pinturicchio
Antonio Pinelli per Robinson – la Repubblica
Non è una mostra come le altre la spettacolare rassegna che si è inaugurata a Perugia Tutta l' Umbria una mostra. La mostra del 1907 e l' arte umbra tra Medioevo e Rinascimento, a cura di Marco Pierini e Cristina Galassi.
Composta da dipinti e qualche scultura, ma anche da codici miniati, maioliche, oreficerie e paramenti sacri, per un totale di 130 opere, quasi tutte provenienti da musei e collezioni umbre, ma soprattutto dalla miriade di chiese della regione, è «una mostra su una mostra», ovvero una rassegna di «storia della storia dell' arte».
Mira, infatti, a rievocare un evento espositivo svoltosi in Palazzo dei Priori 111 anni fa, riproponendo un' ampia selezione delle opere che vi furono esposte e perfino adottando come titolo lo slogan Tutta l' Umbria una mostra coniato per propagandare quel remoto evento.
La rassegna del 1907 si qualificò come la prima retrospettiva a carattere identitario dedicata, nel caso specifico, all' arte umbra dal Medioevo al Rinascimento, e fu considerata la più imponente mai organizzata nella regione. Suo scopo era dimostrare che la Scuola umbra aveva caratteri propri e originali, non era un' appendice di quella toscana, come pretendeva un radicato pregiudizio di stampo vasariano. Sull' onda dell' entusiasmo suscitato dal grande successo di pubblico e di critica, il sindaco chiese al Ministro della Pubblica Istruzione di riconoscere alla Pinacoteca di Palazzo Priori il rango di Galleria Nazionale dell' Umbria, riconoscimento che giunse finalmente nel 1918. La mostra odierna, infatti, è la prima delle tante iniziative che festeggeranno il centenario.
perugia tutta l'umbria una mostra
L' Umbria, come l' Italia tutta, è un grande museo diffuso. La scelta di destinare gran parte del budget di questa rassegna al restauro di un gran numero dei 130 pezzi esposti, per poterli restituire alle raccolte di provenienza in condizioni migliori, è un tassello significativo del rapporto virtuoso e non prevaricante che i «Supermusei» debbono stabilire con le loro propaggini territoriali. La mostra del 1907 integrava le sue 1000 opere con le raccolte della Pinacoteca Vannucci, mirando a trattenerne qualcuna per completare il suo ordinamento. Ora siamo in una fase più matura e l' odierna rassegna, riproponendo una sintesi ragionata di quella del 1907, offre una rivisitazione critica del concetto stesso di Scuola umbra, valorizzando quanto nel 1907 era ancora confuso e contraddittorio. Corregge, ad esempio, la svalutazione che allora permaneva del Medioevo umbro, facendo riflettere sull' eccezionale opportunità di aggiornamento offerta ai maestri umbri dal formidabile cantiere assisiate dove convennero da Roma, Firenze e Siena tutti i grossi calibri delle rispettive Scuole e i migliori maestri vetrai d' Oltralpe.
perugia tutta l'umbria una mostra
Ponendo a diretto confronto nella Sala Podiani, allora come ora, opere di Pintoricchio e di Perugino, il visitatore è invitato a proseguire la disamina dei tratti distintivi dello stile dell' uno e dell' altro, nelle attigue sale della Galleria. Ma soprattutto, osservando i dipinti di Gentile e Antonio da Fabriano, Ottaviano Nelli, Matteo da Gualdo, Benardino di Mariotto o Niccolò Liberatore detto l' Alunno, l' odierna mostra ci fa intendere come le odierne partizioni regionali impediscano di capire la stratificata e mutevole realtà storico-culturale di un territorio come il nostro, che è un mosaico di realtà diverse, seppur tra loro interconnesse, perché né le Alpi né gli Appennini hanno mai costituito un ostacolo, anzi i loro valichi sono stati un trafficatissimo crocevia di scambi. Come la lingua parlata, la lingua figurativa forma un continuum cangiante che si ibrida con quella del vicino, formando dialetti dalle mille sfumature.
giovanni battista salvi
Tra Medioevo e Rinascimento, per esempio, la geografia artistica dell' Umbria riflette l' invisibile linea di confine costituita dal corso del Tevere: la regione che si estende a partire dalla riva destra esprime una propria cultura figurativa, improntata all' armonia e ad un sereno equilibrio, in quanto orientata verso la Toscana (ne è paradigmatico esempio proprio il Perugino); quella prodotta «sulla riva sinistra» e gravitante attorno al tratto umbro-marchigiano della via Flaminia, s' irradiò da Gubbio, Gualdo e Foligno ed ha una cifra espressiva più aspra e angolosa, perché partecipe di quella koiné culturale appenninica che era irrorata da correnti di origine nordica e, soprattutto, veneta. Esemplare, a questo proposito, proprio il caso dell' Alunno, che sebbene fosse di fatto contemporaneo del Perugino, non ne subì minimamente l' influenza, preferendo forgiarsi uno stile personale, frutto di una singolare ibridazione tra la vivacità espressiva ereditata dal tardo-gotico e la nervosa, acuminata eleganza che aveva assorbito dai tanti polittici marchigiani eseguiti da pittori di estrazione veneta come Crivelli o i Vivarini.
gentile da fabriano
LUOGO: GALLERIA NAZIONALE DELL' UMBRIA, PERUGIA INDIRIZZO: CORSO VANNUCCI 19 ORARI: DA MARTEDÌ A DOMENICA: 8.30- 19.30; LUNEDÌ: 12- 19.30 BIGLIETTI: 8 EURO, RIDOTTI 4 DURATA: FINO AL 10 GIUGNO
il perugino manifesto della mostra di perugia del 1907 la resurrezione perugino