1 – GIUSEPPE DE LONGHI, PATRON DELL'OMONIMO GRUPPO, E LA SUA SEGRETARIA PERSONALE SONO INDAGATI PER INSIDER TRADING NELLA CESSIONE DEL 74,97% DI DELCLIMA, SOCIETÀ DELLO STESSO GRUPPO, A MITSUBISHI ELECTRIC CORPORATION, AVVENUTA NELL'AGOSTO DEL 2015, QUANDO LA SOCIETÀ DI CLIMATIZZAZIONE ERA QUOTATA ALLA BORSA DI MILANO
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2 – DE' LONGHI, LE SOFFIATE IN BORSA PRIMA DELLA CESSIONE A TOKYO
Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”
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Pinguino col trucco tra il Veneto, i mari della Grecia, e le società di Hong Kong e Giappone. Un investimento quasi raddoppiato in due settimane, un super fortunato colpo in Borsa: 430.000 euro di azioni della «DelClima» (società di climatizzazione del gruppo fondato da Giuseppe De' Longhi, all' epoca quotata sul Mercato telematico di Borsa Italiana), comprate tra il 10 e 12 agosto 2015, vennero rivendute il 25 agosto con una plusvalenza di 360.000 euro dopo che nel frattempo il 74 per cento dell' azienda era stato venduto ai giapponesi di «Mitsubishi Electric Corporation», con conseguente obbligatoria offerta pubblica di acquisto sull' intero flottante delle azioni a un prezzo maggiorato dell' 85 per cento.
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Solo che questo azzeccato investimento in grande - accanto a uno più in piccolo di 15.000 euro fruttato a un' altra investitrice un profitto lampo di 13.000, e a uno invece di dimensioni analoghe intorno ai 300.000 euro azzeccato da un manager di Hong Kong (dove si stava chiudendo la trattativa -, ad avviso della Procura di Milano sarebbe stato un colpo «drogato» da un insider trading: perché i tre fortunati investitori, e cioè la sorella Alberta e la segretaria personale di Giuseppe De' Longhi, accanto al manager Yi Wai Lap, si sarebbero avvalsi di informazioni «price sensitive», riservate e non note al mercato, fornite loro proprio dall' allora presidente del consiglio di amministrazione della società di elettrodomestici presente con 6.500 dipendenti in 33 Paesi e famosa tra l' altro per la proverbiale pubblicità del condizionatore portatile «Pinguino».
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Per questo all' 80enne De' Longhi, inserito nel 2018 dalla rivista «Forbes» nella classifica dei dieci uomini più ricchi d' Italia al nono posto, con un patrimonio stimato di 4,3 miliardi di euro che fa impallidire e rende vagamente surreale l' irrisorietà (al confronto) del profitto della compravendita azionaria di sorella-segretaria-manager, il sostituto procuratore milanese Stefano Civardi ha notificato ieri un avviso di conclusione delle indagini per l' ipotesi di reato di «abuso di informazioni privilegiate».
Questo versante penale è stato avviato dalle operazioni sospette segnalate e analizzate dalla divisione "abusi di mercato" della Consob (l' autorità indipendente che vigila sui mercati), ed è stato poi sviluppato dalle indagini condotte dal Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza di Milano, secondo le quali il momento della trasmissione dell' informazione riservata sull' operazione di cessione in arrivo andrebbe collocato durante la vacanza su uno yacht in Grecia, nel corso della quale il patron avrebbe chiesto alla sorella di mandare suo figlio ad accompagnare lo zio a Hong Kong per la fase finale della trattativa sulla cessione della «DelClima» ai giapponesi di «Mitsubishi».
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Tra le varie possibili condotte di abuso di informazioni privilegiate, dunque, l' imprenditore si vede contestare dalla Procura un caso di «tipping», cioè il comportamento di chi non compra e non vende ma comunica ad altri le informazioni privilegiate che, non di pubblico dominio, per loro natura possono permettere ai soggetti che ne facciano utilizzo una operatività in Borsa basata su un' asimmetria informativa, privilegiandoli rispetto ad altri investitori attivi sul medesimo mercato.
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Le altre tre figure sono invece coloro che per l' accusa avrebbero messo a frutto la "dritta", e sono appunto la sorella, la segretaria personale, e «il socio e director» di «Chat Union Climaveneta company limited», già joint venture tra «Climaveneta spa» (del gruppo italiano) e la hongkonghese «Chat Union Group HK» per la distribuzione di prodotti sul mercato asiatico.
Il gruppo di Treviso non rilascia commenti, perché le vicende in questione - osserva - non sono pertinenti all' attività delle società, ma in ipotesi a condotte personali. Fonti dell' entourage di Giuseppe De' Longhi, che ha affidato la propria difesa nel procedimento penale al professor Francesco Mucciarelli, tra i maggiori esperti di normativa sugli abusi di mercato, rimarcano che all' imprenditore non è contestata alcuna operatività illecita sui mercati, e ne ribadiscono l' estraneità alla contestazione di «tipping», smentendo cioè che egli abbia mai comunicato alcuna informazione privilegiata a familiari o a collaboratori.