fuortes boschi
Riccardo Torrescura per “la Verità”
Più che casta diva, è la diva della Casta. Eccola che incede elegante - di turchese vestita, capello da sciantosa - all' Opera di Roma. E la notizia è lei, mica La damnation de Faust di Hector Berlioz che lì si esegue. Intorno è tutto uno scrosciare di flash, ci sono pure i fan che bramano un selfie, e lei sempre si presta, snudando i denti e accendendo gli occhi.
Quando faranno il prossimo governo, a Maria Elena Boschi dovrà spettare di diritto l' incarico di ministro alla Movida.
boschi
Non c' è tappeto rosso che non calpesti, sfilata in cui non s' infili, mondanità in cui non sguazzi. La si nota sempre, e lei si fa notare volentieri. Anche quando entra dalla porta sul retro, come alla prima alla Scala, dove ha finto di voler sfuggire ai fotografi. Ha pure polemizzato con i giornalisti: «A Venezia ho fatto il tappeto rosso e avete detto che non andava bene, qui no: qualunque cosa non va bene». Povera stella.
Solo che poi, una volta dentro, eccola lì di nuovo ad attirare gli sguardi, metà grazie al sorriso incorniciato di rosso vivo, l' altra metà grazie alla generosa scollatura dell' abito azzurro e verde.
Dice: la prima milanese è un evento culturale tra i principali del Paese, è giusto andare. Beh, è giusto che vada il ministro dei Beni culturali, magari è opportuno che si presenti il premier. Ma che c' entra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all' attuazione del programma e alle pari opportunità? Non è dato sapere.
fuortes boschi bergamo
E forse non lo sapeva nemmeno lei, Maria Elena, che diamine ci stesse facendo alla Scala. Tanto che, mentre i suoi compagni di palco si spellavano le mani ad applaudire, la nostra se ne stava con le testa a mollo nello smartphone, a messaggiare con ignoti. Chissà, magari stava postando qualche foto su Instagram, il social network che tempesta di immagini, comprese quelle che la ritraggono in palestra, a esibirsi in esercizi tonificanti.
boschi scala7
DoPo tutto, bisogna che il braccio sia ben tornito, perché il sottosegretario lo sfodera in più occasioni. Sul red carpet veneziano, per esempio: mostra del cinema e mostra delle grazie di Maria Elena, sagoma ritagliata da un abito lungo nero, scarpa aperta, tricipite migliorabile.
È infatti, al G7 di Taormina (dove la Boschi ha agito da gran padrona, organizzandosi pure l' evento parallelo sui diritti umani) la nostra è apparsa al galà per Roberto Bolle con abito raffinato, ma braccia coperte. Che avesse saltato qualche allenamento di troppo? Possibile. Comunque sia, ha rimediato: all' Opera di Roma, smanicata, era uno schianto. E se ne rendeva pure conto, ci scommettiamo, visto come s' aggirava gagliarda. Sorrideva a tutti e sfilava serena, spensierata: quasi che di banche, in Italia, non stesse parlando nessuno.
2. BOSCHI
boschi venezia
Estratto dell’articolo di Carlo Bertini per “la Stampa”
(...) E dunque, partendo dall' alto, il nome di Matteo Renzi, figura nella piantina nel collegio di Firenze città e potrebbe campeggiare anche nei listini di Torino, Milano e Napoli. Il premier Paolo Gentiloni farà la sua battaglia in un collegio di Roma, così come il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti e Matteo Orfini. Chi non si doterà di «paracadute» nei listini sarà proprio Luca Lotti, candidato solo nel collegio di Empoli (considerato però blindato). Boschi pare destinata nel collegio di Ercolano e forse nei listini della Campania.
Dario Franceschini di certo ci sarà (le deroghe ai tre mandati in Parlamento valgono per tutti i ministri e i graduati del Pd) e correrà nella sua Ferrara, coperto dalla presenza nei listini dell' Emilia. Andrea Orlando correrà tra Genova e La Spezia, Gianni Cuperlo in un collegio sicuro dell' Emilia o in un listino a Roma, Michele Emiliano In Puglia.
3. NUVOLE NERE SU CASA BOSCHI A TRE MESI DAL VOTO
Fabrizio Boschi per “il Giornale”
Parafrasando Ennio Flaiano «la situazione politica è grave ma non è seria». In verità un tantinello seria è per la famiglia Boschi, se la figliola prodigio, Maria Elena, nutre ancora velleità istituzionali. La situazione per la sottosegretaria non si mette bene in vista del voto.
boschi mostra milano
«Qui ad Arezzo per loro sarà un problema - commenta un avvocato della città - perché sono percepiti come coloro che hanno partecipato alla truffa dei risparmiatori. Infatti la Boschi sarà candidata in un altro collegio. Anche se in questa città chi è ben informato ed in buona fede sa benissimo che Banca Etruria è stata distrutta in modo trasversale».
Qualcuno dice che la Boschi starebbe pensando di candidarsi addirittura in Trentino, a 500 chilometri da Laterina. Nel Pd c' è molto imbarazzo e c' è chi ostacola la sua rielezione. «Mi dicono i comitati - spiega Letizia Giorgianni dell' Associazione Vittime del Salvabanche - che lei ha problemi a candidarsi nei collegi. Il Pd non la vuole più».
Insomma, le nubi che si addensano all' orizzonte sono molte e sono anche parecchio nere. Non solo per le pressioni che la Boschi avrebbe mosso nei confronti dell' ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni il 4 novembre 2014, affinché acquisisse la popolare aretina (da notare bene che papà Pier Luigi era diventato uno dei due vicepresidenti solo nel maggio di quell' anno, assieme a Lorenzo Rosi), confermate a il Giornale proprio da uno degli studi legali fiduciari di Unicredit.
boschi palestra
Non soltanto per le nove società che fanno riferimento a babbo Boschi e che hanno ricevuto 10 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto da Banca Etruria mentre il padre di «Mariaele» era consigliere della banca: la cooperativa Zootecnica del Pratomagno, dove Boschi era consigliere che ha avuto 253mila euro da Etruria; l' Immobiliare Casabianca, dove Boschi è azionista e consigliere e che ha preso qualche migliaia di euro. La Valdarno Superiore, dove Boschi è stato consigliere e presidente per crediti ben più grandi; la società agricola La Treggiaia, della quale Boschi era a capo e che ha lasciato un chiodo di 250mila euro; la M.e. Spa, una società che ha affidi con Etruria per 3,2 milioni di euro e dove figura una pratica cointestata alla società e a Boschi padre.
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Poi ieri dal Corriere della Sera spunta un dettaglio fondamentale proprio sulla posizione di Pier Luigi che inquina ancora di più le maldestre indagini portate avanti dal procuratore di Arezzo, Roberto Rossi. Nell' audizione in commissione banche del 30 novembre scorso, il magistrato negò che Boschi fosse sotto indagine. Invece adesso si scopre che c' è stata una proroga delle indagini per bancarotta fraudolenta richiesta il 28 settembre e accolta dal gip il 28 novembre, due giorni prima che Rossi si presentasse in commissione e di cui non fece cenno. Si aggravano poi la posizione di Boschi per l' accusa di «falso in prospetto» che lo vede tra gli indagati e del quale Rossi non parlò. Ecco perché dalla commissione è partita una nuova richiesta di chiarimenti per Rossi.
Forti temporali in arrivo.
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