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    GIÙ LE MASCHERINE (MA NON IN ITALIA) - DAL 16 MAGGIO SUGLI AEREI CHE VOLANO IN EUROPA I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE NON SARANNO PIÙ OBBLIGATORI, MA DA NOI RESTANO FINO AL 15 GIUGNO. QUESTO VUOL DIRE CHE SUI VOLI CHE PARTONO O CHE ARRIVANO IN ITALIA I PASSEGGERI DOVRANNO COPRIRSI IL VISO. MA C’È GIÀ PUZZA DI FARSA: SIAMO SICURI CHE GLI STRANIERI, GIÀ ALLERGICI DI LORO ALLE MASCHERINE, RISPETTERANNO L’OBBLIGO PROVENENDO DA UN PAESE CHE LE HA ABOLITE?


     
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    Paolo Russo per “la Stampa”

     

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    Da lunedì 16 maggio in Europa niente più mascherine quando si viaggia in aereo e nemmeno in aeroporto. A "smascherare" tanto i passeggeri che il personale di volo è il nuovo protocollo di sicurezza pubblicato ieri dall'Aesa, l'Agenzia europea per la sicurezza aerea e dall'Ecdc, il centro europeo per il controllo delle malattie.

     

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    Ma a viaggiare tra le nuvole senza più restrizioni saranno gli altri, non chi parte o arriva nel nostro Paese. Tanto i ministeri di Salute e Trasporti che l'Enac (l'ente nazionale per l'aviazione civile italiana), da noi interpellati hanno fornito una risposta unanime: «Fino al 15 giugno vige l'ordinanza firmata dal ministro Speranza, che obbliga ancora a indossare i dispositivi di protezione su tutti i mezzi di trasporto, aerei compresi. E questo anche se si parte da un Paese dove l'obbligo non esiste più».

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    Dal ministero della Salute trapela però l'orientamento a togliere ovunque la mascherina allo scadere dell'ordinanza, che tra l'altro verrà superata a breve dal decreto legge sulle riaperture, che appena approvato in via definitiva dal Parlamento darà maggiore forza normativa al prolungamento dell'obbligo. Fatto che fa escludere un accorciamento dei tempi rispetto alla scadenza di metà giugno. «Un po' di prudenza non guasta, visto che a Civitavecchia su una nave con 1.500 passeggeri oggi (ieri per chi legge, ndr) un centinaio sono risultati positivi al Covid», spiega un tecnico della Salute.

     

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    Resta però il fatto che per ora su per i cieli da noi non cambia nulla. E nemmeno se si parte da uno dei sempre più numerosi Paesi che le mascherine in volo le hanno già abbassate. Decisione presa ieri dalla Francia, preceduta da Gran Bretagna, Usa, Repubblica Ceca, Danimarca, Ungheria, Islanda, Irlanda, Norvegia, Polonia, Romania, Slovenia e Svezia, mentre la Grecia ha annunciato di voler rimuovere a breve tutte le restrizioni.

     

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    Nel considerare finita l'era dell'obbligo sia l'Aesa che l'Ecdc nelle loro linee guida continuano però a considerare le mascherine «una delle migliori difese contro la trasmissione del Covid-19». E restano comunque fortemente raccomandate per chi tossisce o starnutisce e per i «viaggiatori vulnerabili», che farebbero anzi bene a indossare le più protettive Ffp2. «In molti passeggeri e membri di equipaggio c'è un forte desiderio di viaggiare senza, ma siamo solo all'inizio del processo. I viaggiatori dovrebbero continuare a rispettare le regole della loro compagnia aerea.

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    E laddove le misure preventive fossero facoltative, prendere decisioni responsabili, rispettando le scelte degli altri passeggeri», ha detto il direttore dell'Aesa, Patrick Ky. Al quale ha fatto eco la direttrice dell'Ecdc, Andrea Ammon, ricordando che la mascherina resta uno dei migliori strumenti di protezione. Raccomandazioni inutili per noi, ancora sottoposti ad obbligo. Anche se gli ospedali si svuotano e i contagi continuano a scendere: ieri 42.249, quasi 14 mila in meno in sole 24 ore. -

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