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Piercamillo Davigo ha ricordato a DiMartedì l’incontro con Silvio Berlusconi: «Io e Gherardo Colombo rimanemmo sconcertati. Fu sentito nell’anticamera del procuratore, c’erano delle coppe alle pareti vinte dalla squadra di calcio della procura. Lui disse: io ne ho vinte di più»
DAVIGO
SILVIO BERLUSCONI FORZA ITALIA 9
A sinistra non si danno pace. Il solo fatto che il nome di Silvio Berlusconi circoli per la corsa al Quirinale crea, da quelle parti, isterismi, mancamenti, reazioni impetuose. E attacchi gratuiti. Come quello formulato a diMartedì da Piercamillo Davigo. All'ex magistrato di Mani Pulite è bastato considerare l’ipotesi di ritrovarsi il Cavaliere alla presidenza della Repubblica per perdere il controllo e sparare la dichiarazione fragorosa a favore di telecamera.
Durante il dibattito su La7, era stato il conduttore Giovanni Floris a stuzzicare Davigo sull'argomento, andando a toccare le corde giuste per provocare l'ospite. "Se si trovasse presidente della Repubblica Berlusconi, tra qualche mese?", ha domandato il giornalista all'ex magistrato. E lui, d'istinto: "Comincerei a vergognarmi ancora di più di essere italiano".
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Una frase roboante e non troppo democratica, che lì per lì ha creato un momento di gelo, prima che il confronto ripartisse. Non è certo la prima volta che Davigo esprime la propria ostilità verso Silvio Berlusconi; lo aveva fatto anche in un suo libro di recente pubblicazione. In esso, aveva addirittura riletto a modo suo le sentenze dei processi Sme e Mondadori, per i quali il Cavaliere era stato assolto con formula piena. Secondo l'ex magistrato, tuttavia, il leader di Forza Italia non è da considerarsi un innocente ma un colpevole "che l'ha fatta franca".
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Sicché, il tenore delle odierne uscite di Davigo sull'ipotetica elezione al Quirinale di Berlusconi non stupisce affatto e anzi, si aggiunge solo a quello che si può considerare un variegato repertorio. Nella medesima puntata di diMartedì, l'ex magistrato ha anche commentato l'indagine che lo vede coinvolto a Brescia con l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio. "Non è un cerchio che si chiude", ha commentato Davigo in riferimento a chi fa notare che ora è lui a vivere la giustizia dall’altra parte del tavolo. Poi ha aggiunto: "Ho già detto che è una imputazione che io trovo sconclusionata, non sono preoccupato. Non me la prendo con la Procura, mi difenderò nelle sedi opportune".
PIERCAMILLO DAVIGO - L'OCCASIONE MANCATA