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    LA “PITONESSA” TIRA FUORI I SOLDI - DANIELA SANTANCHÈ POMPA 4 MILIONI DI EURO NELLA “VISIBILIA” (2,5 SUBITO PIU' ALTRI 2 MILIONI DI AUMENTO DI CAPITALE) E LA CONCESSIONARIA SALDA I DEBITI CON IL FISCO: E’ STATA RITIRATA L’ISTANZA DI FALLIMENTO PER LA SOCIETA’ - È BASTATO CHE LA PROCURA DI MILANO COMINCIASSE A TIRARE LE SOMME DEI REALI PATRIMONI SOTTO I CONTI DELLE SOCIETÀ DEL GRUPPO PERCHE’ LA SANTANCHE’ APPIANASSE LE PARTITE PENDENTI - MA I 4,5 MILIONI NON HANNO EFFETTO NEL FASCICOLO IN CUI E' INDAGATA PER FALSO IN BILANCIO...


     
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    DA VISIBILIA OLTRE 4 MILIONI PAGA IL FISCO ED EVITA IL CRAC

    Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

     

    Miracolosamente, i soldi - che prima non c'erano neanche per le tasse - ieri spuntano appena la Procura milanese chiede il fallimento di 4 società del gruppo Visibilia, gestite in passato dalla senatrice di Fratelli d'Italia e ministro del Turismo, Daniela Santanchè. Ben 2 milioni e mezzo di euro subito, e altri 2 di annunciato aumento di capitale, ieri permettono a Visibilia Editore (quotata in Borsa) di saldare un debito di 1,4 milioni col Fisco, e fanno respirare le altre tre di cui si discuterà a marzo. I pm Fontana e Gravina ritirano quindi l'istanza di fallimento della quotata. Santanchè non rischia più perciò di essere in futuro indagata per bancarotta, mentre i 4,5 milioni non hanno effetti nel fascicolo in cui è indagata per falso in bilancio. «Sembrava fossi Al Capone - dice - ho sofferto tanto».

     

    Luigi Ferrarella per www.corriere.it

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    Miracolosamente, infine, i soldi - che prima non c’erano neanche per pagare le tasse - sono saltati fuori. È bastato che la Procura di Milano, insieme alla Guardia di Finanza, cominciasse a tirare le somme dei reali patrimoni netti sotto i conti delle società del gruppo Visibilia, nelle quali la senatrice di Fratelli d’Italia e attuale ministro del turismo Daniela Santanchè era stata amministratrice, perchè l’imprenditrice-politica, di fronte alla prospettiva di un rischio di dichiarazione di fallimento di quattro di queste società e dunque di potenziale coinvolgimento nei reati di bancarotta ascrivibili a chi ne fosse stato in passato amministratore, appianasse di colpo quasi tutte tutte le partite pendenti.

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    Ben 2 milioni e mezzo di euro sono così stati iniettati nella Visibilia Concessionaria, la quale a sua volta ha così potuto ripianare il debito che la Visibilia Editore, quotata in Borsa al mercato Egm, aveva con il fisco, peraltro non solo per i 900 mila euro stimati un mese fa dalla Procura ma per il milione e 400 mila euro a causa di ulteriori cartelle erariali maturate nel frattempo.

     

    A questo punto i pm che avevano avviato questi accertamenti, Roberto Fontana e Maria Giuseppina Gravina, di fronte alla sezione fallimentare del Tribunale civile di Milano hanno ritirato l’istanza di fallimento della società quotata in Borsa, mentre per le altre tre società hanno concordato con il difensore Salvatore Sanzo un rinvio in un caso a febbraio (Visibilia Concessionaria) e negli altri due casi a marzo (Visibilia srl in liquidazione e Visibilia holding), in modo che la difesa possa perfezionare l’annunciato aumento di capitale di ulteriori 2 milioni di euro che dovrebbe sistemare le cose anche in queste tre aziende.

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    Santanché non dovrebbe dunque temere più di poter essere in futuro indagata per il cagionamento doloso di una eventuale bancarotta in realtà ormai scongiurata dopo oggi, mentre invece resta indagata nell’altra indagine in cui lo è da un mese, quella per i falsi in bilancio, sulla quale non ha riverberi il ripianamento odierno dei conti.

     

    «Dopo tre giorni che sono stata nominata ministro, sembrava che fossi Al Capone», invece oggi «il pm di Milano sulla mia istanza di fallimento ha desistito» e «non ha dato seguito all'istanza», commenta la ministro Santanché, «scusate se lo dico, ma ho sofferto talmente tanto».

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