dan brown 187 uomini da evitare
Anna Lombardi per "la Repubblica"
Il segreto meglio custodito di Dan Brown, che il signore dei bestseller potrebbe non svelarci mai. Sì, ben prima di raccontare l'amore tra Gesù e Maddalena ne "Il Codice da Vinci", affibbiare un figlio al Papa con l'inseminazione artificiale in "Angeli e Demoni", indagare i legami fra massoneria e potere ne "Il simbolo perduto" e perfino anticipare i rischi della pandemia con "Inferno", l'ex professore d'inglese (ed ex cantante pop) nel 1995 scrisse un libro di consigli sentimentali dedicato a donne sole.
Un tometto di 96 pagine firmato con lo pseudonimo Danielle Brown, intitolato "187 Men to Avoid: A Survival Guide for the Romantically Frustrated Women": cioè 187 uomini da evitare, guida alla sopravvivenza per donne romanticamente frustrate. Dove con ironia venivano descritti gli uomini da evitare: "amanti del decoupage", ad esempio. O "collezionisti di pietre". E pure "chi scambia il metodo Lamaze per una gara automobilistica francese". Almeno così si dice. Perché nonostante il libricino sia ancora in vendita online, parte del catalogo di Amazon e di numerosi altri librai della rete, è impossibile acquistarlo.
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Lo sa bene Chloe Gordon, regista 32enne californiana, fan dello scrittore al punto di averne letto tutti i romanzi. Incuriosita dalla voce di Wikipedia dove si cita l'opera, già un anno fa aveva provato a procurarsene una copia: ricevendo invece da Amazon il libro di fantascienza, "Heretics of Dune" di Frank Herbert. Convinta si trattasse di un errore, ha riprovato a comprarlo. Ricevendo, con suo gran stupore, ancora un altro libro sbagliato: "Elizabeth Takes Off", sulle diete di Elizabeth Taylor. Ha dunque provato con altri rivenditori e pure coi collezionisti di Ebay: arrivano sempre libri diversi, sì, ma con qualcosa in comune: l'epoca di pubblicazione, la casa editrice - G.P. Putnam' s Son - e un uguale codice a barre.
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Alla disperata ricerca Gordon ha dunque dedicato una serie di video postati online dove apre le scatole in diretta, già conscia della delusione imminente. La faccenda ha intrigato i fan: alcuni già a ipotizzare che a far sparire il libro «imbarazzante» è stato lo stesso Dan Brown, altri a sostenere che non è mai esistito. Il clamore ha infine spunto il New York Times a investigare. E se gli agenti dello scrittore non commentano, tracce di 187 Men non mancano.
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In un'intervista del 2000 citata in "Dan Brown: The Unauthorized Biography" di Lisa Rogak, sembra ammetterlo lo stesso autore: «Scrissi uno sciocco testo satirico prima di Crypto, il cui titolo non rivelerò. Per fortuna, è fuori stampa». Mentre Elonka Dunin, criptografa e attiva editor della voce Wikipedia a lui dedicata, dice di averlo inserito dopo averne visto citato il titolo nel catalogo della Biblioteca del Congresso (con 158 milioni di libri, una delle più grandi al mondo). A offrire una spiegazione ci prova Shirzad Zarei, direttore di ZBK Books, rivenditore di libri online: la colpa sarebbe, guarda un po', di un codice.
Quello a barre, sbagliato, e incollato uguale su vari volumi. Forse un prototipo lasciato per errore, come già accaduto nei primi tempi in cui si usava il sistema. La soluzione sotto gli occhi di tutti, proprio come nel Codice da Vinci, però non convince i fan. Cosa c'è davvero in quel libro? Il segreto del signore dei misteri che potremmo non scoprire mai.