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    MA CHI TE SE ‘N-KULU-SEVSKI: “VOGLIO TUTTO. IO E MBAPPÉ CAMBIEREMO IL CALCIO” – IL 19ENNE SVEDESE DEJAN KULUSEVSKI È IL SOGNO DI MERCATO DI TUTTE LE GRANDI SQUADRE, MA NON È CHE SI È GIÀ MONTATO LA TESTA? “SIAMO LA GENERAZIONE CHE CAMBIERÀ IL CALCIO, RISPETTOSI, MA SENZA PAURA. CORRO UN CHILOMETRO PIÙ DEGLI ALTRI, È LA FAME DI ARRIVARE CHE HO” – “IL PIÙ BRAVO AL MONDO? HAZARD, IN ITALIA…”


     
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    Maurizio Crosetti per “la Repubblica”

     

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    Questa faccia da bambino diventerà uno dei più forti calciatori al mondo, forse un poco lo è già. Tenetela bene a mente, fotografatela. Questi diciannove anni di nome Dejan Kulusevski, con il cappuccio della felpa in testa, un po' stravaccati sulla sedia del centro sportivo a Collecchio, le dita che smanettano sul cellulare in attesa dell' intervista e il sorriso che scivola sulla bocca insieme a uno sbadiglio, sono tra le cose più nuove e più belle del campionato.

     

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    Centrocampista d' attacco rock (gioca nel Parma, appartiene all' Atalanta, lo vuole l' Inter, lo vogliono tutti) è un gigante di quasi un metro e novanta che corre come un matto, pressa, recupera, passa la palla, talvolta segna e sempre spacca il campo. Con le gambe che cercano spazio sotto il tavolo e due occhi puntati al soffitto, e al futuro.

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    Dejan non è un nome tanto svedese.

    «Infatti veniamo dalla Macedonia.Papà Stefan è nato in Svezia e anch' io.Ma in vacanza a Ohrid, cittadina macedone bellissima, lui conobbe mia mamma Katica che avevano vent' anni e se la portò a Stoccolma».

     

    Veramente, a Brommapojkarna.

    «Vabbé, è un sobborgo».

     

    Come diavolo ha fatto l' Atalanta a pescarla laggiù?

    «Era un torneo estivo, vincemmo noi 1-0 e loro vennero eliminati. Non feci gol, giocai normale, cioè bene, insomma io gioco normalmente bene. Si vede che mi notarono (e lo pagarono 100 mila euro, ndr). Ma avevo già fatto altri tornei in Italia dove mi scoprì Stefano Sem, che è il mio agente. Mi disse: ragazzino, vuoi giocare al calcio vero in Europa? Avevo 15 anni e mezzo, naturalmente risposi di sì».

     

    E la mamma? E il papà?

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    «Non potevano impedirlo, nessuno al mondo ci sarebbe riuscito. Io lo sapevo che sarei diventato un calciatore forte, dovevo solo capire quanto».

     

    L' ha capito?

    «Sì».

     

    Un bambino svedese a Bergamo: come andò?

    CR7 CR7

    «All' inizio male, non capivo una parola, dovevo andare a scuola e giocare a pallone: tutte le sere chiamavo casa, triste».

     

    Sa che lo faceva anche il piccolo Cristiano Ronaldo, quando da Madeira lo mandarono a Lisbona?

    Però mamma Dolores gli ordinò: resisti! E sua mamma Katica che diceva?

    «Che se tornavo il giorno dopo era contenta».

     

    Quale lavoro fa suo padre?

    «Sta in aeroporto: desk, sicurezza, cose importanti e delicate».

     

    Pure lui uno sportivo?

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    «Mamma racconta che era il più forte di tutti in tutto, da giovane ha fatto un sacco di sport, specialmente basket e calcio. Anche a me piace tanto il basket Nba, e la Playstation».

     

    Ci sarebbe pure una sorella calciatrice.

    «Sì, Sandra, ha 23 anni ma non gioca più. In camera aveva il poster di Ronaldinho».

     

    E lei che poster ha?

    «Nessuno, ma credo che il più forte al mondo sia Hazard. Col pallone fa tutto quello che vorrei fare io».

     

    Messi e Ronaldo no?

    mbappe' mbappe'

    «Che discorsi, loro due sono loro due, ma io da almeno tre anni preferisco Eden Hazard. Quando è in forma, prendigli la palla se riesci».

     

    Il più forte dei giovani non sarà mica Kulusevski?

    «Ma no, è Mbappé, una follia di giocatore, fuori dal mondo in tutto. Fisicamente è mostruoso, e ora anche tecnicamente: ogni tiro, un gol».

     

    CASTROVILLI CASTROVILLI

    E tra gli italiani?

    «Castrovilli della Fiorentina è fortissimo. Non sapevo neanche che esistesse, poi ci ho giocato contro e ho capito che è diverso».

     

    Chiudiamo la carrellata: i difensori?

    «L' olandese Van Dijk sembra Superman, nessuno lo vale. In Italia, sicuramente Bonucci e Chiellini: con loro non si passa».

     

    antonio conte antonio conte

    Lei corre in media un chilometro più degli altri ogni partita: come fa?

    «Non lo so, quest' anno è inspiegabile. Penso sia la voglia, la testa, la fame di arrivare che ho. Anche se l' avevo già da bambino».

     

    È tra i primi nella classifica degli assist, è un colosso ma è anche veloce: doni di natura?

    «Un poco, e il resto è lavoro. Quando ti alleni un po' meno del dovuto, mister D' Aversa ti fa capire che non è il caso. A Parma abbiamo un grande tecnico».

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    Che non ha avuto dubbi: Dejan titolare subito.

    «Io dico che ha fatto bene».

     

    Lascerà Parma a gennaio? La vogliono anche all' estero, la sua quotazione sta volando.

    «No: ho bisogno di crescere qui, poi vedremo. Mi piace l' Italia, mi piace la Premier League ma alla fine decide l' Atalanta».

     

    Però con Gasperini ha giocato solo tre partite.

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    «Dovevo capire se posso fare la differenza anche in Serie A, non solo in Primavera: io veramente mi sentivo già pronto, e a Parma ho avuto la conferma di esserlo».

     

    In cosa ha bisogno di migliorare?

    «Nel colpo di testa, ma voglio fare meglio tutto quello che già faccio».

     

    Pensa molto al futuro? Alle grandi d' Europa?

    «No, perché altrimenti perdo la concentrazione, mi alleno male e gioco male. Anche se un giorno arriverò lassù».

     

    La cosa più difficile per lei?

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    «Il recupero atletico con tante partite consecutive, a questo non ero abituato».

     

    Sa che Antonio Conte la vorrebbe subito? Chi vince lo scudetto?

    «Ho affrontato Juve e Inter, sono le migliori. Scudetto all' Inter? Presto per dirlo, ma perché no. Però io adesso rimango qui».

     

    Lo sa, vero, cos' ha fatto la sua Svezia al calcio italiano?

    «Vidi quelle due partite in tv: l' Italia non cambiava mai il tipo di azione, poteva giocare una settimana senza fare gol. Ma adesso è diventata fortissima».

     

    Non ci dica che a Parma sente ancora nostalgia di casa.

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    «Vivo da solo ma i miei vengono almeno una volta al mese, qui ho tanti amici, sono felice, tutti credono in me, è un posto tranquillo e come saprete non si mangia mica male».

     

    Chi è Dejan?

    «Un ragazzo maturo di testa».

     

    Uno che non ha ancora vent' anni.

    «Siamo la generazione che cambierà il calcio. Rispettosi, ma paura di niente: ormai la porta è aperta. Se Mbappé fa quelle cose, pensiamo, allora possiamo provarci anche noi.

    Adesso spacchiamo tutto».

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