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    “TRUMP? UN IDIOTA, DOBBIAMO LIBERARCENE” – DE NIRO IN VERSIONE “THE UNTOUCHBLES” CONTRO IL PRESIDENTE USA: “È UNA DISGRAZIA E UN DANNO PER IL NOSTRO PAESE” - UN FILM SU 'THE DONALD'? FORSE, MA PRIMA DOBBIAMO SUPERARE LO SHOCK POI MAGARI AVREMO L'EQUILIBRIO NECESSARIO PER RIVEDERE QUESTA EPOCA ASSURDA”


     
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    Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

     

    trump de niro trump de niro

    «Scusate, non è che sono ossessionato dalla politica, ma questo idiota proprio non riesco a digerirlo. È una disgrazia e un danno per il nostro Paese». In teoria, Robert De Niro è venuto all' organizzazione culturale di Manhattan 92Y per presentare Robert De Niro Sr.: Painting, Drawnings and Writings 1949-1993, il libro dedicato alla memoria padre pittore.

     

    de niro de niro

    Finché risponde alle domande del moderatore Robert Storr riesce a restare nel personaggio, ma appena passa a quelle del pubblico si lascia portare via dalla passione: «Cosa avrebbe detto mio padre di questa epoca storica? Che va male, ma poi si sarebbe ritirato nel suo mondo artistico. Io invece non ci riesco proprio. Non perché sono un grande analista politico, ma perché credo che dovremmo liberarci al più presto di questo idiota, per il bene del Paese».

    robert de niro ph adolfo franzo' robert de niro ph adolfo franzo'

     

    Qualcuno si azzarda a ipotizzare un film su Trump, e De Niro risponde così: «Forse, ma prima dobbiamo superare lo shock e lasciar sedimentare la storia. Poi magari avremo l' equilibrio necessario per rivedere questa epoca assurda».

     

    Robert senior era un pittore, che aveva lasciato la moglie poco dopo la nascita di Robert junior, quando aveva rivelato di essere gay. Il figlio però gli è rimasto sempre molto legato, «non solo per l' amore, ma anche per l' ammirazione della sua integrità e della passione per il lavoro. Più cresco, più gli assomiglio».

     

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    Il suo rimpianto è quello di non aver custodito meglio la memoria del padre: «Ma succede così a tutti. Anche i miei figli non mi danno mai retta, e non sono minimamente interessati a quello che faccio». Quello che fa però affascina milioni di persone, e quindi dopo la presentazione di Irishman al New York Film Festival è impossibile non parlare della sua carriera, cominciando dall' amicizia con Scorsese da quando erano ragazzini a Lower Manhattan: «Era un posto diverso da oggi, molto più duro». Il pubblico gli chiede di ricordare Taxi Driver, ma lui dice che «non è stato uno dei ruoli più difficili. È venuto naturale.

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    Quando fai un film non sai mai anticipare l' impatto che avrà.

    Restammo tutti sorpresi, quando vedemmo l' effetto di Taxi Driver». I ruoli più difficili però furono altri: «Jack LaMotta in Toro scatenato (con cui vinse l' Oscar ndr), The Mission, Batte il tamburo lentamente».

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