Laura Galvagni e Christian Martino per il “Sole 24 Ore”
«Ora siamo ancora più solidi». Marina Berlusconi,raggiunta da Il Sole 24 Ore durante le sue vacanze in Sardegna, non aggiunge commenti alla scelta del padre, per il quale «è stata una decisione molto difficile», di vendere il Milan a Sino-Europe Investment Management Changxing, cordata di soci cinesi partecipata dal fondo statale Haixa Capital, e per questo si limita a sottolineare che «quel che c' era da dire lo ha già detto lui».
fedele confalonieri marina berlusconi
Tuttavia, non si tira indietro se viene chiamata a compiere una veloce riflessione sull' effetto che questa cessione avrà sul gruppo Fininvest. «Indubbiamente avrà un impatto molto positivo. Da una parte i 740 milioni che incasseremo andranno a migliorare ulteriormente una situazione finanziaria già invidiabile, che vede un indebitamento di gruppo molto contenuto, inferiore al miliardo di euro, mentre la holding è addirittura ampiamente liquida. Dall' altra, non dovremo più far fronte a esborsi che avevano ormai raggiunto picchi di 100-150 milioni annui».
In altre parole, dal punto di vista finanziario «questa vendita rende Fininvest ancora più solida».
Lo scorso dicembre, considerato il debito del Milan, il gruppo aveva una posizione finanziaria netta negativa vicina a 1 miliardo di euro (977 milioni) a fronte di ricavi complessivi per 4,9 miliardi e utili in sostanziale pareggio.
Marina Berlusconi
Con la cessione l' intero ammontare della transazione (740 milioni) andrà a impattare positivamente sull' esposizione con un ridimensionamento assai importante dell' indebitamento.
Non solo, a livello consolidato Fininvest potrà contare su una plusvalenza rotonda: 564 milioni di euro. Complice il fatto che sui conti della holding pesava il patrimonio netto negativo dei Rossoneri (circa 30 milioni).
L' utile di gruppo di quest' anno, dunque, non potrà che beneficiare in maniera rilevante della valorizzazione dell' asset.
VIGNETTA GIANNELLI SILVIO BERLUSCONI E MARINA SACRA FAMIGLIA
A livello di spa, invece, la cassa aumenterà sensibilmente. La società non registrerà alcuna plusvalenza, poiché il valore di bilancio era stato adeguato di fatto ai prezzi a cui si è poi chiusa l' operazione, tuttavia potrà contare sui 500 milioni di mezzi freschi che verranno versati dalla cordata cinese.
Ciò significa che, a fine anno, la spa avrà una liquidità complessiva vicina ai 700 milioni di euro, erano 330 milioni a fine 2015. Una montagna di denari il cui impiego sarà certamente la chiave di volta per la Fininvest del futuro.
Allo stato non ci sono ipotesi concrete di nuovi investimenti sul tavolo. Certamente è immaginabile che la famiglia Berlusconi voglia attingere a parte di quella cassa per staccare una cedola di peso. La maggior parte della liquidità, però, da quel che si percepisce, resterà nella disponibilità dell' azienda.
E per diverse ragioni: per presentarsi al tavolo di battaglia con Vivendi, conseguente alla rottura, da parte dei francesi, del contratto siglato con Mediaset per l' acquisto di Premium, con le spalle sufficientemente larghe e per tenere una scorta di cassa utile a promuovere possibili nuove iniziative.
confalonieri con marina e piersilvio berlusconi
In ogni caso i pilastri che reggeranno l' attività di Fininvest continueranno a restare le tre storiche aree di business: Mediaset, Mondadori e Banca Mediolanum. E per ciascuna di esse Marina Berlusconi ha le idee piuttosto chiare: «Per quanto riguarda Mediaset, che è ovviamente l' asse portante del gruppo Fininvest, la tv generalista va bene e la pubblicità torna a crescere, smentendo i profeti di sventura che davano per prossimo alla fine questo modello di business».
Mediaset, infatti, ha chiuso il semestre con una raccolta pubblicitaria in miglioramento del 3,7% in Italia e del 7,3% in Spagna. Nessun timore, inoltre, dei francesi.
MARINA E BERLUSCONI
Anzi, ora più che mai, il gruppo è convinto dei propri mezzi: «Dico solo che oggi ci sentiamo ancora più forti di prima nell' affrontare la sfida con Vivendi, sia perché abbiamo ragione da vendere, sia perché possiamo contare su tutte le energie e tutta la solidità necessaria per far valere al meglio le nostre ragioni».
In primo luogo naturalmente per l' operazione Milan, ma anche per il fatto che l' altro business chiave del Biscione dopo anni di pulizia ha ricominciato a dare i propri frutti: «Mondadori è tornata all' utile e prevede risultati in significativa crescita nei prossimi anni, genera cassa, diciamo tra i 40 e i 50 milioni l' anno, con cui ha finanziato le sue acquisizioni, dai libri Rizzoli al digitale di Banzai Media».
Marina Berlusconi
Quanto a Banca Mediolanum, di cui Fininvest ha il 30% del capitale, il presidente della holding chiosa così: «I numeri eccellenti li avete visti tutti». Nel semestre il totale delle masse gestite e amministrate è salito a 71,52 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto al dato al 30 giugno 2015 e dell' 1% rispetto al saldo di fine 2015.Il Common Equity Tier 1 Ratio è risultato pari al 20,2% al 30 giugno 2016.
La fotografia di oggi, dunque, è il frutto del lavoro avviato da tempo in casa Fininvest per aumentare i livelli di efficienza e contenere i costi. Ma soprattutto è l' esito delle riflessioni strategiche e dei progetti impostati nei passati esercizi per dare nuova forma e sostanza all' intera galassia.