONTE GRILLO E CASALEGGIO

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