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    LA SCUOLA È SPACCIATA - DAVANTI ALL'ISTITUTO COMPRENSIVO MICHELANGELO BUONARROTI DI PALERMO C'ERA UN'IMPORTANTE BASE DI SPACCIO, CON GRUPPO DI PUSHER SEMPRE RIFORNITI DI CRACK, COCAINA, HASHISH E MARIJUANA -AGLI ARRESTI 12 PERSONE, IL BUSINESS ERA DI 500 MILA EURO L'ANNO, SEGNALATI ALLA PREFETTURA 20 CLIENTI E SEQUESTRATE CIRCA 500 DOSI DI STUPEFACENTE…


     
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    (ANSA) - La base di spaccio era una villetta davanti all'istituto comprensivo Michelangelo Buonarroti nel quartiere Passo di Rigano di Palermo. Era lì che i clienti sapevano di trovare a qualsiasi ora del giorno e della notte un gruppo di pusher sempre riforniti di crack, cocaina, hashish e marijuana.

     

    I carabinieri della compagnia di Monreale da 2018 al 2020 hanno tenuto sotto controllo la zona, alla periferia della città, diventata una centrale di spaccio. L'inchiesta, condotta dai carabinieri, ha portato all'esecuzione di un'ordinanza cautelare nei confronti di 12 persone. Sei sono finite in carcere e sei ai domiciliari accusate, in concorso tra loro, di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti.

     

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    Per tutti è scattata l'aggravante dell'avere spacciato davanti a una scuola. Le indagini hanno consentito di scoprire, come riportato nell'ordinanza cautelare, i tanti acquirenti che arrivavano anche da altre province per rifornirsi dello stupefacente.

     

    La vendita di droga sarebbe stata la principale fonte di sostentamento per le famiglie degli indagati. Gli stupefacenti venivano nascosti nei palazzi e nelle vie strette del quartiere sempre controllato da vedette.

     

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    La lavorazione e la preparazione del crack avveniva nelle abitazioni degli arrestati. Secondo quanto accertato dai militari il valore dell'attività di spaccio era di 500 mila euro l'anno utilizzati anche per pagare le spese legali dei quanti finivano nella rete dei carabinieri.

     

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    I componenti dell'organizzazione, come riportato nell'ordinanza, avrebbero utilizzato anche la violenza per imporre il predominio nella zona. Un acquirente sarebbe stato pestato in pieno giorno insieme al padre intervenuto per proteggerlo perché la banda temeva che avesse collaborato con i carabinieri per fare arrestare un pusher.

     

    I componenti dell'organizzazione non temevano la presenza dei carabinieri. Uno degli indagati si sarebbe avvicinato ad un militare e gli avrebbe rivolto velate minacce invitandolo ad allentare i controlli.

     

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    Nel corso dell'attività sono state arrestate 9 persone in flagranza, sono stati segnalati alla prefettura 20 clienti e sequestrate circa 500 dosi di stupefacente.

     

    "L'operazione di oggi insieme a quella messa a segno allo Sperone con 57 arresti e quella nel quartiere Vucciria con 7 arresti, rappresenta il frutto della costante azione di contrasto al grave fenomeno del traffico di stupefacenti - dicono dal comando provinciale di Palermo -. Un'azione senza sosta, attraverso l'incessante azione di controllo del territorio e la capillare presenza su tutta la provincia di Palermo, con particolare riferimento alle aree ed ai quartieri più disagiati".

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