Estratto dell''articolo di Sergio Arcobelli per “il Messaggero”
JEREMiah Armstead
Non ha mai perso la fede, nemmeno durante le notti in cui dormiva in macchina con la sua famiglia. Da homeless a stella della Fisk University, la squadra di basket del college: è la traiettoria felice di Jeremiah Armstead, che ha realizzato il sogno americano e per il suo coraggio verrà premiato durante le Final Four Ncaa del torneo universitario.
JEREMiah Armstead
[…] Nato ad Atlanta e cresciuto a Philadelphia, l'adolescente Jeremiah Armstead era al secondo anno di liceo quando si è trasferito in California con la madre Mindy Brooks, il fratello e la sorella, per scappare da problemi di violenza domestica. Con la famiglia ha trascorso tre anni dormendo in auto e in rifugi, facendo i conti contro la precarietà dell'alloggio. […]
JEREMiah Armstead E LA MADRE
«Vivevo in macchina e non volevo che i miei amici lo sapessero. Era difficile per me pensare di andare a scuola. Pensavo: i brutti momenti non durano per sempre. Le cose possono cambiare. Dovevo essere una figura paterna per mio fratello e mia sorella, ma sentivo un peso, perché ero già alto 1,80 e occupavo tutto lo spazio in macchina», racconta. Alle volte sua madre lo accompagnava alla high school, un viaggio di 40 minuti; poi, aspettava insieme ai fratelli al parcheggio che le lezioni finissero per risparmiare benzina e denaro. […]
JEREMiah Armstead
Una certa stabilità è arrivata all'ultimo anno di liceo, quando gli allenatori hanno scoperto la verità. «Mi hanno regalato un paio di scarpe e mi aiutavano a lavare i vestiti. Hanno fatto in modo che non mi sentissi solo». Grazie a una combinazione di donazioni no-profit e di una borsa di studio, Jeremiah è riuscito a iscriversi all'università (ora è al 2° anno e si sta laureando in kinesiologia) e a frequentare la Fisk, dove sta emergendo in maglia Bulldogs a suon di canestri.
KENNY ANDERSON Jeremiah Armstead
L'INCONTRO
Per un colpo di fortuna ha incontrato Kenny Anderson, ex playmaker della Nba, un altro che ha vissuto momenti difficili crescendo nel Queens. «Lui è un mio eroe. Quando mi ha inserito in squadra, non riuscivo a crederci», ha detto Jeremiah dell'allenatore […]«Dico ai miei di sognare in grande, di lavorare sodo e di non smettere di insistere. La vita migliorerà, ma non si potrà ottenere tutto in una volta. Ho superato un periodo difficile, ma mi ha reso la persona che sono oggi. Non vedo l'ora di vedere come andrà a finire». […]
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