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    L’ASSASSINO CHE PIACE AI DIVI - LA STORIA DI DAMIEN ECHOLS, CONDANNATO PER L’OMICIDIO DI TRE BAMBINI NEL 1993, CHE VIENE DIFESO E PROCLAMATO INNOCENTE DA MOLTI ATTORI DI HOLLYWOOD - MA IL SUO CASO È MOLTO CONTROVERSO


     
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    Francesco Borgonovo per “Libero quotidiano”

    peter jackson e damien echols peter jackson e damien echols

     

    In questi giorni, Sky trasmette in prima visione il film Devil's Knot - Fino a prova contraria. Regista di un certo calibro (Atom Egoyan), attori premi Oscar (Reese Whiterspoon e Colin Firth), tutti schierati per raccontare la storia di Damien Echols e, in second'ordine, di due suoi amici. L'obiettivo è quello di dimostrare che i tre furono vittima di una straziante ingiustizia.

     

    damien echols con johnny depp damien echols con johnny depp

    Un ottimo riassunto della vicenda è fornito dal risvolto di copertina del libro Il buio dietro di me, firmato dallo stesso Echols e pubblicato da Einaudi: «Nel 1993 tre ragazzi dell'Arkansas (Jason Baldwin, Jessie Miskelley e Damien Echols) sono arrestati con l'accusa dell'omicidio di tre bambini. Il processo, celebrato in un clima di isteria collettiva, usò false testimonianze e prove incerte. Ma bisognava trovare subito un colpevole. Baldwin e Miskelley furono condannati all'ergastolo; Echols (…) fu spedito nel braccio della morte». Questa è la versione della storia che va per la maggiore sui media.

     

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    Già si nota un particolare: a essere presentati come vittime non sono i tre bambini barbaramente uccisi, ma i tre condannati per omicidio. Questo è il succo del film: tre bambini furono uccisi a West Memphis, in Arkansas. La polizia arrestò i "freak" del paese. Forzò Miskelley - ragazzo dotato di un quoziente intellettivo bassissimo, al limite del ritardo mentale - ad accusare i due suoi amici, in particolare Echols.

     

    L'unica colpa di costui, in realtà, era quella di vestire di nero, di amare l'heavy metal e di interessarsi all'occulto. Poiché di prove non ce n'erano, la polizia e i giudici - al servizio di uno Stato cristiano quasi fondamentalista - forzarono la mano per ottenere pesanti condanne, sostenendo che Echols e gli altri volevano realizzare sacrifici umani al demonio.

    damien echols e i suoi due complici damien echols e i suoi due complici

     

    Certo, gli errori giudiziari sono una mostruosità. Ma i «tre di West Memphis» sono il simbolo di come agisca il buonismo: a prescindere dalla realtà. Hanno beneficiato di una campagna stampa senza precedenti. Capofila il regista Peter Jackson e soprattutto Johnny Depp, che è diventato amico di Echols e si è fatto lo stesso tatuaggio con la seguente, ridicola motivazione: «Mi sono subito sentito vicino a Damien… ricordo di essere stato spesso percepito come un freak, una persona diversa».

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    Senz'altro la polizia di West Memphis, non preparata a fronteggiare un caso simile. I piccoli furono seviziati, mutilati nelle parti intime, legati con i lacci delle loro scarpe e uccisi. Li ritrovarono sul fondo limaccioso di un torrente. Ma Echols nel corso degli anni si è trasformato in una rockstar: ha firmato con Eddie Vedder canzoni dei Pearl Jam, scrive libri, va in tv.

     

    È diventato una celebrità grazie alla vulgata politicamente corretta secondo cui i cristiani bigotti dell'Arkansas lo hanno perseguitato in quanto diverso. La crema di Hollywood ha imposto la sua versione della storia come unica verità. Devil’s Knot è il quarto film realizzato su Echols. L'unico un po’ obiettivo di questi è il primo, Paradise Lost, un documentario.

    damien echols damien echols

     

    A partire dal seguito Paradise Lost II, l'indagine giornalistica lascia il posto al mantra hollywoodiano. Passa in secondo piano - o non è proprio mai citato - il fatto che Echols avesse avuto guai con la giustizia, e soprattutto gravi problemi psichiatrici, con episodi violenti.

     

    Lui e i suoi due amici non hanno mai avuto un vero alibi per gli omicidi, ma non se ne fa mai menzione. Echols alla sbarra ha cambiato versione, ha detto bugie. È stato scarcerato nel 2011 grazie a un cavillo chiamato Alford plea. Può proclamarsi innocente, ma per la legge non lo è. Eppure è libero. Ed è famoso. Tutto grazie all'appoggio del mainstream e delle stelle di Hollywood, che per altri casi di malagiustizia non hanno mosso un dito.

     

    Se Echols è una vittima di malagiustizia, le sue disgrazie non gli hanno insegnato molto. Un esempio: nel secondo documentario della serie Paradise Lost, si suggerisce che il vero colpevole dei delitti dei bambini sia il patrigno di uno di questi, che Echols definisce come un essere falso e schifoso. Bene, nel terzo capitolo di Paradise Lost, di quest'uomo non si parla più.

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    A essere accusato dei delitti è il patrigno di un altro dei tre bimbi morti. Motivo? Nel frattempo il primo accusato si è pubblicamente schierato a favore della liberazione di Echols, è passato dalla parte dei «buoni». Chi dà la caccia alle streghe, dunque? I cristiani dell'Arkansas convinti che un ragazzo sia un satanista omicida solo perché ascolta metal? O le star di Hollywood convinte che i cittadini di West Memphis bramino roghi e linciaggi solo perché sono cristiani? Nel frattempo, i tre bimbi non hanno avuto giustizia, e di loro nessuno si preoccupa più.

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