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    IL PARTITO DEMOCRATICO AMERICANO E' PIENO DI CORRENTI COME QUELLO ITALIANO – BIDEN FINISCE NEL MIRINO DELLA FRONDA INTERNA: 37 DEPUTATI DEM, TRA CUI NANCY PELOSI E ALEXANDRA OCASIO-CORTEZ, HANNO FIRMATO UNA LETTERA INDIRIZZATA A BLINKEN NELLA QUALE SI CHIEDE LA CESSAZIONE DELLE FORNITURE DI ARMI A ISRAELE – LE DIFFERENZE NEL PARTITO DEMOCRATICO SUL SOSTEGNO A ISRAELE ERANO GIÀ EMERSE IN PASSATO E PER “SLEEPY JOE” DIVENTA SEMPRE PIU' DIFFICILE PARLARE DEL DIRITTO DI DIFESA DI TEL AVIV MENTRE INVITA NETANYAHU A NON COLPIRE I CIVILI...


     
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    Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per “la Stampa

     

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    «È il prezzo della guerra». Era il 25 ottobre quando il presidente americano Joe Biden commentava così le vittime dei raid israeliani ad Atatra e metteva in dubbio la contabilità dei palestinesi sul numero effettivo di morti civili. Oggi quel conto ha superato le 32 mila unità e il presidente democratico in cerca di rielezione non ripeterebbe quelle frasi. La sua Amministrazione ripete però che la posizione su Israele non è mutata e che c'è un linearità fra continuare a sostenere il diritto alla difesa dello Stato ebraico e l'invito a evitare di colpire i civili.

    antony blinken joe biden jake sullivan antony blinken joe biden jake sullivan

     

    […] Lunedì scorso ad esempio mentre i volontari di World Central Kitchen venivano uccisi in un raid, Washington consegnava altre armi a Israele. Il segretario di Stato Antony Blinken ha spiegato che è solo un timing anomalo e che la vendita è autorizzata dal Congresso da ben prima del 7 ottobre nell'ambito di accordi decennali che prevedono consegne annuali per 3 miliardi di dollari. Ma anche i senatori più vicini a Biden, come Chris Coons, hanno espresso qualche malumore per come Israele sta conducendo una guerra che non rispecchia «i valori in cui crediamo».[…]

     

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    Nei prossimi giorni, la Camera dei deputati metterà ai voti una risoluzione proposta dalla repubblicana Maria Salazar (Florida) che denuncia come l'Amministrazione Biden stia compiendo pressioni unilaterali su Israele, critica la richiesta di «immediato cessate il fuoco» e il sostegno alla risoluzione Onu sulla fine dei combattimenti. Il guaio per Biden è che questa risoluzione rischia di spaccare e dividere i democratici e far riemergere le differenze dentro il partito sul sostegno a Israele. Già emerse in maniera evidente. […]

     

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    Tra l'altro i repubblicani contano di smascherare le contraddizioni democratiche già di per sé palesi. Venerdì una lettera indirizzata a Blinken nella quale si chiede la cessazione delle forniture di armi a Israele ha raggiunto 37 firme. C'è anche quella della Speaker emerita Nancy Pelosi, oltre a quelle prevedibili di Alexandria Ocasio-Cortez e Rashida Tlaib. Ma il sigillo di Pelosi indica come la posizione dell'establishment democratico, quello che ha proprio in Biden il vessillo, stia cambiando.

     

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    La lettera chiede di ripensare «la consegna di armi offensive fino a quando un'indagine completa sul raid» contro i cooperanti sarà completa. […] Mentre tenta di trovare una quadra con il suo partito, Biden ha il fronte internazionale da portare avanti. Continua a premere per individuare una soluzione sugli ostaggi. Il capo della Cia, William Burns, è al Cairo e a egiziani e qatarioti è arrivato il messaggio di Biden affinché convincano Hamas a trattare. Emissari del movimento di Gaza saranno oggi al Cairo. Nessuno si sbilancia a dire se è un segnale di un'intesa più vicina o l'ennesima fumata nera.

     

    Washington poi ha riacceso i radar sull'Iran. Dopo il blitz israeliano a Damasco, l'intelligence Usa ritiene che «entro una settimana» arriverà la risposta di Teheran. Il regime degli ayatollah l'ha già minacciata, gli americani avrebbero informazioni più accurate su quali sono gli obiettivi più a rischio in Israele. Sin dal 7 ottobre Biden ha lavorato – e con successo finora – per impedire l'escalation. Ora anche questo aspetto è appeso a un filo.

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