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    MA DAVVERO HA VINTO LO STATO CONTRO I BENETTON? - TUTTO DIPENDERA’ DAL PREZZO DI ACQUISTO DA PARTE DI CDP: SE VERRÀ CALCOLATO SULL’ERA MAGICA DI AUTOSTRADE CON MARGINI LORDI AL 50% DEI RICAVI; DIVIDENDI GOLOSISSIMI E SPESE PER INVESTIMENTI SEMPRE TENUTE PIÙ BASSE DEI DIVIDENDI EROGATI. O DELL’ASPI NUOVA, QUELLA CHE DOVRÀ ABBASSARE LE TARIFFE; ALZARE GLI INVESTIMENTI E REMUNERARE IN MODO PIÙ FISIOLOGICO GLI AZIONISTI - INTANTO I BENETTON SI LIBERANO DI UN BUSINESS CHE AVRA’ REDDITIVITÀ DIMEZZATA E TOLGONO DALLE SPALLE DI ATLANTIA QUASI 9 MILIARDI DI DEBITI. ALLA FACCIA DELLA SCONFITTA


     
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    Fabio Pavesi per Dagospia

     

    GIUSEPPE CONTE GIUSEPPE CONTE

    Nel profluvio di esternazioni, dichiarazioni, esultanze di ogni genere sulla vicenda della partita Benetton-Governo su Autostrade, solo pochi osservatori attenti hanno rilevato che solo a partire dal prezzo di ingresso di Cdp in Aspi si potrà capire davvero chi ha vinto e chi ha perso nella battaglia su Autostrade.

     

    Ed è proprio qui il punto dolens ancora non noto. Si spera che in Cdp sappiano fare bene di conto per evitare che la presa di possesso pubblica della rete autostradale italiana non divenga l’ennesimo, ultimo regalo ai Benetton.

     

    fabrizio palermo fabrizio palermo

    Già perché il tema che si dovrà affrontare nei prossimi giorni valutando il “vero” valore di Autostrade è di quale Autostrade parliamo? Di quella dell’era magica ventennale dei Benetton con margini lordi al 50% dei ricavi; dividendi golosissimi e spese per investimenti sempre tenute più basse dei dividendi erogati?

     

    O dell’Aspi nuova. Quella che dovrà abbassare le tariffe; alzare gli investimenti e remunerare in modo più fisiologico gli azionisti?

     

    fabrizio palermo foto di bacco (3) fabrizio palermo foto di bacco (3)

    Sono due Aspi ben diverse con valori diversi. L’Aspi pubblica nuova sarà la brutta copia quanto a profittabilità della Aspi gestione Benetton. Si è già visto post crollo ponte Morandi.

     

    Nel 2019 a parità di ricavi, 4 miliardi, il margine lordo è crollato a 710 milioni dai 2 miliardi del 2008. Il gruppo è andato in perdita per 300 milioni a fronte degli utili di 608 milioni del 2018. Sono rimasti invece invariati i debiti, tanti, per 8,4 miliardi.

     

    Quindi redditività giù e debiti sempre ingenti.

    Quello che si comprerà la Cdp, entrando al 33% del capitale come prima mossa, sarà un’Autostrada diversa dal passato. Non più una macchina da soldi per gli azionisti ma un business “normale” a rendimento ridotto.

     

    le sardine con luciano benetton e oliviero toscani le sardine con luciano benetton e oliviero toscani luciano benetton luciano benetton

    Con in più la zavorra del debito da 8,4 miliardi di cui si faranno carico i nuovi soci pubblici e che al contrario vedranno i Benetton ripulirsi dall’ingordigia del debito che farà molto bene ad Atlantia, la controllante che in colpo solo si libera di quasi un terzo del proprio debito finanziario netto che veleggia a ben 36 miliardi.

     

    luciano benetton luciano benetton

    Un montagna di debiti cresciuti a dismisura con l’acquisizione a leva di Abertis e che fanno di Atlantia una mina vagante. Per tenere quel po’ po’ di debito ci vogliono flussi di cassa ingenti che scenderanno con l’uscita da Aspi.

     

    Ecco che allora Atlantia con l’operazione di exit da Autostrade si libera di un business che vedrà redditività dimezzata in futuro quindi meno attraente. E in contemporanea abbatte di molto la sua esposizione debitoria.

     

    È tutta qui la reazione della Borsa che ha fatto salire del 24% il titolo Atlantia all’indomani dell’accordo. Via da un business che darà la metà degli utili e un bel taglio per Atlantia di quasi 9 miliardi di quel debito che la rende fragile. Qui la partita l’hanno vinta i Benetton.

    gianni mion gianni mion

     

    Già ma quanto costerà al pubblico sostituirsi ai Benetton? Come dicevamo dipenderà dal prezzo, senza contare che Cdp e gli altri si “comprano” quasi 9 miliardi di debiti.

     

    Gli analisti dicono che Aspi è a bilancio in Atlantia per 5,8 miliardi di euro. Aspi detiene l’88% e quindi Aspi varrebbe a tavolino 6,5 miliardi di euro.

    Cdp dovrebbe offrire quindi 2,2 miliardi per il 33% di Aspi.

     

    Fila tutto? Sulla carta sì, ma come dicevamo parliamo di valori pre crollo del Ponte e pre nuova Aspi che vedrà il suo margine operativo lordo almeno dimezzarsi.

     

    GIANNI MION 1 GIANNI MION 1

    Con un mol 2019 a 710 milioni e una valutazione di mercato ancora generosa a 15 volte il mol, debito compreso, Aspi varrebbe poco più di 10,5 miliardi. Ma da quei 10,5 miliardi vanno tolti 8,4 miliardi di debiti che portano il valore del capitale a 2,1 miliardi. Quindi il 33% varrebbe 700 milioni e non i 2,2 miliardi ipotizzati dagli analisti sulla carta e usando metriche della vecchia Aspi.

     

    E qui su questo punto vedremo nei prossimi giorni se gli uomini della Cdp sapranno fare bene i conti e non farsi buggerare da vecchi modelli della Aspi pre crollo, dato che il business in futuro diventerà più povero e meno allettante per i suoi azionisti.

     

    La prova del nove sarà appunto il prezzo di acquisto. Solo allora si vedrà se ancora una volta sono stati i Benetton a lucrare sulle concessioni pubbliche come hanno fatto per 20 anni. O se sarà lo Stato a prendersi una piccola rivincita.

    roberto tomasi autostrade per l'italia roberto tomasi autostrade per l'italia

     

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