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    “RAPITO PER INSEGNARE L’INGLESE A KIM JONG UN” - DAVID SNEDDON, IL MISSIONARIO MORMONE AMERICANO SVANITO NEL 2004 IN CINA, POTREBBE ESSERE ANCORA IN VITA - SAREBBE STATO RAPITO DA AGENTI DELLA COREA DEL NORD E PORTATO A PYONGYANG PER TENERE CORSI D’INGLESE AGLI ALTI ESPONENTI DEL REGIME


     
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    DAVID SNEDDON DAVID SNEDDON

    Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

     

    E' un sospetto angosciante, al tempo stesso una fiammella di speranza. David Sneddon, cittadino americano svanito nel 2004 in Cina, potrebbe essere ancora in vita.

    Anzi, con una nuova vita: quella di insegnante di inglese in Corea del Nord, sposato e due figli.

     

    Il giovane missionario mormone - secondo informazioni arrivate alla famiglia - è stato rapito da agenti nord coreani, portato a Pyongyang dovrebbe avrebbe tenuto corsi per alti esponenti del regime. Tra i suoi studenti anche il futuro leader, Kim Jong-un. Storia che ovviamente ha bisogno di mille verifiche ed è stata accolta con cautela, anche dai parenti dello scomparso. Ma che ha comunque spinto i diplomatici statunitensi a muovere qualche passo. Sempre che sia possibile farlo.

     

    David, in grado di parlare il coreano, è un appassionato dell' Asia. Nell' agosto di dodici anni fa compie un viaggio nello Yunnan. Ha in mente di fare trekking lungo il fiume Jinsha, tra montagne e canyon. Lo vedono uscire il 14 da un ristorante nella cittadina di Shangri-la, il giorno dopo ha in programma l' inizio del suo tour. E i suoi pensano che sia così. Invece dell' americano - all' epoca ventiquattrenne - non si sa più nulla.

     

    TUTTI ALLA RICERCA DI DAVID SNEDDON TUTTI ALLA RICERCA DI DAVID SNEDDON

    L' allarme scatta il 26, quando non sale sull' aereo che deve riportarlo a casa. Le autorità locali indagano per alcune settimane, quindi sposano la tesi dell' incidente: è possibile che l' escursionista sia caduto in un torrente in piena oppure in un dirupo. C' è da poco da cercare, dicono ai parenti. Hanno fretta di chiudere il caso. Gli Sneddon non si accontentano di quella verità.

     

    La famiglia lancia una campagna di mobilitazione, padre e fratello battono l' area nella speranza di trovare elementi, distribuiscono volantini. E' un percorso doloroso, frustrante, tra alti e bassi, con pochi risultati. Almeno fino al 2011. In quell' anno, attraverso un intermediario, ricevono una segnalazione importante: un transfuga nord-coreano ha visto a Pyongyang qualcuno che somiglia molto a David, un occidentale che tiene corsi di inglese. E' un frammento fragile, da maneggiare con prudenza.

    KIM JONG UN KIM JONG UN

     

    Può essere vero come trattarsi di una bufala. Una delle molte che circondano quanto accade in un Paese che vive come in una bolla, tra repressione e bizzarrie.

    La notizia, però, ritorna. E' Choi Sung-yung, rappresentante dei congiunti dei sud-coreani sequestrati, a rilanciarla con il corollario che, ovviamente, fa breccia sui media. David non solo è professore, ma avuto il compito di insegnare all' uomo che diventerà il presidente-padrone della Corea del Nord, Kim Jong-un.

    KIM JONG UN KIM JONG UN

     

    L' americano si sarebbe unito alle centinaia di «missing», coreani, giapponesi, libanesi, francesi, italiani diventati prede dei servizi segreti di Pyongyang. Persone sequestrate dall' Asia all' Europa per poi essere impiegate in vari settori come «istruttori». Un programma incredibile sul quale non ci sono dubbi, tanto è vero che la sorte di molti è stata al centro di negoziati diplomatici.

     

    Con alcuni casi clamorosi. A cominciare dal regista e da un' attrice del Sud prelevati dagli 007 su ordine di Kim Jong-il, padre dell' attuale dittatore. Appassionato di cinema, voleva avere a sua disposizione chi fosse in grado di produrre prodotti di alta qualità.

    kim jong un visita l aeroporto di pyongyang 9 kim jong un visita l aeroporto di pyongyang 9

    Per creare il «parco degli ostaggi», la satrapia si è affidata a missioni anche di commandos arrivati sulle coste del Giappone a bordo di piccoli sottomarini. In alternativa ha attirato le vittime in Oriente con l' aiuto di complici che hanno finanziato visite e vacanze tramutatesi in trappole.

     

    maschere di kim jong un a seoul maschere di kim jong un a seoul

    Una volta finite oltre confine per loro è stato impossibile scappare ed hanno accettato il destino. L' apparato di sicurezza li ha sorvegliati in modo stretto offrendo però la possibilità di formare un nucleo familiare, magari sposando un altro membro della terra degli scomparsi.

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