Cheo Condina per www.ilsole24ore.com
thohir
Una fitta ragnatela di holding a Hong Kong, prestiti da Singapore, misteriose finanziarie che compaiono e scompaiono alle Cayman e adesso un’altra off shore delle Isole Vergini Britanniche, che entra direttamente nel consiglio della International Sports Capital, l’entità italiana con cui Erick Thohir controlla il 30% dell’Inter.
La sterminata rete societaria che fa capo al business man indonesiano si arricchisce di un nuovo mistero, curiosamente (o forse no) proprio nelle settimane in cui sta negoziando la cessione del proprio pacchetto ai cinesi di Suning. Una trattativa, quest’ultima, annunciata in dirittura d’arrivo già a fine ottobre, quando l’assemblea del club nerazzurro ha rimpiazzato come presidente lo stesso Thohir con Steven Zhang.
La Wilkie Road nel board della controllata italiana
Le Isole Vergini – come riportato da Radiocor - sono entrate ufficialmente nella galassia di Thohir lo scorso 5 ottobre, quando l’indonesiano si è dimesso da amministratore unico della International Sports Capital. La governance è stata cambiata introducendo un board di tre membri che sarà in carica per un solo anno: lo stesso Thohir, il suo braccio destro Isenta Hioe e la Wilkie Road Limited, rappresentata da Kwok Fai Lee “in veste di rappresentante legale”.
THOHIR SUNING
La Wilkie Road Limited è un altro rebus di Thohir: ha una rappresentanza a Milano ma una postilla datata 23 luglio 2018 certifica che è una società di diritto delle Isole Vergini britanniche, costituita il 26 settembre 2017; lo stesso Kwok Fai Lee (residente a Hong Kong e definito “commerciante”) ne è invece l’amministratore da giugno scorso. Quali i motivi di questo riassetto a livello di governance con l’ingresso di una off shore? Difficile decifrarlo: forse nei prossimi mesi, se e quando Thohir uscirà dall’Inter e verrà liquidato da Suning, le cose diverranno più chiare.
Oltre alle Vergini, in passato era già emerso un collegamento tra le società di Thohir e le Cayman, di cui oggi affiorano nuovi dettagli. Il 30% dell’Inter, va ricordato, è detenuto dall’International Sports Capital spa ma, seppur indirettamente, è finito più volte in pegno a scatole off shore.
THOHIR
La società italiana è l’ultimo anello di una catena tutta basata a Hong Kong: il 100% delle sue azioni è detenuto dalla International Sports Capital Limited, controllata dalla Asian Sports Venture, il cui capitale fa capo per il 20% alla Aksis Sports Capital, per il 60% alla Nusantara Sports Ventures e per un altro 20% alla Alke Sports Investment. Tutte queste finanziarie hanno due punti in comune: sono riferibili a Thohir e si indebitano con frequenza.
MORATTI THOHIR 2
La International Sports Capital Limited, per esempio, nel novembre 2016 ha ottenuto 80 milioni di dollari da due fondi di Singapore (Ol Master Pte e Orchard Landmark) dando in garanzia la controllata italiana, che come unico asset ha la quota dell’Inter; il debito è stato rimborsato nel novembre 2017. Due mesi prima, tuttavia, Thohir si era fatto finanziare da una società delle Cayman, la Aurora Alpha Ltd dando in pegno l’80% della Nusantara Sports Ventures e quindi, seppure indirettamente, il 30% del club nerazzurro: un meccanismo simile era già stato usato nel 2015 con un’altra società di Cayman, la Merdeka Investments.
In ogni caso, il prestito erogato dalla Aurora Alpha è stato rimborsato e il pegno eliminato lo scorso 19 settembre: è un ulteriore indizio dell’ormai prossima uscita di Thohir dall’Inter o l’inizio di un nuovo giro sulla giostra delle off shore?
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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