David di Donatello
Marco Giusti per Dagospia
il traditore marco bellocchio 5
Aritanghete con i David di Donatello… Quest’anno se la vedranno “Il traditore” di Marco Bellocchio, 18 nominations, “Pinocchio” di Matteo Garrone e “Il primo re” di Matteo Rovere, 15 nominations ciascuno, “Martin Eden” di Pietro Marcello, 11 nominations, e “La paranza dei bambini” di Claudio Giovannesi. Tra questi cinque titoli nella cerimonia del 3 aprile troverete anche il miglior film e il miglior regista. Nulla o quasi (che vi devo dì?) al “Suspiria” di Luca Guadagnino, nominato solo per le musiche e la canzone di Thom Yorke, al punto che assisteremo allo scontro epocale Diodato contro Thom Yorke. Pochino anche a “La dea fortuna” di Ferzan Ozpetek, che poteva piazzare almeno Edoardo Leo tra i migliori attori.
IL PRIMO RE
Nulla a “La mafia non è più quella di una volta” di Franco Maresco, finito fra i documentari quando è difficile definirlo tale. Inoltre, nella più pura tradizione dei David che un tempo furono corpo e anima di Gianluigi Rondi, e oggi di Piera Detassis, non troviamo un solo film comico tra i titoli selezionati da quel che dovrebbe essere la nostra Industry. Ficarra e Picone che per protesta tolsero il loro film tra i votabili un paio d’anni fa contro la logica anti-commedia dei David vecchia gestione, si ritrovano quest’anno con il loro “Il primo natale”, 15 milioni di incasso, esclusi dai votanti. E’ la vita.
MASSIMO CECCHERINI pinocchio garrone
Ci rifacciamo, ma solo in parte, con Roberto Benigni-Geppetto nominato come miglior attore non protagonista per “Pinocchio” (vince sicuro, tranquilli) e con Massimo Ceccherini nominato come autore della miglior sceneggiatura non originale sempre per il “Pinocchio” di Garrone. Molto contento per Ceccherini, che ha la sua prima candidatura ai David per un film “serio” e non come attore dopo una carriera dissipata nella commedia.
martin eden
la mafia non e piu quella di una volta di franco maresco
Vince? Penso proprio di sì. E intanto può recuperare lo smoking di Carlo Monni che già si mise a Cannes tre anni fa. Le cose più interessanti, come sempre, sono le piccole novità tra i nominati. Francesco Di Leva come miglior attore per “Il sindaco del Rione Sanità” di Mario Martone, fra un Toni Servillo (“5 è il numero perfetto”), Alessandro Borghi (“Il primo re”), Luca Marinelli (“Martin Eden”) e Pierfrancesco Favino (“Il traditore”).
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Chi vince? Penso Favino, è il suo anno, e sarà il suo anno anche il prossimo, ma Di Leva è strepitoso. Novità anche trovare tra le candidate come migliori attrici protagoniste. Penso a Lunetta Savino per “Rosa” e la giovane Linda Caridi per “Ricordi?” contro le “solite” Jasmine Trinca, Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Isabella Ragonese. Tra le non protagoniste invece, a parte Valeria Golino, sono quasi tutte presenze nuove, Anna Ferzetti per “Domani è un altro giorno”, Tania Garribba per “Il primo re”, Maria Amato per “Il traditore”, e Alida Baldari Calabria, la fatina giovane di “Pinocchio”.
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Boh… Buona la cinquina per l’opera prima, con Igort e il suo “5 è il numero perfetto” contro ”Bangla” di Phaim Bhuyan, “Il campione” di Leonardo D’Agostini contro “Sole” di Carlo Sironi, anche se io sono per “L’immortale”, opera prima di Marco D’Amore. Chi vince? Penso “Bangla”. Chiudiamola qui, ma non mi sembra che da queste nominations ci arrivi qualche indicazione interessante sullo stato di salute del cinema italiano, a parte quella che poco e nulla si possa davvero cambiare nella nostra industria cinematografica. Diodato contro Thom Yorke…
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