Mattarella: "Vi lascio un Paese unito."
La realtà: a Milano la polizia manganella gli studenti.#studenti #Milano #Torino #balledistato pic.twitter.com/tRbmhoFS6c
— U. R. (@UltimoRimasto) January 28, 2022
Andrea Siravo e Simona Buscaglia per “La Stampa”
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«Repressione violenta della protesta a colpi di manganello», dicono i movimenti studenteschi. «Poche cariche di alleggerimento per evitare l'assalto alle sedi locali di Confindustria», sostengono invece fonti del ministero dell'Interno.
Così i due schieramenti descrivono la giornata di venerdì in cui a Roma, Torino, Milano e Napoli si sono registrati momenti di tensione tra gli studenti e le forze dell'ordine durante le manifestazioni che in tutta Italia hanno visto scendere in piazza centinaia di giovani per ricordare Lorenzo Parelli, il diciottenne morto venerdì 21 gennaio in un incidente all'ultimo giorno di stage allo stabilimento della Burimec a Lauzacco, in provincia di Udine. È rimasto invece in silenzio il mondo della politica nazionale, totalmente assorbito dall'elezione del Presidente del Repubblica.
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Per esprimere la loro rabbia perché «di scuola non si può morire» come è successo al loro «compagno» Lorenzo, gli studenti e le studentesse avevano scelto di arrivare con cortei non autorizzati dalle questure locali sotto i palazzi dell'Associazione degli industriali.
Contro di loro, gli studenti delle scuole superiori e i ragazzi dei centri sociali volevano puntare il dito in quanto co-responsabili del sistema «da abolire» dell'alternanza scuola-lavoro. Ogni tentativo di avvicinarsi ai luoghi sensibili è stato però bloccato sul nascere dalle forze dell'ordine, anche con l'uso della forza.
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Non era pensabile per il Viminale permettere ai manifestanti di prendere di mira edifici «istituzionali», come del resto era già successo a ottobre con l'assalto alla sede della Cgil Roma da parte di Forza Nuova e militanti No-Vax.
«Non possiamo più accettare che le manifestazioni di piazza si trasformino in attacchi sistematici alle forze di polizia», ha commentato il segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Domenico Pianese, dopo il lancio di petardi contro gli agenti di polizia nel corteo che si è mosso dall'Esquilino in direzione dei Fori Imperiali.
I feriti di venerdì, una quindicina il bilancio finale tra studenti e studentesse, si sono registrati nei tafferugli con i poliziotti e i carabinieri in assetto antisommossa a Torino e Milano.
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Una decina solo nel capoluogo torinese, quando i giovani manifestanti forzano il cordone di sicurezza in piazza Arbarello nel tentativo di fare un corteo nonostante le restrizioni previste dalla zona arancione. La Digos ha individuato 25 militanti del centro sociale Askatasuna e dei collettivi studenteschi che saranno denunciati nei prossimi giorni all'autorità giudiziaria.
A Milano è stato il lancio di uova e vernice a far partire gli agenti dopo aver bloccato una prima volta i ragazzi che volevano raggiungere la sede di Assolombarda. Nella mischia un ragazzo è stato colpito alla testa da una manganellata mentre una ragazza nel parapiglia si è rotta un braccio.
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«L'uso della forza è da condannare sempre, soprattutto quando dei ragazzi lanciano solo uova e vernice» dice Carla Perazzi, docente e membro del movimento «Priorità alla scuola» presente in piazza. «I ragazzi erano "bellicosi" solo a parole - continua l'insegnante -. La città è stata teatro per settimane di cortei No Green pass con persone già note alle forze dell'ordine, venerdì invece non è stato identificato nessuno».
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