BIANCA DE FAZIO per repubblica.it
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Dopo giorni di attesa le indiscrezioni dicono che il governatore Vincenzo De Luca ha deciso: le scuole iniziano, in Campania, il 24 settembre. Non c’è, formalmente l’atto che stabilisce questo provvedimento, per il quale bisognerà attendere la prossima settimana. Quando sarà tutto nero su bianco in una delibera di giunta.
Saltano le indicazioni ministeriali che vogliono l’avvio sul territorio nazionale per il 14, ma è pur vero che in merito al calendario scolastico sono le Regioni ad avere l’ultima parola. Dunque dopo un tira e molla durato oltre una settimana, e dopo che già durante l’estate la Campania aveva cambiato idea circa il giorno del ritorno a scuola per gli studenti, ora le famiglie, gli studenti, le scuole, sanno che dovranno attendere ancora prima di tornare alla normalità, seppur parziale, scandita dalla scuola.
I giorni che ancora mancano alla riapertura sono comunque gonfi di attesa: per i materiali, banchetti detergenti e mascherine, promessi dal commissario Domenico Arcuri; per gli spazi che ancora mancano per 36 mila studenti campani; per il personale, tra prof e bidelli, che ancora non c’è.
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Roma sta sbagliando. A cominciare dal dossier sulla riapertura delle scuole. Vincenzo De Luca non si sottrae ai quotidiani strali contro il governo. “La situazione oggi non ci consente di aprire in tranquillità le scuole il 14 settembre”, taglia corto il governatore campano nella consueta diretta Facebook settimanale.
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“Abbiamo valutato il personale, le aule, i trasporti, la misura della temperatura”, spiega. E non ci siamo. La precarietà regna sovrana. E giù attacchi all’impopolare ministra Azzolina. E all’ultima grana sulle graduatorie per le supplenze. L’aumento del personale scolastico promesso dal ministero? “Non ci interessano le intenzioni – dice De Luca – vogliamo concretamente sapere se e quanto sarà il personale effettivamente disponibile. Da qui a tre settimane. Il governo ha fatto un grave errore. Mai come in questa occasione sarebbe stato giusto stabilizzare personale precario”.
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“Ad oggi – incalza il ‘governatore rompiscatole’ – non sappiamo quanti sono gli insegnanti fragili. Che hanno problemi di salute. Che si metteranno in malattia e non prenderanno servizio. Quindi non sappiamo nemmeno quanti operatori avremo a disposizione per apertura. Occorrono scelte che diano serenità a tutto il personale scolastico e alle famiglie degli studenti”. De Luca boccia anche l’orientamento del governo sulla misurazione della temperatura a casa. “Una cosa fuori dal mondo. Per questo la nostra Regione si muoverà in maniera diversa. Abbiamo deciso di stanziare un bonus di 3000 euro per gli edifici scolastici. Per dotarsi di misuratori di temperatura. Le famiglie devono mandare negli istituti i figli in totale sicurezza. Servono test più rapidi che diano risultati nel minor tempo possibile”.
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Non ultima l’incognita sul trasporto pubblico. “La regione ha chiesto di avere l’autorizzazione per utilizzare anche i mezzi delle società private di trasporto. Perché non bastano gli scuola bus. Ci hanno detto di si, ma i soldi non sono mai arrivati”.
“Abbiamo la situazione più difficile di Italia perché siamo la Regione con la maggiore densità abitativa. E che richiede il massimo di rigore. Il governo nazionale ha emesso una ordinanza che obbliga l’uso della mascherina dopo le 18. Ma la mascherina dopo le 18 nessuno la indossa. È meglio non fare le ordinanza se rimangono lettera morta”.
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