Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
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Cinquanta euro di sanzione per ogni tovaglia denominata «Twill» che i magazzini Coin dovessero ancora commercializzare con l'indebito utilizzo di «Eclissi», un disegno di Gio Ponti apparso sulla copertina del marzo 1957 della rivista Domus del grande architetto e designer morto nel 1979: è quanto ha deciso il Tribunale civile di Milano, che in via cautelare e urgente ha inibito ai grandi magazzini di ulteriormente produrre o vendere la tovaglia, accogliendo il ricorso degli eredi Ponti sotto il peculiare profilo del diritto d'autore sull'«opera figurativa».
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Cioè a tutela del disegno non come oggetto di design, ma come una sorta di quadro. Nell'istanza promossa dagli avvocati Giacomo Bonelli, Fabio Ghiretti e Francesca Milano, gli eredi Ponti lamentavano la pedissequa riproduzione, nella tovaglia venduta da Coin in due diverse dimensioni, del disegno del 1957 che in forma stilizzata e geometrica utilizzava semicerchi contrapposti ad alludere al fenomeno celeste.
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Coin, con i legali Giovanni Ghisletti e Giorgio Lombardi, oltre a lamentare fosse caduta nel vuoto la disponibilità a una transazione bonaria (con temporaneo ritiro dei prodotti), contrattaccava che gli eredi Ponti «non potevano rivendicare diritti esclusivi su qualunque uso di semicerchi a fini decorativi»: per Coin la copertina del 1957 era la foto di una stoffa, dunque il disegno non era un'opera d'arte ma nasceva destinato a riproduzione seriale su scala industriale al pubblico: quindi design, ma che per Coin, avendo «un livello di creatività molto modesto», non aveva diritto alla tutela, non essendo altro che «una mera idea, liberamente sfruttabile, su cui nessuno può vantare una privativa».
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Al contrario, il presidente della sezione specializzata in marchi e brevetti del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni, argomenta nel disegno «Eclissi» i presupposti «propri di un'opera figurativa» alla quale «non può non essere attribuita la tutela propria del diritto d'autore».
Perché? Perché il disegno, «del tutto apprezzabile e rilevante in sé a prescindere da eventuali successive utilizzazioni seriali», è stato «citato più volte in libri e pubblicazioni e mostre tra il 1968 e il 2018», e «ripreso anche per gli esterni della villa Planchart di Caracas, di fatto una summa dell'opera pontiana. Solo in seguito l'opera è stata anche utilizzata in decori di tessuti, tappeti, piastrelle», ma comunque «è nata come opera figurativa, cui si è poi associato l'ulteriore pregio di adattarsi anche a produzioni di tipo architettonico e industriale».
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