Simone Canettieri per “il Messaggero”
gregorio de falco in senato per la votazione del dl sicurezza
Retromarcia. L' espulsione di Gregorio De Falco dal gruppo dei senatori del M5S potrebbe non arrivare subito. E forse mai, se il comandante, come dice il sottosegretario Stefano Buffagni, «tornerà a bordo». E cioè tra i ranghi. La frenata sta maturando in queste ore. «Lo teniamo dentro e lo mettiamo sotto stress, non vogliamo essere noi a cacciarlo, ma se vuole rompere deve essere lui ad andarsene».
Ieri mattina i vertici grillini si sono svegliati e hanno letto la gragnola di interviste rilasciate da De Falco. Lui che si rifaceva ai valori del M5S, lui che invocava Grillo, lui che entrava nel merito della norma sul condono di Ischia. La paura diffusa - da Di Maio in giù - è che una cacciata darebbe al senatore un potere mediatico fastidioso: «Farebbe la vittima».
Dunque, meglio spgnere i bollenti spiriti, mettere in modalità salva in bozze il post di espulsione e aspettare gli eventi. Se il comandante dopo questo infortunio (c' è stato anche il mancato voto sul dl-sicurezza con altri 4 colleghi) si placherà potrebbe beccarsi solo una sospensione. La valutazione è in corso. Non si escludono ulteriori giravolte. Ma il mood al Senato ieri sera era questo.
gregorio de falco paola nugnes
LA GIORNATA
De Falco ieri mattina si è presentato a Palazzo Madama. Ma non ha votato, è uscito prima dall' Aula. Un caso? «È vero non ho fatto in tempo a votare: ma tutto sommato meglio così. Evidentemente era destino, il fato...». Poi il destino lo ha fatto incontrare in ascensore con il suo capogruppo Stefano Patuanelli.
Breve colloquio tra i due. Comandante è stato rimproverato? «Disattendere un ordine - ha dettato l' ufficiale di marina - è consentito anche dal codice militare che lo prevede di fronte ad una palese ingiustizia o un atto anche solo illegittimo».
Tuttavia la freddezza nei suoi confronti continua. Il ministro della Giustizia lo sbologna con una battuta al termine dell' approvazione del Dl-Genova: «Sinceramente quando si parla del decreto Genova e di una risposta così importante - è stata la stoccata di Alfonso Bonafede - di fronte a una tragedia, commentare il comportamento di un singolo parlamentare è l' ultimo dei miei pensieri». Anche Buffagni gli tira le orecchie: «Il MoVimento ha dimostrato grande responsabilità, lui invece no.
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La prossima volta De Falco torni in Aula». Ecco le parole magiche: la prossima volta. Un messaggio di indulgenza, forse. Anche perché il Senato si conferma, da tradizione, il Vietnam della maggioranze. E Ora tocca al M5S. Ieri sono mancati dieci voti. Subito è partita la corsa alle giustificazioni per evitare nuovi focolai. Oltre a Gregorio De Falco, Paola Nugnes ed Elena Fattori che avevano già manifestato il loro dissenso per alcune parti contenute nel provvedimento, ci sono stati 3 senatori assenti dall' Aula per problemi di salute.
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Sono Michele Giarrusso, Mario Turco e Vittoria Bogo Deledda le cui condizioni di salute le impediscono di partecipare ai lavori del Senato dallo scorso luglio. Il senatore Luigi Di Marzio ha invece chiesto per oggi un congedo per impegni professionali, mentre, pur risultando assente, la senatrice Cinzia Leone si sarebbe «sbagliata». Stelle Lello Ciampolillo e Saverio De Bonis invece escono allo scoperto: «Mentre in Senato si votava il condono di Ischia e lo sversamento di fanghi velenosi nel suolo agricolo, noi abbiamo preferito andare al Fatebenefratelli a donare il sangue. Sono stati violati i valori fondanti e i principi etici del M5S, dovrebbe almeno chiedere scusa».
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Dunque il lavoro per i probiviri si moltiplica? Jacopo Berti, consigliere M5S alla Regione Veneto e membro del tribunale interno assicura che sui 5 che uscirono dall' aula sul dl-sicurezza «decideremo in questi giorni».
Tra loro, ci sono De Falco e Nugnes che hanno già fatto il bis con il dl-Genova. Salvo sorprese ci saranno sospensioni per tutti.Nessuna cacciata. Merito dell' azione dietro le quinte del presidente della Camera Roberto Fico? «Sui dissidenti - è la risposta che arriva da Montecitorio - non abbiamo nulla da dire»
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