Sergio Rizzo per il “Corriere della Sera”
angelino alfano saluta luigi marroni della consip
Se finalmente il tormentone della siringa cesserà lo dobbiamo a lui: Luigi Marroni da Castelnuovo Berardenga, provincia di Siena. Proprio l' amministratore delegato della Consip che (senza volerlo?) ha scatenato il putiferio di Natale. La gara da 40 milioni per fornire alle Asl siringhe tutte allo stesso prezzo si è appena conclusa. E possiamo immaginare che quell' omone alto un metro e 92, da un anno e mezzo collocato al vertice della società pubblica incaricata di far risparmiare allo stato un mucchio di soldi sulle forniture, ne vada fiero per un paio di motivi almeno.
Il primo è personale. Quando nell' estate del 2015 arriva a via Isonzo, la strada nel quartiere Salario a Roma dove ha sede la Consip, molti faticano a crederci. Difficile dar loro torto. Marroni è infatti assessore della giunta regionale della Toscana: digiuno all' apparenza della materia. Mentre chi occupa quella poltrona da quattro anni non sembra affatto aver demeritato.
LUIGI MARRONI
Così, pochi giorni prima dell' assemblea, Domenico Casalino ha avuto dal sottosegretario alla presidenza Luca Lotti l' assicurazione che l' azionista, cioè il governo, è intenzionato a riconfermarlo. Al momento cruciale, però, dall' urna esce il nome di Marroni. Ce l' ha messo con ogni probabilità lo stesso Lotti, e subito fioccano le interpretazioni maliziose. Casalino è un dirigente pubblico nominato a suo tempo da Giulio Tremonti e confermato successivamente da Mario Monti ed Enrico Letta.
Mentre Marroni è descritto da qualcuno come un renziano a quattro ruote motrici. E non per sintonie scoutistiche: vero è che pure lui, come Matteo Renzi, è stato negli scout. Ma vent' anni prima. Il fatto è che nel 2004 Marroni diventa direttore generale della Asl di Firenze, e ci resta un bel po', durante tutto il periodo in cui Renzi è presidente della Provincia. I due si conoscono, e familiarizzano, grazie a quella circostanza. Poi nel 2009 il futuro premier diventa sindaco di Firenze e le relazioni si intensificano.
LUIGI MARRONI
Il vero sponsor di Marroni però si chiama Enrico Rossi, potente azionista del pd toscano. Marroni è senese: tifoso della contrada dell'Istrice come suo fratello Carlo, giornalista del Sole 24 ore e già direttore dell' agenzia di stampa Radiocor. È ingegnere e per più di vent' anni lavora alla Fiat fino a diventare vice presidente di Cnh, la holding delle macchine agricole.
Fa base a Londra, ma in quel periodo insegna anche alla Sant'Anna di Pisa. Ed è lì che la sua strada si interseca con quegli ambienti politici di cui Rossi, che è stato anche sindaco di Pontedera sostenendo iniziative come il Polo tecnologico collegato alla stessa Sant'Anna, è espressione.
Poi un bel giorno la Fiat entra in crisi: la crisi più brutta che si ricordi, e tutto il ponte di comando dal presidente Paolo Fresco in giù toglie il disturbo. A Torino è un terremoto e Marroni comincia a pensare che forse anche per lui è ora di cambiare aria. Anche se accettare la proposta dell' assessore reginale alla Salute Rossi e passare dal vertice della holding di una grande casa automobilistica alla direzione di una Asl fiorentina non è proprio un gran salto in avanti. Ma tant' è.
RENZI LOTTI
Il sodalizio con Rossi si rivela inossidabile. E quando l' assessore prende il posto del governatore Claudio Martini, la poltrona dell' assessorato tocca a lui. I suoi sostenitori dicono che ha fatto della sanità toscana la migliore d' Italia, riducendo da 12 a tre il numero delle Asl. Lui stesso rivendica poi in privato di aver fatto risparmiare in un solo anno con la sua gestione della Consip due miliardi di spesa pubblica. Ma se avesse saputo in quale pasticcio l' avrebbe portato tutto questo, magari sarebbe rimasto alla Fiat. Decisamente meglio i trattori, delle microspie.