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Secondo quanto scrive La Repubblica Napoli, il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis è accusato di false fatturazioni per l’acquisto di Emanuele Calaiò dal Siena nel 2013: gli viene addebitata un’evasione di 8mila euro di Iva. Il pm chiede un anno.
“Per il presidente del Napoli, imputato per una fattura ritenuta falsa che avrebbe comportato l’evasione di 8 mila euro di Iva relativa all’acquisto del calciatore Emanuele Calaiò dal Siena nel 2013, i due rappresentanti della Procura hanno chiesto un anno di reclusione“.
AURELIO DE LAURENTIIS
De Laurentiis non è il solo dirigente sportivo indagato. Con lui, scrive La Repubblica, ci sono anche Adriano Galliani, Alessandro Moggi e i Percassi, per citarne alcuni. Per tutti si indaga sull’ipotesi di false fatturazioni nella gestione dei rapporti fra i club e gli agenti dei calciatori negli anni fra il 2009 e il 2014.
“La pena più severa, due anni e otto mesi di reclusione, è stata chiesta per Alessandro Moggi, agente di calciatori e figlio di Luciano, l’ex potente dirigente della Juventus travolto nel 2006 dallo scandalo Calciopoli”.
Per altri presidenti, invece, la Procura ha chiesto l’assoluzione: tra questi ad esempio il presidente della Lazio, Claudio Lotito o l’ex presidente della Fiorentina, Andrea Della Valle.
calaiò
“Richiesta di assoluzione anche per tutti i calciatori coinvolti nel processo fra i quali l’attaccante argentino Ezequiel Lavezzi (difeso dagli avvocati Alfredo Capuano, Salvatore Nugnes e Luigi Petrillo). Non è imputato invece Calaiò“.
Il quotidiano scrive:
“La Procura ipotizza il reato di “utilizzo di fatture relative a operazioni soggettivamente inesistenti” per il meccanismo in base al quale l’agente del calciatore, al momento di una compravendita, figurava nella veste, ritenuta fittizia, di consulente della società. In pratica, pur curando gli interessi dell’atleta, appariva ai fini fiscali come un collaboratore del club che acquistava il giocatore. In questo modo, la società deduceva i costi e detraeva l’Iva, l’atleta intascava l’ingaggio al netto, il procuratore incassava la sua parte e concludeva l’affare. I pm hanno chiesto la prescrizione per i fatti commessi fino 2011, non per quelli risalenti ai periodi successivi”.
De Laurentiis – che, ricorda La Repubblica, “nella prima fase delle indagini commentò la vicenda parlando di «fuffa»” – è assistito dall’avvocato Fabio Fulgeri. La sentenza è prevista per il 2 febbraio.
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