meloni salvini
Estratto dell’articolo di Giacomo Salvini per “il Fatto quotidiano”
A tarda sera, Matteo Salvini è molto soddisfatto. “Siamo davvero contenti”, è la frase che ripete il suo staff. Non c’è solo un senso di rivalsa sulla premier Giorgia Meloni […].
C’è anche un principio che il vicepremier leghista ha voluto stabilire prima nella riunione a Palazzo Chigi durata fino alle 3 di notte e poi ancora ieri mattina, quando è stato il momento di chiudere la trattativa sulle nomine: “Governare richiede equilibrio e condivisione, anche perché da sola non hai i numeri” è stato il ragionamento fatto da Salvini a Meloni.
flavio cattaneo 1
Un avviso preciso, che non riguarda solo la guida delle partecipate, ma anche il futuro del governo. Il leghista, d’altronde, vuole far capire alla premier che neutralizzare Forza Italia non le consente di decidere su tutto da sola. […] Per la prima volta, […] si è materializzato l’asse tra la Lega e la parte ronzulliana di Forza Italia, decisiva al Senato, che tanto preoccupa la premier.
ignazio la russa giorgia meloni
Tra gli azzurri si imputa a Tajani di essersi piegato a Meloni e il leghista viene eletto quasi come loro nuovo leader: “Salvini è stato bravo, il king della partita – commentano i forzisti – Alleati sì, ma non supini, basta governare con la forza”. E così Meloni ha dovuto cedere, furente. Ma in pubblico dissimula: “Nomine basate su competenza e non appartenenza, grande lavoro di squadra”.
meloni crosetto centenario aeronautica piazza del popolo
[…] Salvini e Letta si sono impuntati. Perché la nomina di Scaroni era diventata una questione di principio per i due alleati […]. Ma la vera mossa con cui la Lega ha messo alle strette Meloni è stata quella sull’ad di Enel. […] Perché Salvini si è imposto sponsorizzando Flavio Cattaneo, presidente di Italo che era andato anche al suo 50esimo compleanno. L’operazione è riuscita anche grazie a un asse inedito tra Salvini e una parte di FdI, quella che fa riferimento a Ignazio La Russa, grande sponsor di Cattaneo.
Dicono che il presidente del Senato si sia speso molto per portarlo in Enel. Una mossa che i meloniani leggono come una vendetta di La Russa nei confronti della premier per averlo richiamato sullo scivolone su via Rasella. Fatto sta che alla fine Donnarumma resta fuori da tutto.
STEFANO DONNARUMMA
E qui viene l’altro tema delicato per Meloni. Che nella partita delle nomine ha dovuto fare i conti con un avversario in più: una parte del suo partito per la prima volta le si è rivoltata contro. Non solo La Russa, ma anche Guido Crosetto che avrebbe voluto Lorenzo Mariani a Leonardo al posto di Roberto Cingolani, sponsorizzato da Mario Draghi e dallo stesso Descalzi.
Ma, una volta capita la malaparata, il ministro della Difesa è riuscito comunque a piazzare il presidente, cioè l’ambasciatore Stefano Pontecorvo pur senza deleghe. Ieri sera Crosetto era furioso con Meloni. Un nemico in più. A cui si aggiunge il ruolo dimezzato dei “governisti” in Lega e FI: Salvini e i berlusconiani accusano Giorgetti e Tajani di aver lasciato troppa strada libera in partenza alla premier.
l ambasciatore stefano pontecorvo foto di bacco (1) guido crosetto giorgia meloni centenario aeronautica militare MELONI CROSETTO MEME flavio cattaneo sabrina ferilli foto di bacco (2) flavio cattaneo 2 GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI