antonio di fazio
Paola Fucilieri per “il Giornale”
«Soffro di devianze sessuali, di sadomasochismo. Ho fotografato quelle donne mentre erano addormentate». Interrogato il primo dicembre dalla gip Chiara Valori, si era avvalso della facoltà di non rispondere. Ieri, invece - nell'inchiesta dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia Milano Porta Monforte, coordinata dall'aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo - il 50enne imprenditore titolare della società farmaceutica «Globalpharma» Antonio Di Fazio ha scelto per la prima volta di parlare con i pm.
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Così, a partire dalle 11, difeso dai legali Mauro Carelli e Giuseppina Cimmarusti, è stato sentito nell'ufficio della Mannella al quarto piano del Palazzo di giustizia, rispondendo per ore alle domande e sciorinando la sua verità. E ha ammesso sostanzialmente tutto rispetto alle proprie condotte in riferimento ai singoli capi di imputazione, sostenendo di essere affetto da una patologia.
L'uomo è in carcere a San Vittore da oltre sei mesi accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 21 anni. Il 29 novembre gli è stata notificata inoltre una nuova ordinanza di custodia cautelare per casi di presunti abusi su altre cinque donne, tra cui l'ex moglie, che Di Fazio avrebbe reso inermi utilizzando sempre il medesimo schema, ossia somministrando loro sostanze narcotizzanti.
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Il nuovo provvedimento aggrava la sua posizione perché insiste sulla «serialità delle sue condotte», in quanto gli abusi sarebbero cominciati già nel 2008. Si parte cioè delle violenze ai danni della donna che all'epoca Di Fazio aveva sposato, fino agli stupri più recenti su modelle o studentesse. Tutte le vittime, secondo l'accusa, sarebbero state narcotizzate con benzodiazepine, abusate e poi, una volta prive di sensi, fotografate dall'uomo.
Proprio a novembre, davanti ai nuovi presunti abusi, il gip Valori non aveva usato giri di parole per descrivere nell'ordinanza il comportamento «progressivamente sempre più spregiudicato, pervasivo e violento» dell'imprenditore specificando che, a suo avviso, l'unica misura possibile per lui è il carcere «vista l'ampia libertà di mezzo e di movimento dimostrate dal Di Fazio, la pervicacia delle condotte, la capacità affabulatoria e l'alacrità con cui ha cercato di sviare le indagini».
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Senza contare che, sempre dalle carte della Procura, emerge che l'uomo avesse addirittura un «blocchetto di ricette mediche in bianco» con la firma della sorella medico Maria Rosa e con le quali si auto prescriveva e acquistava i farmaci che gli servivano per stordire le sue giovani vittime prima delle violenze.
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Giovedì prossimo, 17 dicembre, è fissato un incidente probatorio davanti al gip per sentire quattro delle giovani vittime le cui testimonianze di abusi hanno portato alla nuova ordinanza di arresto. Di Fazio, già a processo in abbreviato per la prima violenza, è indagato anche per bancarotta fraudolenta. Sudi lui inoltre è in corso anche una inchiesta su presunti legami con la' ndrangheta con la quale proprio lo stesso imprenditore si sarebbe vantato più volte di avere rapporti. Un'altra presunta verità con la quale l'uomo deve fare i conti.