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    DALLA PADELLA FACEBOOK ALLA BRACE GOOGLE - PENSATE CHE LASCIARE IL SOCIAL SALVI I VOSTRI PREZIOSI DATI? MA È IL MOTORE DI RICERCA IL VERO VAMPIRO DELLA PRIVACY, E SE SU FACEBOOK METTIAMO ‘MI PIACE’ A UN RISTORANTE, È A GOOGLE CHE CONSEGNIAMO I NOSTRI SEGRETI PIÙ PROFONDI, DALLE QUESTIONI MEDICHE A QUELLE SESSUALI, POLITICHE, RELIGIOSE, LAVORATIVE


     
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    menlo park facebook menlo park facebook

    Francesco Borgonovo per la Verità

     

    Bene, adesso il mondo ha scoperto che Facebook controlla i dati degli utenti. La moda che impazza nelle ultime ore è quella di cancellarsi dal social network, nell' illusione di difendere la propria privacy. Alcuni guru digitali come Elon Musk, il fondatore di Tesla, e Brian Acton, cofondatore di Whatsapp, invitano esplicitamente gli internauti a disconnettersi. Questi signori - è comprensibile - godono come matti nel vedere l' arrogante Mark Zuckerberg mangiare la polvere.

     

    I comuni mortali, però, farebbero bene a non illudersi troppo. Davvero pensate che, uscendo da Facebook, la vostra vita privata sarà al sicuro?

    Davvero credete che il problema sia solo questo social network? Se è così, vi sbagliate di grosso. Per essere schedati e controllati basta aprire la homepage di Google. A dimostrarlo basta la ricerca effettuata qualche settimana fa dal sito Truenumbers.it, che ha pubblicato le informazioni raccolte tramite Ghostery, un' applicazione che consente di tutelare la privacy bloccando alcuni dei sistemi che permettono alle pagine web di incamerare informazioni.

     

    FACEBOOK VS GOOGLE 1 FACEBOOK VS GOOGLE 1

    Secondo Ghostery, «il 77% delle pagine web ha almeno un track al suo interno», ovvero un programma che consente di tracciare gli utenti, scoprendone i comportamenti e le preferenze. Spiegava Truenumbers.it che «Google è il sito che traccia di più i comportamenti di chi lo usa. Il 64,4% delle pagine caricate dalla piattaforma - non solo dal motore di ricerca, si contano anche le pubblicità - lascia una traccia del cammino degli utenti, per ricostruire da quale sito si proviene prima di approdare al motore di ricerca e a cosa si cerca».

     

    Il motore di ricerca di Mountain View è il più vorace tra gli squali del Web. Cosa credete che faccia con i dati che accumula? Già nel 2011, lo studioso di tecnologia Eli Parisier scriveva: «Oggi Google usa cinquantasette indicatori - dal luogo in cui siamo al browser che stiamo usando al tipo di ricerche che abbiamo fatto in precedenza - per cercare di capire chi siamo e che genere di siti ci piacerebbe visitare.

     

    google facebook google facebook

    Anche quando non siamo collegati, continua a personalizzare i risultati e a mostrarci le pagine sulle quali con tutta probabilità cliccheremo».

    Può darsi che il metodo sia un pochino diverso, ma alla fine della fiera non c' è molta differenza tra ciò che fa Google e quel che hanno fatto i signori di Cambridge Analytica con i dati presi a strascico su Facebook.

     

    Stando ai numeri forniti da Ghostery, Google è di gran lunga il maggior collettore di dati presente online. «Per molte piattaforme», spiegava Truenumbers.it, «il lavoro sporco lo fa Google che piazza su molti di questi siti la propria pubblicità o offre sponsorizzazioni in base alla sua raccolta dati, per esempio, con Amazon».

    In sostanza, l' azienda ottiene informazioni su di voi e poi le utilizza a fini commerciali.

    Che vi venga venduto un prodotto o un candidato alla presidenza degli Stati Uniti non è molto diverso, non trovate?

     

    facebook vs google facebook vs google

    Google, tra l' altro, esercita un' esplicita funzione politica, filtrando le notizie che ogni giorno vi capitano sotto gli occhi. Pochi giorni fa, il New York Times ha scritto che l' azienda di Mountain View ha intenzione di cambiare la sua politica sulle news. «Google lancia un nuovo progetto per aiutare il giornalismo a crescere nell' era digitale con un investimento da 300 milioni di dollari nei prossimi tre anni», ha scritto il Corriere comunicazione. «Si chiama Google news initiative e nasce con l' obiettivo di far emergere e rafforzare il giornalismo di qualità sulle piattaforme di Google; abilitare nuovi modelli di business che supportino un giornalismo di qualità; consentire alle organizzazioni del mondo dell' informazione di sfruttare la tecnologia per portare innovazione nelle redazioni».

     

    google occhi google occhi

    Nel comunicato ufficiale di Google si leggeva: «I malintenzionati spesso prendono di mira le breaking news sulle piattaforme di Google, aumentando la probabilità che gli utenti siano esposti a contenuti inaccurati. Abbiamo quindi istruito i nostri sistemi a riconoscere questi eventi e ad adeguare i nostri segnali verso contenuti più autorevoli. Anche su YouTube ci sono sfide simili, e anche li stiamo adottando un approccio analogo, evidenziando nella sezione "Top News" solo contenuti pertinenti provenienti da fonti verificate».

     

    Che bravi che sono: adesso provvederanno loro a selezionare le notizie «vere», proteggendoci così dalle fake news e dalla disinformazione. Sarà Google a spiegarci in che cosa dobbiamo credere, e magari a suggerirci quale candidato alle elezioni è più accettabile. A me sembra una forma di controllo, che ne pensate?

     

    james deen porno in google glass 1 james deen porno in google glass 1

    Eppure, oggi tutti si concentrano su Facebook. Oddio, è difficile immaginarsi Zuckerberg è soci nelle vesti di vittime, e di certo non lo sono. Ma l' ondata di indignazione nei confronti del social, per ora, è servita a nascondere una realtà ben più vasta e inquietante.

    Il problema non è Facebook, ma l' intera «rivoluzione digitale». Non basta chiudere un profilo per mettersi al riparo.

    Il dramma è che, nell' oceano scuro del Web, di luoghi davvero sicuri non ce ne sono più.

     

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