CATHERINE COLONNA
Stefano Montefiori per corriere.it
Almeno per il momento nelle stanze del potere a Parigi non è proprio aria di un incontro Macron-Meloni al G20 di Bali, martedì e mercoledì prossimi.
La riconciliazione non sarà facile, perché Francia e Italia restano salde sulle proprie posizioni. Ma se Roma sembra disposta a tentare un riavvicinamento, Parigi ritiene di avere subito un torto gravissimo e pensa ancora alle ritorsioni, più che a riallacciare il dialogo.
Al «forum della pace» di Parigi, Emmanuel Macron venerdì ha parlato di questioni migratorie senza entrare nei dettagli, evocando un generico dovere di «solidarietà internazionale». Ma da giorni negli ambienti diplomatici si parla di un presidente francese profondamente in collera per essere stato messo di fronte al fatto compiuto. Che poi i suoi ministri mettano in scena lo sdegno anche a fini interni, almeno in parte, non cambia la sostanza.
GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON MEME
La Francia sente di avere patito un’umiliazione dall’Italia, e la ministra degli Affari esteri Catherine Colonna, già ambasciatrice a Roma dal 2014 al 2017, lo ribadisce in un’intervista al Parisien : «Se l’Italia persiste con questo atteggiamento ci saranno conseguenze», è il titolo.
Colonna ha ricevuto i giornalisti del Parisien nel suo ufficio al Quai d’Orsay giovedì pomeriggio e le sue frasi vengono pubblicate sul quotidiano in edicola oggi, dopo le limature e i controlli apportati dai consiglieri, come è consueto in questi casi. Si può dire quindi che l’intervista rappresenti la posizione attuale di Parigi, ed è un nuovo attacco al governo italiano, con toni quasi minacciosi.
emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi
Per la ministra Colonna la crisi dell’Ocean Viking con l’Italia «rappresenta una fortissima delusione quanto al fondo della questione. L’Italia non rispetta né il diritto internazionale né il diritto del mare. La regola è quella del porto sicuro più vicino: la nave era vicina alle coste italiane. Visto il rifiuto ostinato e la mancanza di umanità dell’Italia, abbiamo accolto la nave in via eccezionale».
In realtà la regola non è così automatica, e l’insieme di convenzioni e accordi internazionali non è di interpretazione univoca. Ma in ogni caso quel che lamenta la Francia è la rottura di quel rapporto di fiducia reciproca che aveva portato all’accordo stipulato a giugno su una ripartizione volontaria dei migranti.
OCEAN VIKINGS - MEME BY CARLI
«La decisione dell’Italia (di rifiutare lo sbarco alla Ocean Viking, ndr) è scioccante perché i meccanismi europei di aiuti e di ripartizione dello sforzo di solidarietà funzionano. Il comunicato con il quale Giorgia Meloni considera, parlando a nome nostro, che spetta alla Francia accoglierli, entra in totale contraddizione con quello che ci siamo detti. Questi metodi non sono accettabili».
Quale avvenire per la relazione franco-italiana? La rottura è consumata? «Se l’Italia persiste con questo atteggiamento ci saranno conseguenze — risponde la ministra Colonna —. Da parte nostra abbiamo sospeso la redistribuzione dei migranti in arrivo dall’Italia e rafforzato i controlli alle frontiere franco-italiane. Bisogna richiamare Roma al suo dovere di umanità. Nella speranza che comprenda il messaggio».
MELONI MIGRANTI
Appena due settimane fa il governo francese ha presentato un nuovo disegno di legge sull’immigrazione che verrà discusso a inizio 2023; non sopporta quindi di prestare il fianco alle accuse di lassismo, puntualmente arrivate da Marine Le Pen. La leader del Rassemblement national dice che Macron avrebbe dovuto seguire l’esempio di Meloni: «La crisi non è assolutamente colpa dell’Italia. Le navi delle Ong devono riportare i migranti nel porto di origine».
In queste ore tutta l’estrema destra francese, da Marine Le Pen a Eric Zemmour a Marion Maréchal Le Pen, sostiene le ragioni dell’Italia contro il governo del proprio Paese. Secondo Marine Le Pen, l’Ocean Viking non avrebbe dovuto approdare né in Italia né in Francia ma «in Tunisia o in Algeria». Nulla impedisce che un incontro informale tra Macron e Meloni venga organizzato all’ultimo momento al G20, ma per ora la soluzione della crisi appare molto lontana.
MIGRANTI
EMMANUEL MACRON GIORGIA MELONI
Il meccanismo di redistribuzione dei migranti? "Increscioso e deludente". Arriva di sabato pomeriggio la "controffensiva" congiunta di Italia, Grecia, Malta e Cipro. Una denuncia a quattro voci sganciata dai Paesi che affacciano sul Mediterraneo e che, per i migranti, rappresentano giocoforza il primo ingresso verso l'Europa. Una dichiarazione condivisa, scritta da tre ministri dell'Interno ai quali si affianca il titolare della Migrazione e dell'asilo di Atene. Una nota che arriva dopo le polemiche sulle politiche di accoglienza e lo scontro pesante avvenuto tra Roma e Parigi.
Tuttavia, trascorrono solo poche ore e la rivista Le Parisien pubblica un'intervista alla ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna, rilasciata però giovedì: "L'Italia non rispetta né il diritto internazionale né quello marittimo. Dalla premier Giorgia Meloni metodi inaccettabili, Roma avrà conseguenze". Mentre la Spagna prende le distanze dalla nota congiunta: "Premierebbe chi non rispetta gli obblighi del diritto internazionale". In tutto questo, l'Europa è al lavoro per organizzare a breve un vertice. Obiettivo temporale: entro fine novembre.
MELONI MACRON
"Delusione su ricollocamento migranti"
Italia, Grecia, Malta e Cipro scrivono dunque nella lettera congiunta: "In quanto Paesi di primo ingresso in Europa, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale ed orientale, si trovano a sostenere l'onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel mediterraneo, nel pieno rispetto di tutti gli obblighi internazionali e delle norme dell'Ue".
Alla luce di ciò "purtroppo, il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari che abbiamo ricevuto finora nel corso di questo anno", denunciano i quattro. Inoltre, "a tutt'oggi il meccanismo si è dimostrato lento nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato di alleviare quell'onere a cui tutti noi, come Stati membri di prima linea, siamo costantemente esposti, in quanto finora solo un esiguo numero di relocation è stato effettuato".
Tutto ciò "è increscioso e deludente, soprattutto in questo momento in cui i nostri paesi devono affrontare sempre più frequentemente una pressione migratoria che sta mettendo a dura prova il nostro sistema di asilo e di accoglienza".
GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON