Estratto da dissipatio.it
(…) Tanti progetti in cantiere. Come nasce questa vocazione, ma soprattutto come l’hai consolidata nel tempo?
dario fabbri
Ho studiato scienze politiche alla Luiss (vecchio ordinamento), ma ho abbandonato all’ultimo anno per concentrarmi soltanto sulla geopolitica, sulla struttura degli eventi anziché sulla sovrastruttura, e sulla storia degli altri popoli, dimensione essenziale di ogni ragionamento, che non trovai nel percorso universitario.
Nei primi anni Duemila tale approccio incrociato era più o meno ignoto e ho preferito approfondirlo autonomamente, da orgoglioso autodidatta – sebbene apprezzai alcuni corsi, come quello tenuto da Carlo Jean, con Germano Dottori, di cui fui allievo. Era necessario muovermi da solo per sviluppare un pensiero laterale.
Nel frattempo, entrai in contatto con colleghi e poi amici come George Friedman, Jacob Shapiro, Antonia Colibasanu, tutti afferenti a Stratfor, a metà tra il think tank e l’agenzia di intelligence privata, con sede ad Austin in Texas.
Insomma a un passo dagli apparati statunitensi…
domino
Friedman ha lavorato a lungo nell’Office of Net Assessment, il più segreto degli uffici del Pentagono dove si studiano le mosse dei nemici degli Stati Uniti e le cui analisi sono strettamente classificate. Negli anni con George abbiamo spesso discusso di struttura e dialettica hegeliana, passaggi fondamentali e chiarificatori. Dai suoi scritti ho preso l’ossessione per la grammatica (strategica) e (forse) un’eccessiva razionalità.
– Torniamo alla tua vocazione. Cos’hai studiato da autodidatta?
Storia, storia e ancora storia, principio e fine di ogni ragionamento. Ogni disciplina o teoria ha valore soltanto in ambito storico. Purtroppo l’approccio scientifico è spesso anacronistico, nella sua accezione letterale. A questo ho aggiunto lo studio della geopolitica classica, quella di inizio Novecento, per poi staccarmi dalla sua natura deterministica e concentrarmi sulla psicologia collettiva dei popoli, sull’antropologia, sulla linguistica, sulla protoetimologia. Compresi che per cogliere le cose del mondo era indispensabile calarmi nello sguardo dell’altro, archiviare le nostre lenti occidentalistiche e politologiche.
– In Italia il concetto di autodidatta genera confusione…
dario fabbri
Per me è stato indispensabile collocarmi fuori dall’accademia per sviluppare un pensiero diverso, estraneo alle relazioni internazionali e alla politologia. Ognuno segue il suo percorso, mi pare evidente.
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– Poi negli anni di Limes, soprattutto grazie al canale Youtube, è nato Dario Fabbri per come lo conosciamo oggi.
Il confronto con Caracciolo e gli altri colleghi mi ha arricchito, mentre continuavo il mio studio ossessivo offrendolo alla rivista, dotandola per la prima volta di un metodo. Nel 2017 sono stato capo dell’analisi geopolitica di Macrogeo, think tank geopolitico e finanziario, fondato da Caracciolo e Nouriel Roubini. Successivamente è nata la scuola di Limes, di cui sono stato vicedirettore, prima di condurre altrove il mio approccio, nel frattempo ribattezzato geopolitica umana.
dario fabbri
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– Infine è arrivato l’incontro con Enrico Mentana e la nascita di Domino. Com’è andata?
Ho incontrato Enrico per la prima volta il primo giorno della guerra in Ucraina, quando mi chiamò per commentare gli eventi. Doveva durare un solo pomeriggio, siamo rimasti in onda i primi cento giorni del conflitto.
Durante quelle settimane abbiamo cominciato a parlare di progetti futuri e sviluppato l’idea di una rivista mensile di geopolitica, da me diretta. Domino si è rivelato un grande successo, con oltre duecentomila copie vendute nel primo anno e già oltre centomila nell’anno in corso. A questo abbiamo aggiunto la Scuola di Domino, extra-accademica e centrata sulla geopolitica umana, alla quale partecipano decine e decine di studenti di ogni età ed estrazione, oltre a grandi professionisti già affermati. A dimostrazione della necessità di cambiare lo sguardo sulle cose. In vista del suo secondo anno che partirà a gennaio.
dario fabbri
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– Di cosa parlerai a Libropolis il prossimo weekend?Con Alice Mentana, amministratore delegato di G.O.L., presenteremo Domino, il progetto, la sua poetica, il suo sviluppo futuro. Oltre al numero in edicola dedicato all’Africa e a quello successivo che uscirà a metà ottobre. Il cui argomento annunceremo tra pochi giorni….
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